

Erano passati 4 anni da quando Federico aveva estinto faticosamente quella maledetta linea di credito, dopo essere stato segnalato in Centrale Rischi per diversi mesi.
Qualche mese prima mi era arrivata una sua mail nella quale richiedeva un colloquio preliminare per esporre il suo caso.
Quando ci siamo sentiti, l’emergenza nella sua azienda era rientrata.
Contando solo sulle sue forze, sacrificando la maggior parte del suo patrimonio e rinunciando a tutto quello che aveva costruito negli anni di vacche grasse, era riuscito a mantenere aperta la sua impresa.
Federico aveva ereditato con orgoglio dal padre una piccola azienda di pelletteria che lavora come terzista per i grandi brand del lusso.
Un modello di business più rischioso di molti altri.
Quando non controlli la produzione e la vendita dei tuoi prodotti, il rischio che qualcosa possa incepparsi, che qualche grosso cliente possa cambiare le sue politiche di acquisto o che semplicemente trovi qualcuno in grado di produrre a prezzi più bassi dei tuoi è sempre molto alto.
Nel pieno della stagione invernale un suo celebre cliente aveva deciso di dislocare geograficamente la produzione e in pochissimo tempo Federico si era ritrovato con il 30% di fatturato in meno.
E quando lavori in un mercato iper competitivo e sei costretto a combattere ogni giorno concedendo sconti e condizioni privilegiate ai tuoi clienti perchè non ti mollino per un fornitore più economico, un calo del 30% incide enormemente sulla stabilità della tua azienda.
Federico era disperato.
Sapeva benissimo cosa avrebbe comportato una riduzione così pesante del fatturato e sapeva che, da un momento all’altro, avrebbe dovuto avviare le procedure per il licenziamento di una parte del personale impegnato in produzione. In caso contrario l’intera azienda non sarebbe sopravvissuta.
Ma non era così semplice lasciare a casa qualcuno.
L’imprenditore viene visto spesso dai dipendenti come una specie di tiranno, ma l’immagine che hanno di lui è spesso falsata. Dipendenti e collaboratori non riescono nemmeno a capire il dramma e i dubbi che si celano dietro a un licenziamento per ragioni di crisi.
Federico mi raccontò che era mentalmente distrutto e che trascorreva le sue giornate a leggere e rileggere i nomi dei suoi collaboratori, completamente incapace di agire.
Solo quando il direttore di banca si era fatto sotto per il rientro del fido, minacciando la segnalazione a sofferenza, si era deciso a tagliare i costi licenziando il personale.
Aveva affrontato anche questa sfida, licenziando un terzo dei suoi dipendenti con le lacrime agli occhi, ma con lo sguardo fermo e determinato.
Tutto quello che un imprenditore fa per non essere segnalato in Centrale Rischi
Era tornato a mettere le mani dentro l’azienda, lavorando in magazzino, nella produzione, ovunque servisse.
Lavorava 10 ore al giorno e, non appena aveva finito, si chiudeva in ufficio a spulciare numeri e pensare a soluzioni per uscire dall’incubo.
Negli anni in cui gli affari filavano lisci e nessuno immagina il periodo che sarebbe arrivato, Federico aveva ottenuto linee di credito con una facilità disarmante… è successo anche a te?
Non aveva nemmeno trattato per interessi e condizioni.
L’azienda andava a gonfie vele, problemi in vista non ce n’erano, ripagare le rate non sarebbe stato di certo un problema e quindi aveva firmato tutto ciò che c’era da firmare.
Tuttavia in una situazione di crisi quelle rate erano una condanna che strozzava ogni giorno le casse aziendali.
Gli ordini arrivavano a singhiozzo, la produzione era lenta ed inefficiente, i clienti tardavano a pagare le fatture. Non aveva le risorse per pagare tutte le spese per la gestione corrente e nemmeno, naturalmente, i debiti arretrati.
Trovandosi a dover scegliere fra pagare i fornitori o la banca, Federico aveva scelto i fornitori, aveva intuito un concetto fondamentale che spesso molti suoi colleghi ignorano…
La priorità è continuare a produrre e generare fatturato.
Se la produzione si interrompe, l’azienda smette di vivere. Da qualsiasi situazione di crisi è possibile uscire, ma solo e soltanto a condizione che il cuore pulsante della tua attività sia ancora in piedi.
Ovviamente non bisogna pagare i fornitori a caso, bisogna sempre valutare una serie di elementi fondamentali per individuare la priorità dei pagamenti. E devi fare in modo che le vendite tornino a girare in fretta.
