

Tutta la verità sul sovraindebitamento e sui motivi per i quali, se sei un imprenditore, dovresti stare lontano dalla Legge 3/2012. La Legge taglia debiti 3/2012 ribattezzata dai giornalisti Legge Salva Suicidi o Legge sul Sovraindebitamento è stata la risposta scolorita di un governo debole ad un problema reale che non è mai stato risolto veramente.
Legge taglia debiti: la situazione attuale
La crisi taglia il ‘non food’ del 10%” è il titolo allarmistico dell’articolo di sesta pagina del Sole 24 Ore di lunedì. Nel periodo 2007 – 2017 la spesa delle famiglie italiane è calata da 114 a 102 miliardi di euro, secondo l’osservatorio di Gs1 Italy.
Magari non sei un esperto di economia e questo dato ti sembra poco significativo. Beh, non lo è… Un calo del 10% nei consumi interni, per un Paese nel quale le esportazioni sono in costante calo, è una vera e propria catastrofe.
Sono dieci anni ormai che la crisi economica non accenna a mollare e ogni giorno ognuno di noi ne sente gli effetti sulla propria pelle e su quella dei propri cari.
La moneta unica, il fallimento di Lehman Brother, la bolla immobiliare, la crisi del debito statale di PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna) e il crollo del sistema bancario italiano hanno scaricato effetti disastrosi direttamente sulle nostre vite.
La crisi è entrata a far parte delle cose alle quali siamo abituati.
Un amico che ha perso la casa portata via dalle banche, un fornitore che chiude l’attività perché ha troppi debiti, un cliente che fallisce portando scompiglio nelle casse delle nostre aziende… tutti noi abbiamo vissuto un’esperienza simile negli ultimi 10 anni.
Ormai la risposta classica alla domanda “Come va?” è sempre: “Eh… insomma… resistiamo…”
Il sistema economico è in ginocchio e la situazione non sembra migliorare col passare del tempo.
I commercianti sono in crisi, le aziende di servizi seguono a ruota perdendo clienti ogni giorno che passa, l’industria non ha davanti a se un futuro particolarmente roseo, perché non è preparata ad affrontare la competizione sui mercati globali.
Gli imprenditori sono stati abbandonati a se stessi e non ricevono aiuti di nessun tipo.
Si, perché è vero che le aziende dovrebbero puntare sulle esportazioni per crescere e far crescere il Paese, ma è anche vero che per esportare c’è bisogno di denaro.
Solo che le banche non sono più disposte a finanziare le micro e le piccole aziende. Sono troppo impegnate a salvare se stesse dal crack finanziario.
In questo scenario da apocalisse economica alcuni eroici imprenditori continuano a portare avanti i loro progetti, ma la loro strada è sempre più in salita.
La situazione peggiora ogni mese che passa.
Molte aziende sono costrette a chiudere, soffocate dai clienti che non pagano e dalle banche che tolgono loro il respiro, rifiutando finanziamenti essenziali per la crescita e la sopravvivenza.
E vogliamo parlare della pressione fiscale?
Cambiano i governi, aumentano le dichiarazioni clamorose sui giornali (tipo l’ultima bufala sulla “chiusura” di Equitalia) ma la quantità di soldi che lo Stato estorce agli imprenditori per alimentare i suoi difetti non accenna a diminuire.
Anzi, al contrario, ogni anno aumenta il prelievo fiscale.
Senza più soldi propri e senza accessi ai finanziamenti delle banche, gli imprenditori hanno poco spazio di manovra e nonostante il talento, l’inventiva e la fantasia, sono costretti a licenziare i dipendenti ed a chiudere i battenti.
Il peso dei debiti, in una situazione del genere, può diventare insostenibile.
Gli imprenditori italici resistono, affrontano la difficoltà e sopportano la pressione.
Alcuni, purtroppo, non ce la fanno.
Il padre della Legge 3 2012
E le ragioni per le quali nessuno l’ha mai sentita nominare fino a poco tempo fa.
Sulla scia dell’ondata di crolli psicologici degli imprenditori schiacciati dalla difficoltà economiche delle loro azienda, spinto dalla pressione dell’opinione pubblica, alla fine del 2011 il fallimentare Governo Monti emanò un Decreto Legge che venne convertito in Legge i primi giorni dell’anno seguente.
Fu la terza legge approvata dal Parlamento nel lontano 2012. Una vita fa.
Questa norma aveva l’obiettivo di estendere la tutela garantita dal diritto fallimentare ai titolari di micro e piccole aziende non fallibili (e anche dei consumatori, ma non è argomento di questo report).
La Legge 3 2012 ribattezzata dai giornalisti Legge Salvasuicidi o Legge sul Sovraindebitamento è stata la risposta scolorita di un governo debole ad un problema reale che non è mai stato risolto veramente.
Nata zoppa e priva di possibili applicazioni reali, fu modificata negli anni successivi ma le variazioni apportate, che l’hanno resa effettivamente applicabile solo a partire dalla metà del 2015, non hanno cambiato di molto le cose.