Nel caso di Federico il periodo problematico era durato molto più a lungo del previsto, le scelte sui fornitori si erano rivelate scorrette e la mancanza di puntualità nei pagamenti delle rate dei finanziamenti aveva portato alla segnalazione in Centrale Rischi.
Sei stato segnalato in Centrale Rischi? Ecco quali problemi incontri
La segnalazione in Centrale Rischi comporta la chiusura degli accessi al sistema creditizio per l’imprenditore, i suoi garanti e tutti i soggetti in ogni modo collegati al suo codice fiscale.
Questo vuol dire che se sei stato segnalato in Centrale Rischi, presto o tardi tutte le banche con le quali stai intrattenendo rapporti di credito saranno obbligate a ridurre l’esposizione creditizia nei confronti della tua azienda.
Ma il problema non è questo, può succedere di subire una segnalazione in Centrale Rischi.
Lavorando nel modo giusto è possibile superare il momento di crisi, riorganizzare l’azienda su basi finanziarie più corrette (acquista il libro Aziende che si Finanziano da Sole per scoprire quali sono) ed ottenere la cancellazione della segnalazione.
Federico, come ti dicevo all’inizio, aveva fatto tutto da solo.
Non aveva ottenuto grossi sconti sul debito, ma liquidando il patrimonio era riuscito a pagare i suoi debiti con le banche e ad estinguere le esposizioni che avevano provocato la segnalazione a sofferenza.
Ma i problemi non erano finiti.
Le azioni da fare se sei stato segnalato in Centrale Rischi ma hai pagato il tuo debito
Dopo 4 anni, nonostante avesse estinto la linea di credito, Federico aveva ancora una segnalazione pendente.
È un problema molto più comune di quello che pensi e il mio obiettivo in questo articolo è proprio spiegarti perché ciò avviene e come devi comportarti.
Una segnalazione in Centrale Rischi è una specie di malattia che appesta te e tutti coloro che ti circondano. Infatti non coinvolge soltanto l’imprenditore come singolo, ma tutti i soggetti che girano intorno all’azienda.
Quindi non basterà chiedere un prestito a nome del tuo socio, perché il contagio avrà coinvolto anche lui e questo aggrava di moltissimo la vostra posizione.
Non tutti sanno che con una segnalazione alle spalle ottenere un prestito è IMPOSSIBILE. Hai capito bene, non difficile, IMPOSSIBILE. Ed il motivo è molto semplice.
La segnalazione dice all’intero sistema creditizio una cosa chiara ed univoca: non sei affidabile.
Tutte le banche hanno accesso alle stesse informazioni in Centrale Rischi e tutte utilizzano la CR come fulcro per il calcolo del rating. Quindi se sei stato segnalato in Centrale Rischi, nessuna banca ti concederà credito.
E questo problema continua fino a quando la posizione non è estinta e il debito non viene cancellato dai radar degli intermediari.
“Sì, ma Giuseppe non dovrebbe cancellarsi in automatico a un certo punto?”
Sì certo, la segnalazione in Centrale Rischi fa il suo normale decorso e sparisce dopo 36 mesi dalla scadenza contrattuale del finanziamento dal quale si è originata.
C’è un problema però. Questo vale a condizione che la linea di credito non sia a revoca o autoliquidante, e che quindi non non si tratti di fidi o anticipi che per natura contrattuale non hanno alcuna scadenza.
“Quindi sono spacciato?”
In realtà la cancellazione della segnalazione avviene dopo 36 mesi dall’estinzione della linea di credito in qualunque forma. Quindi anche se paghi a saldo e stralcio il tuo debito.
Al di fuori di queste condizioni, non ci sono alternative. Il sistema è piuttosto rigido.
Se incontri gente che sostiene il contrario stai alla larga, sappi che ti stanno mentendo. Le regole parlano chiaro e non è contemplato alcun altro modo di risolvere il problema.
Ma torniamo un secondo a Federico: com’è possibile che avesse ancora una segnalazione pendente a più di 4 anni dalla risoluzione del problema?
Ecco cosa devi fare se sei stato segnalato in Centrale Rischi
In teoria il processo è semplice: l’intermediario segnala l’estinzione del finanziamento —> le banche dati recepiscono l’informazione —> la tua segnalazione viene cancellata.
Purtroppo nella realtà dei fatti spesso le cose vanno diversamente, così come è successo a Federico.