Hanno solo complicato la situazione, creando una nuova opportunità di guadagno per i cacciatori di affari facili, pronti a fare affari sulla pelle delle persone disperate e pronte a credere ad ogni cosa.
Da dove arriva tutta questa schiettezza?
Sono stanco di assistere a questi fenomeni passeggeri che rovinano centinaia di imprenditori che arrivano da me troppo tardi per essere salvati.
Aziende e famiglie spazzate via perché hanno creduto alle favole e sono stati fregati.
Devi sapere che, da quando è stata emanata la Legge 3 2012, ho seguito, con i ragazzi del mio Ufficio Studi, l’evoluzione della normativa ed ho più volte preso in considerazione l’idea di utilizzarla per i casi dei miei clienti.
Analisi della Legge Tagliadebiti
Ci siamo soffermati più volta ad analizzarne i possibili benefici.
Quale soluzione migliore, per i casi apparentemente irrisolvibili, di una norma direttamente derivante dalla legge fallimentare?
Questo è quello che ho pensato quando ho letto la notizia a dicembre del 2011.
Ho scoperto che mi sbagliavo.
Nel biennio 2012-2013 ho partecipato a diversi convegni organizzati dalla magistratura milanese, impegnata a trovare un senso a questo miscuglio di regole dalla dubbia applicazione. Negli anni successivi sono rimasto in contatto con alcuni magistrati della sezione fallimentare, intenti a capire come rendere applicabile nel concreto una legge scritta con i piedi.
L’ho anche inserita più volte nel ventaglio delle alternative di gestione applicabili ai casi dei miei clienti.
Solo che, a conti fatti, messa a paragone con le alternative di gestione possibili, si è sempre rivelata la scelta perdente ed in questo articolo ho intenzione di spiegarti perché.
In estrema sintesi, le procedure che ho sintetizzato nel Metodo Di Domenico Debiti™ permettevano di ottenere risultati migliori, in meno tempo e con rischi minori.
Oltre a garantire una maggiore flessibilità nelle scelte imprenditoriali.
“Quindi mi vuoi dire che hai una soluzione migliore da propormi?”
Dipende.
Prova a scoprirlo tu stesso andando avanti nella lettura.
Gli effetti devastanti della pubblicità sulla Legge 3 2012
Quali sono le ragioni per le quali non è adatta agli imprenditori?
Nonostante la conoscessi da molti anni, mi sono scontrato con gli effetti della pubblicità ingannevole che ruota intorno a questa norma solo alla fine del 2015, grazie al signor Paolo, un imprenditore agricolo brianzolo.
Dieci anni prima Paolo aveva comprato per pochi soldi un terreno sopra una vecchia discarica ricoperta, dove aveva sognato di avviare un’attività agricola.
Data la natura del terreno, solo una piccola porzione della proprietà poteva essere destinata alla coltivazione e per questo motivo aveva affiancato all’attività di coltivatore quella di rimessaggio per camper, caravan e piccole imbarcazioni da diporto.
In pratica dli imprenditori della sua zona gli affittavano uno spazio per parcheggiare i loro mezzi nella rimessa di Paolo, invece che lasciarli nel giardino delle loro villette a schiera o sul retro dei loro capannoni.
L’attività agricola non era mai partita veramente ed era il rimessaggio a portare fatturato.
Questo fino all’inizio della crisi economica.
Tra il 2008 ed il 2011, infatti, i clienti avevano iniziato a tagliare i costi superflui, a partire da quelli per le vacanze. Chi non aveva venduto il proprio mezzo aveva preferito comunque risparmiare sul rimessaggio e Paolo perso il 90% del fatturato.
I soldi che incassava erano sufficienti a malapena a mantenere la sua famiglia.
Non bastavano sicuramente a pagare tutti i finanziamenti che aveva chiesto per acquistare il terreno, costruire la casa, installare le serre e sistemare l’area per il rimessaggio.
Quando arrivò da me, alla fine del 2012, era disperato.
Aveva aperto e chiuso tre diverse aziende agricole, intestandole prima a se stesso, poi alla moglie ed infine alla figlia. Aveva firmato assegni che non era mai riuscito a coprire e che per questo erano stati protestati.
Le banche erano col fiato sul collo per le rate arretrate.
Volevano aggredire il terreno e la casa.
Paolo non aveva soldi e non aveva modo di guadagnarli col suo lavoro. Non aveva denaro per pagare i suoi debiti né, tantomeno, la mia parcella.
Una situazione disperata.
Un paio di anni prima di incontrarlo era venuto a mancare mio nonno e Paolo, non so perché, me lo ricordava molto.
Per questo decisi di seguire comunque il suo caso, con l’obiettivo di aiutarlo a parare i colpi più duri mentre tentavo di convincerlo a separarsi dall’unico bene vendibile che possedeva per ripartire serenamente in un altro modo.
Doveva vendere la casa ed il terreno.