Partendo dal presupposto che ci sono 4 banche dati finanziarie e che ognuna di queste lavora secondo le sue regole, il modus operandi dell’imprenditore non addetto ai lavori è più o meno sempre lo stesso.
Mosso dal senso di colpa per il debito non pagato, dalla vergogna o semplicemente dalla paura delle azioni della banca, provi a contrattare delle condizioni di rientro sostenibili.
Sacrifica qualche anno della sua vita, spesso mette a repentaglio la sopravvivenza dell’azienda, del cuore operativo del suo progetto imprenditoriale, ma alla fine riesce ad estinguere la sua posizione.
A quel punto aspetta che gli eventi facciano, naturalmente, il loro corso.
Solo che spesso questo non succede. Se dopo anni dall’estinzione del debito, ti trovi ancora con una segnalazione a pesare sulle tue scelte quotidiane, leggi con attenzione quello che sto per dirti.
I 2 errori che tutti commettono in casi come questi sono:
- non aver ottenuto la lettera liberatoria;
- presentare reclamo alla banca dati.
Nessuna di queste due è una scelta nemmeno lontanamente sensata.
Se hai una segnalazione per un finanziamento che hai estinto in qualunque modo, devi seguire una procedura specifica. L’iter per la risoluzione di questo problema è complesso, ma d’altronde non hai alternative, non puoi rimanere con una segnalazione pendente per sempre.
- Recupera la lettera liberatoria. Niente di quello che fai ha senso o raggiungerà l’obiettivo a meno che tu non tenga quel documento ben stretto fra le tue mani.
- Presenta reclamo alla finanziaria. È lei che doveva occuparsi di informare le banche dati, quindi è da lei che devi andare a “lamentarti”.
- Sollecita risposta. Il tuo caso potrebbe essere finito in un plico enorme di scartoffie senza senso e a nessuno interessa di occuparsi della tua problematica in particolare, quindi devi pensarci tu.
- Trasmetti la risposta alla banca dati. Prenditi in carico della comunicazione.
- Sollecita riscontro. Se le cose non cambiano insisti, chiedi che ti venga data una risposta.
È un iter articolato, che costa tempo e fatica e lo so bene che, in quanto imprenditore, il tempo è la risorsa più preziosa per te.
Sprecare giorni, settimane o mesi nell’attesa che la tua situazione si risolva è snervante, ma sopratutto è rischioso.
Semmai dovessi avere la necessità di una linea di credito per moltiplicare i risultati del tuo progetto imprenditoriale, non potrai accedere al credito bancario.
“Come posso agire più in fretta?”
Per i casi come il tuo, in cui ogni minuto è fondamentale io consiglio sempre di avvalersi di un team di esperti, che non fa altro dalla mattina alla sera e che è in grado di intervenire con precisione e velocità.
Con più di 1816 casi gestiti e circa 300 imprenditori in crisi seguiti quotidianamente (in media), il mio staff viene utilizzato dai clienti per liberare la loro azienda dai debiti, iniziando con una valutazione iniziale del rischio e più in generale della tua situazione in azienda.
Questo primo passo, questa analisi iniziale è fondamentale per poter lavorare con il massimo dell’efficienza, per non accettare piani di rientro a caso e non sperperare le poche liquidità ripartendole a caso fra i creditori.
Rientra tutto nel Metodo Di Domenico Debiti™, e perché funzioni anche per te, liberandoti dal debito, bisogna capire appunto, se siamo nelle condizioni per intervenire a risolvere i tuoi problemi di indebitamento.
Sono una persona molto onesta, amo le cause difficili, non tollero di perdere, quindi te lo dico chiaramente: se non c’è nulla che possiamo fare, perché la tua situazione è troppo grave, non ti chiederò un centesimo.
Per capirlo, per sapere esattamente a che punto si trova la tua azienda, abbiamo messo a punto una specifica procedura che ci permette di approfondire nel dettaglio la situazione della tua azienda e il livello di rischio al quale sei esposto, la Consulenza Strategica StratExit™.
Puoi saperne di più e richiedere GRATUITAMENTE la Consulenza Strategica StratExit™.
Scoprirai cosa rischi veramente, cosa è ancora possibile fare, come intervenire, qual è la direzione migliore da prendere e come agire applicando i principi del Metodo Di Domenico Debiti™, l’unico metodo scientifico per la risoluzione dei problemi finanziari delle piccole e medie imprese liberandole dai debiti.
Richiedi ORA il tuo COLLOQUIO RISERVATO.