La scelta era dolorosa, ma l’unica cosa possibile per liberarsi dei debiti nelle condizioni in cui si trovava.
Il ricavato non sarebbe stato sufficiente a pagare i debiti, ma ce lo saremmo fatti bastare.
Paolo era sordo rispetto a questa esigenza e ogni mese tornava in ufficio con un nuovo assegno per sostituire quello precedente e un prospetto dei ricavi futuri scritto su un pezzo di carta stropicciata.
Non ho mai incassato gli assegni di Paolo, come non ho mai creduto a quei numeri.
Le previsioni sui soldi da incassare erano sempre sbagliate e a malapena entrava il denaro per garantire la sopravvivenza della sua famiglia. Nonostante questo per circa tre anni siamo riusciti a tenere sotto controllo ogni attacco e, tra negoziazioni, proposte e piani di rientro, avevamo guadagnato tempo.
Le prospettive di chiusura erano scarse ma almeno gli esattori non si erano presentati alla sua porta per chiedergli le chiavi e buttarlo fuori di casa.
La sua condizione diventava ogni mese più difficile da sopportare.
La realtà sulla legge Salva suicidi
Non farti guidare dall’istinto e non ascoltare il canto delle sirene della Legge 3 2012 senza prima aver letto questo:
L’istinto è la tendenza intrinseca di un organismo ad eseguire o mettere in atto un particolare comportamento.
Quando avverte un pericolo per la nostra sopravvivenza scatta in noi un comportamento innato che ci spinge a cercare una possibilità di salvezza. In automatico ci aggrappiamo a qualsiasi cosa pur di fuggire al pericolo di morte.
Questo è vero anche nel caso in cui ad essere in pericolo non è la nostra vita ma il nostro stile di vita.
L’istinto guida, incredibilmente, molte scelte economiche.
Fu un incontro tra Paolo e un avvocato del suo paese a segnare la fine del nostro rapporto.
Incontrato ad una riunione organizzata dall’associazione di categoria di cui Paolo faceva parte, l’avvocato era lì per presentare le fantastiche possibilità offerte da una nuova legge miracolosa per tutti gli agricoltori in difficoltà economica.
A suo dire avrebbero potuto salvare i terreni, tenersi le proprie case ed ottenere la possibilità di pagare una percentuale ridicola del loro debito (circa il 10/15% del totale) in comode rate mensili. Il tutto grazie alla decisione di un giudice, che avrebbe garantito la loro serenità.
Una soluzione facile e priva di rischi per un problema difficilissimo da risolvere.
Non gli sembrava vero.
Infatti non lo era, ma Paolo, come tutti, aveva bisogno di credere che esisteva la soluzione facile che stava cercando, e d’istinto mi chiamò urlando perché gliela avevo tenuta nascosta.
Ero diventato il nemico e lui aveva trovato la sua ancora di salvezza.
Parlava della Legge 3 2012.
Dopo quella telefonata, non l’ho più sentito.
Ho scoperto che all’inizio di quest’anno è stato costretto a liquidare tutto il suo patrimonio, dato che l’accordo con i debitori era stato respinto e i creditori erano pronti a pignorare ogni cosa.
Tutta la verità sulla legge taglia debiti
La Legge sovraindebitamento viene spacciata dai suoi sostenitori come la soluzione miracolosa che cancella i debiti a costo zero.
Una trovata pubblicitaria che non trova riscontro nella realtà.
A portare avanti questo messaggio ci sono decine di piccole società nate più o meno tutte lo scorso anno dalle spoglie delle aziende che, fino a qualche mese prima, vendevano le perizie per le cause contro le banche come la soluzione definitiva per risolvere i problemi finanziari dei piccoli imprenditori.
Un nuovo miracoloso rimedio.
L’ennesima magica che promette di ottenere risultati eccezionali senza alcuno sforzo. Nessuna strategia, nessuna preoccupazione, nessuna tattica, nessun impegno. Pensano a tutto i giudici e gli organismi di composizione della crisi.
Ma è davvero così utile per gli imprenditori?
Più o meno quanto lo sono il fallimento ed il concordato preventivo per un’azienda che ha i requisiti tecnici per fallire.
“Quindi mi stai dicendo che sarebbe come fallire?”
Si, hai capito bene.
L’accordo del debitore e la liquidazione del patrimonio sono l’equivalente del concordato preventivo e del fallimento per gli imprenditori che non possono fallire perché non hanno i requisiti tecnici per farlo.
Sono soluzioni utili a tutelare il creditore, più che l’imprenditore in difficoltà.
Una volta avviata la procedura, gli organi nominati dal tribunale si preoccupano di vendere i beni per pagare i creditori in proporzione al debito residuo oppure di controllare che le rateazioni vengano rispettate.
Se questo non succede, la procedura viene revocata e la situazione precipita.
Questo è in estrema sintesi quello che prevede la Legge 3 2012.
Sei davvero sicuro che sia quello che stai cercando per te, la tua azienda e la tua famiglia?
Per aiutarti a rispondere a questa domanda è necessario andare un po’ più nel dettaglio. Quindi prendiamoci qualche minuto per analizzare alcuni aspetti tecnici della legge.
Legge taglia debiti: cosa prevede
Quella che è comunemente nota come Legge 3/2012, legge sul sovraindebitamento o legge salva suicidi, è in realtà un pacchetto composto da tre procedure molto differenti tra loro:
- Il piano del consumatore;
- L’accordo del debitore;
- La liquidazione del patrimonio del debitore.
Il piano del consumatore può essere presentato solo dai privati appartenenti alla categoria dei consumatori. Non ne parlerò in quanto non è in nessun caso applicabile agli imprenditori, nemmeno se sono fideiussori di debiti derivanti dall’attività d’impresa.
L’accordo del debitore è invece applicabile ad enti e imprese non fallibili.
Il nostro caso, insomma.
Si tratta di una proposta di pagamento rateizzato dei debiti fatta dal debitore che può prevedere anche la cessione di una parte del patrimonio e, eventualmente, anche uno stralcio dei debiti.
Ma non è detto che venga approvata così come viene proposta.
L’accordo, infatti deve essere approvato da creditori che rappresentino il 60% di tutti i debiti. Ma anche dal giudice, che dopo aver deciso autonomamente, omologa e rende esecutivo il piano proposto.
Quindi doppia approvazione. Da un lato i creditori, dall’altro il giudice.
La liquidazione del patrimonio del debitore è invece una procedura utilizzabile sia dai privati che dagli imprenditori quando vogliono cedere tutti i propri beni per pagare, con il ricavato, i propri creditori.
Come funziona? Esattamente come un fallimento.
Viene nominato un liquidatore dal tribunale che provvede a vendere tutti i beni e pagare, pro-quota, i debiti.
Si rivela molto utile per quegli imprenditori che vogliono lasciare il Paese liberandosi del fardello dei debiti da pagare.
La procedura consente, infatti, di affidare ad un professionista nominato dal tribunale il compito di disfarsi dei beni e soddisfare pro quota i creditori, risparmiandosi il fastidio di farlo per conto proprio.
Perché quello che ti hanno raccontato sulla legge salva suicidi è falso
Gli ultimi dieci anni passati ad aiutare imprenditori in difficoltà finanziaria a ripartire liberandosi del peso dei debiti accumulati negli anni, grazie al Metodo Di Domenico Debiti™, mi hanno permesso di osservare da vicino molti fenomeni passeggeri.
Vecchi mediatori creditizi, ex recuperatori del credito e personaggi dal dubbio spessore morale hanno tentato di vendere qualsiasi genere di pozione miracolosa agli imprenditori in difficoltà economica.
Società aperte e chiuse nel giro di un paio d’anni, ovvero riciclate a fare altro.
Per un po’ di anni c’è stato il fenomeno delle cause contro le banche, un’occasione ghiotta per aziende sforna perizie e professionisti privi di scrupoli, per ingrassare le proprie tasche facendo leva sul senso di rivincita degli imprenditori messi in ginocchio dalle banche.
Ma le bugie, per quanto ben costruite, hanno le gambe corte.
In circa 3 anni questa gigantesca bolla, basata su poche sentenze favorevoli, si è sgonfiata lasciando l’amaro in bocca a tutti gli imprenditori che si sono lasciati ingolosire dall’idea di recuperare somme da capogiro dalle banche per poi ritrovarsi, nel migliore dei casi, con un pugno di mosche.
Le notizie degli imprenditori messi in crisi dalle cause senza criterio promosse contro le banche, delle aziende chiuse e dei beni personali dei garanti vendute all’asta per poche migliaia di euro, si sono lentamente diffuse, arrivando all’orecchio della maggior parte degli imprenditori.
Le persone hanno capito che per risolvere i loro problemi finanziari, attaccare una banca quando non si hanno i mezzi economici per farlo non è la soluzione giusta.
Ma che fine hanno fatto quelli che spacciavano le cause alle banche?
Alcuni stanno ancora raccogliendo le briciole puntando sui clienti più disinformati, molti hanno chiuso i battenti ritornando a vendere finanziamenti o le garanzie del medio credito centrale, mentre alcuni si sono lanciati nel nuovo fenomeno nato dalla diffusione delle informazioni sulla Legge 3 2012.
Una procedura venduta come la strada più facile, veloce e sicura per cancellare i debiti, attorno alla quale sono stati costruiti dei castelli di informazioni irreali ed irrealizzabili, con il solo scopo di trarre un profitto.
D’altronde, cosa c’è di più facile che nascondersi dietro una norma di legge per celare la verità?
Lo ha scoperto anche il mio vecchio cliente Paolo, che dopo averci rimesso anche quei pochi risparmi che aveva, si è ritrovato spalle al muro costretto a dover rinunciare alla sua casa ed ai terreni.
Sono andato a verificare nella sezione delle procedure fallimentari del tribunale di Como e la sua azienda era lì, con la domanda di adesione alla liquidazione del patrimonio del debitore ancora in attesa di omologa.
La giustizia italiana è famosa per la sua lentezza.
Posso solo immaginare quale sia lo stato mentale che sta vivendo, considerato il sacrificio che è stato costretto a fare.
Proprio per evitare che anche tu possa cascare in questo errore, vorrei completare questo report smontando, una per una, tutte le bugie che sono state costruite per venderti la Legge 3/2012.
Iniziamo!
Bugia #1 – La Legge 3/2012 “cancella i debiti”
Nota come la Legge Cancella Debiti, questa norma non cancella assolutamente niente, tantomeno i debiti.
I debiti d’impresa non possono essere cancellati da un provvedimento del tribunale, per quanto approvato dai creditori.
Quello che il giudice ti concede é la facoltà di far fronte ai tuoi impegni in maniera coerente con le tue risorse finanziarie, liberandoti dalla pressione psicologica che stai subendo.
In pratica paghi tutto quello che ti puoi permettere di pagare, fino all’ultimo centesimo del tuo reddito. Restano fuori solo gli spiccioli necessari per la sopravvivenza.
L’obiettivo della Legge 3/2012, come nel caso del fallimento e del concordato preventivo, é quello di garantire ai creditori la massima soddisfazione possibile. Non tutelare il tuo benessere o quello della tua famiglia.
É naturale quindi che, se sei proprietario di immobili, questi non potranno essere esclusi dal patrimonio da destinare alla soddisfazione dei tuoi creditori. Sempre se accetteranno il piano che hai da proporgli, ovviamente.
Quindi, se il tuo obiettivo é quello di salvare la tua casa, come nel caso di Paolo, questa legge non fa per te.
…e se applicassi il Metodo Di Domenico Debiti™?
Chiarito che non esistono formule magiche per cancellare i debiti, la procedura che ho perfezionato in oltre 10 anni di esperienza permette di estinguere tutte le pendenze sfruttando le tue risorse patrimoniali e finanziarie, limitando al minimo le perdite.
Non cancelliamo il debito, ma creiamo le condizioni perché tu possa pagarlo, chiudendo accordi di stralcio, anche dilazionato, in grado di portare grossi vantaggi direttamente misurabili nelle casse asfittiche della tua attività.
Senza contare i vantaggi delle sopravvenienze attive nei bilanci infettati dalle politiche contabili adottate per chiedere i prestiti alle banche.
Bugia #2 – La Legge 3 2012 interrompe le azioni esecutive dei creditori
Le azioni esecutive non vengono interrotte grazie al ricorso alla Legge 3 2012.
Al massimo vengono sospese fino a quando, per un motivo o per l’altro, la procedura non si chiude.
Quindi, se stavi pensando di utilizzarla per evitare il pignoramento dei beni da parte di Equitalia o della nuova Agenzia delle Entrate Riscossione, lascia stare. Non funzionerà.
Nè tantomeno impedirai ai tuoi fornitori di pignorare la tua casa e i tuoi conti correnti.
Secondo quanto è previsto dalla Legge 3 2012, le azioni esecutive vengono temporaneamente sospese, purché il debitore presenti il suo piano per risanare completamente le proprie esposizioni finanziarie, sacrificando il proprio patrimonio.
Quindi al massimo guadagnerai qualche mese, ma se il piano non passa o non lo presenti nei termini, i tuoi creditori continueranno ad aggredirti quanto e più di prima.
D’altronde, avrai anche rivelato loro tutta la verità sulla tua situazione economica e patrimoniale.
…e se applicassi il Metodo Di Domenico Debiti™?
Oltre a sfruttare le norme previste dalla legge per sospendere le procedure, negoziamo accordi con tutti i creditori procedenti anche nel caso in cui i tuoi beni siano già stati pignorati per evitare che vadano all’asta e chiudiamo transazioni che permettono di estinguere le procedure in essere grazie alla liberatoria ottenuta dai creditori.
Bugia # 3 – La Legge 3/2012 può essere utilizzata da tutti, anche da chi non ha un patrimonio e/o un reddito
Smentiamo una volta per tutte questa bufala.
Questa legge non permette di cancellare i debiti a costo zero.
Tutt’altro.
Se non hai nulla da offrire ai tuoi creditori, perché sei ufficialmente nullatenente o senza occupazione, non puoi accedere alla procedura.
E se presenti comunque la domanda, beh, mi auguro che tu sia davvero nullatenente e disoccupato, perché se hai nascosto i tuoi beni questa cosa emergerà dalle verifiche del tribunale e rischi serie condanne penali.
Quindi, ricapitolando, la Legge 3/2012 non può essere utilizzata da chi non ha un patrimonio e/o un reddito, in quanto il piano proposto deve prevedere una modalità per saldare, seppur parzialmente, la propria situazione debitoria.
In caso contrario è necessario che un terzo, solvibile, si impegni a finanziare e garantire che il debitore paghi quanto concordato.
…e se applicassi il Metodo Di Domenico Debiti™?
Il Metodo è applicabile solo nei casi in cui la tua attività sia ancora operativa, tu abbia a disposizione un patrimonio vendibile oppure una fonte di reddito che ti permetta di pagare i debiti oggetto di transazione.
Se non hai nulla però, puoi star tranquillo.
Nessun creditore può andare oltre il pignoramento di un quinto dello stipendio o della pensione (anche se hai delle cessioni del quinto).
Se non hai nemmeno quello, non hai nessun problema.
Bugia # 4 – Per avvalerti della Legge 3/2012 devi farti assistere necessariamente da un professionista
In verità il dettato della norma e i decreti attuativi non impongono l’assistenza professionale, quindi nulla ti impedisce di presentare la tua proposta senza alcuna assistenza tecnica.
Puoi, infatti, decidere di presentare una domanda semplice oppure, per aumentare le probabilità di accettazione, puoi allegare una una relazione documentata nella quale fornire tutte le informazioni generali e i contenuti della proposta.
Tuttavia, per quanto sia una balla l’obbligo di assistenza professionale, c’è da fare una riflessione importante su questo aspetto.
La proposta di composizione della crisi da sovraindebitamento richiede un’analisi molto dettagliata dal punto di vista giuridico ed economico–finanziario. Tutte le voci di credito e di debito devono essere analizzate, spiegate e valorizzate, così come deve essere attribuito un valore al patrimonio disponibile.
Bisogna tra l’altro spiegare tecnicamente le ragioni che hanno portato alla situazione di crisi.
Senza considerare l’impatto psicologico ed emotivo della procedura, che porta delle conseguenze pesantissime nella vita dell’imprenditore che fa la richiesta.
Pertanto, anche se non è necessaria, l’assistenza professionale è fortemente consigliabile.
…e se applicassi il Metodo Di Domenico Debiti™?
Tutti i professionisti di cui hai bisogno sono già parte del mio network professionale.
Non dovrai preoccuparti di cercarne uno per ogni tipo di problematica connessa ai problemi finanziari della tua azienda ed a quelli societari.
Un solo punto di riferimento semplificherà il raggiungimento degli obiettivi di risanamento che ti sei prefissato, rendendo la ristrutturazione della tua azienda meno difficile di quanto non ti sembri in questo momento.
Bugia # 5 – Grazie alla Legge 3/2012 i creditori devono accettare il saldo e stralcio dei debiti aziendali senza aggredire gli immobili
In verità il contenuto della proposta di accordo del debitore prevede, in buona sostanza, una ristrutturazione dei debiti basata sulla rateizzazione del pagamento per un periodo di tempo abbastanza lungo.
Lo scopo è quello di ricreare un equilibrio tra le rate mensili dei debiti da pagare e il flusso delle tue entrate.
Spesso, per fare questo, è necessario prevedere anche la cessione di alcuni beni (tipicamente gli immobili) e/o crediti, in modo da ridurre la massa dei debiti da gestire.
L’interesse principale è, e rimane sempre, quello di garantire ai creditori la migliore soddisfazione possibile.
È vero che questo obiettivo viene raggiunto contemplando la sostenibilità dei pagamenti per il debitore, ma va sempre dimostrato che la proposta presentata consenta di soddisfare i creditori meglio rispetto alla vendita di tutti i beni del debitore.
Altrimenti il piano non verrà accettato ed i creditori potranno procedere con le azioni esecutive.
…e se applicassi il Metodo Di Domenico Debiti™?
La parte negoziale del metodo è studiata per raggiungere un obiettivo specifico.
Ricavare il denaro necessario a rilanciare i progetti aziendali tramite il risparmio ottenuto nelle trattative. Come si raggiunge questo obiettivo? Con accordi di stralcio, di dilazione o di stralcio dilazionato funzionali alla creazione della liquidità necessaria all’imprenditore.
E se ci sono immobili a garanzia?
Spesso ci troviamo nella condizione di dover negoziare accordi garantiti da debiti ipotecari. Tanto è vero che abbiamo elaborato una strategia specifica per questi casi, che i miei collaboratori conoscono alla perfezione.
Chiudere un accordo a stralcio è possibile e non è sempre strettamente necessario vendere il bene. A condizione che tu sia capace di accumulare un po’ di denaro per garantire il pagamento dell’accordo preso.
Altrimenti vendere il bene a valore di mercato resta la soluzione migliore.
A far quadrare i conti ed a liberarti dal debito con il creditore ci penseranno i professionisti del mio network.
Bugia # 6 – La Legge 3/2012 tutela la tua privacy, nessuno saprà che hai problemi di debiti a parte i tuoi creditori
Sai come ho scoperto cosa è successo a Paolo?
Ho scritto il nome della sua azienda su Google per cercare il numero di telefono. Ma invece delle pagine gialle, in prima posizione nel motore di ricerca c’era la pagina del tribunale della città nel quale era stato presentato il ricorso alla Legge 3/2012.
Questo perché, trattandosi di una procedura pubblica, il giudice deve disporre la pubblicità della notizia sui mezzi di informazione normalmente utilizzati dal tribunale per i fallimenti, ma anche sui quotidiani locali, in modo che tutti i creditori (e non solo loro) possano sapere dell’inizio della procedura per esprimere il loro voto.
Nel caso di Paolo il tribunale ha creato un’apposita sezione del sito dedicata alla pubblicità di queste procedure, che vengono addirittura indicizzate dai motori di ricerca come Google e simili.
…e se applicassi il Metodo Di Domenico Debiti™?
Le nostre procedure sono studiate per tutelare completamente la privacy dei nostri clienti, anche nei confronti dei loro stessi creditori.
Comunicazioni riservate, archivi criptati e sistemi informatici schermati ci permettono di garantire tecnicamente che le informazioni sensibili di cui veniamo a conoscenza non possano diventare di dominio pubblico.
I nostri consulenti prestano sempre la massima attenzione nelle comunicazioni, in modo che la situazione di difficoltà traspaia il meno possibile al mondo esterno.
Ci è capitato perfino di gestire i debiti dell’azienda del marito senza mai far sapere nulla alla moglie…
Bugia # 7 – Una volta ottenuta l’omologa, grazie alla Legge 3/2012 ritorno ad essere finanziabile
Questa falsa notizia è contraddetta da due fatti concreti di diversa natura.
Innanzi tutto, nel decreto di omologa il giudice può addirittura limitare la possibilità per il debitore di intrattenere rapporti con il sistema creditizio, fino al divieto di aprire conti correnti bancari non controllati dal tribunale stesso.
In secondo luogo, le regole sulla segnalazione delle posizioni a sofferenza parlano chiaro.
Se hai una o più segnalazioni di sofferenza non puoi accedere al credito bancario o finanziario, né tanto meno ai leasing. Le segnalazioni possono essere cancellate solo dopo tre anni dall’estinzione del debito o dal termine contrattuale.
Quindi, se ti viene concessa una rateazione a 10 anni, prima di 13 anni non potrai comprare nemmeno un cellulare a rate (posto che nel piano siano state previste spese di questo tipo).
Mi dispiace.
Non sono previste deroghe a queste regole e non si prevede che le cose cambino nell’immediato futuro.
Pensi davvero che le banche, che stanno subendo le conseguenze di avere concesso troppi crediti oggi in sofferenza, cambieranno le regole in modo da finanziare chi dichiara, con una sentenza del tribunale, che non può pagare i suoi debiti?
…e se applicassi il Metodo Di Domenico Debiti™?
Una trattativa per una chiusura a stralcio al di fuori della procedura, può permetterti di arrivare molto prima ad ottenere la liberatoria per chiedere la cancellazione delle segnalazioni negative.
Ed è parte delle nostre procedure richiederla non appena maturano i termini per farlo in modo che tu, il prima possibile, possa ritornare ad essere finanziabile.
Anche se spesso, grazie al sistema di bootstrapping che installeremo nella tua azienda, non ne hai più bisogno.
Bugia # 8 – Una volta ottenuta l’omologa sono tutelato dalla Legge 3/2012 e i creditori non possono fare nulla
La norma in realtà prevede che i creditori possano sempre opporsi al piano o all’accordo nel caso in cui vengano a conoscenza di eventuali azioni poste in essere in violazione al piano stesso.
Quindi oltre a dover ottenere l’approvazione del tribunale e, nel caso dell’accordo, dei creditori, devi stare molto attento per tutta la durata del piano a non fare azioni diverse da quelle che hai previsto nell’accordo.
Altrimenti, non solo riprenderanno le azioni esecutive, ma non potrai nemmeno richiedere di aderire di nuovo alla Legge 3/2012.
…e se applicassi il Metodo Di Domenico Debiti™?
In caso di accordi stragiudiziali, gli accordi devono essere rispettati.
Tuttavia, al mutare delle condizioni, i patti possono essere rinegoziati. Ad esempio, un piano di dilazione può essere tramutato in uno stralcio dilazionato nel caso in cui cambino le condizioni.
Bugia # 9 – La Legge 3/2012 serve a tutelare gli imprenditori in crisi che possono beneficiarne GRATIS
La madre di tutte le balle sulla Legge 3/2012 riguarda ovviamente, il costo della procedura.
Molti la pubblicizzano come gratuita, lasciando intendere che, trattandosi di una norma prevista dalla legge, non ci siano da sostenere spese.
“Se sono in difficoltà economica, non ho i soldi per pagare”
Se le cose stanno veramente così, mi dispiace, ma non c’è legge che tenga. Tantomeno questa qui.
Si tratta di una procedura molto costosa, sia nella fase di avviamento che nelle fasi successive.
Ho fatto fare una verifica contattando molti degli operatori che stanno vendendo questo servizio, fingendomi un potenziale cliente.
Mi è quasi venuto il dubbio che chiedo troppo poco per il Metodo Di Domenico Debiti™.
Innanzi tutto devi mettere in preventivo di anticipare tutti i costi fissi prima di iniziare la procedura. Altrimenti la cancelleria del tribunale manco si scomoda a protocollare la tua richiesta.
I timbri, si sa, costano cari.
Se poi non sei esattamente in condizioni disperate hai bisogno di un’assistenza professionale, altrimenti corri seriamente il rischio che la domanda ti venga rigettata. Stiamo parlando di prezzi che vanno dai 2.500 ai 15.000 euro, seconda della complessità del caso e dal numero di soggetti coinvolti.
Si perché se le posizioni sono garantite, un solo accordo non basta.
Ogni garante deve presentare autonomamente il loro piano, in quanto non vengono liberati dalla definizione della proposta di composizione della crisi e corrono il rischio di vedersi richiedere il pagamento dai creditori garantiti.
“Sarà finita, immagino…”
Nemmeno per sogno.
Il piano deve anche prevedere il compenso per il professionista nominato dal tribunale come organismo di composizione della crisi, da calcolare sulla base del tariffario previsto per il commissario liquidatore di un concordato preventivo, nel caso di accordo del debitore, e di quello previsto per il curatore fallimentare, in caso di liquidazione del patrimonio del debitore.
Però con uno sconto del 40%!!!
Tanta roba.
Alla fine del trattamento, il costo di una procedura per un imprenditore che ha una casa di proprietà può arrivare a costare circa 35 mila euro.
Non male per un salvataggio a costo zero.
…e se applicassi il Metodo Di Domenico Debiti™?
Il compenso varia in funzione della difficoltà del caso e dei risultati che raggiungeremo per te ed è composto da due parti.
Un corrispettivo fisso che copre i costi di gestione della pratica e il compenso dei professionisti interni che seguono le trattative nonché gli eventuali contenziosi ed una parte variabile, che aumenta in funzione dei risultati raggiunti.
La quota fissa viene corrisposta mensilmente (senza anticipare grosse cifre), mentre quella variabile matura solo e soltanto al raggiungimento di risultati in termini di risparmio o di dilazione.
Molto più meritocratica di quello cha prevede la Legge.
Il Metodo Di Domenico Debiti™ come alternativa concreta rispetto ai miracoli della Legge 3/2012
Il Metodo Di Domenico Debiti™ non è una cura miracolosa per risolvere i problemi finanziari di tutti gli imprenditori. Non è adatto a tutti, non funziona in ogni caso e non cancella tutti gli errori che hai fatto nel passato.
Se è questo che stai cercando, non sono la persona giusta per te.
Non contattare i miei consulenti, non cercare informazioni dai miei professionisti, non pensare minimamente di poter diventare un mio cliente.
Il Metodo Di Domenico Debiti™ è una procedura specifica adatta agli imprenditori che non stanno cercando la bacchetta magica o la pozione miracolosa che risolva tutti i loro problemi di indebitamento.
Puoi immaginartelo come una cura adatta a quegli eroi dei nostri tempi che vogliono risollevarsi dal baratro in cui si sono ritrovati, spesso senza colpa.
Gli imprenditori che diventano miei clienti hanno l’obiettivo di salvare quello che può essere salvato, di scaricarsi del peso della gestione di problemi spesso più grandi di loro e di riconquistare il tempo e l’energia per tornare a fare, a produrre e a lavorare sulla loro azienda.
Non vogliono truffare nessuno, ma non vogliono sacrificarsi sull’altare della sfortuna e degli errori per i quali sono finiti in condizioni di difficoltà economica.
Vogliono pagare tutto, nei limiti di ciò che riescono a fare, rimettendoci il meno possibile.
Hanno l’irrefrenabile desiderio di non perdere quello che hanno costruito e di poter lasciare ai loro figli il frutto dei loro desideri. E sono disposti a pagarne il prezzo.
Desiderano così ardentemente uscire vittoriosi dalla battaglia contro i loro creditori che sono disposti ad impegnarsi più di quanto non abbiano già fatto per rilanciare la loro azienda, liberi di dedicarsi alla crescita perché sicuri che qualcuno guarda loro le spalle, chiudendo accordi sostenibili che possono portare a dei grossi risparmi.
Guerrieri che non vedono l’ora di tornare a casa a testa alta per dire: “Nonostante tutto, ce l’ho fatta”.
Se pensi di essere questo genere di persona, allora prova a contattare il mio staff fissando una consulenza preliminare gratuita.
Durante il colloquio potrai scoprire altri dettagli sul Metodo Di Domenico Debiti™ e capire quali soluzioni specifiche possono risolvere il tuo problema ma soprattutto se è possibile aiutarti tramite il nostro sistema.
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Non lasciare il tuo futuro nelle mani di chi non sa quello che sta facendo.
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