

L’ultima bozza della nuova Legge di Bilancio introduce una novità importante sui debiti fiscali, che ha attirato l’attenzione dei quotidiani e dei telegiornali.
Non è passata inosservata, infatti, la notizia che il governo stia cercando di mettere in vendita i crediti di Equitalia per incassare, si stima, circa 4 miliardi di euro se tutto va secondo i piani.
Ma la novità ha suscitato più che altro malumori.
L’articolo che dispone la “cessione di tutti i carichi dal 2000 al 2010 affidati all’agente della riscossione” ai privati, inserito nella Legge di Bilancio con l’obiettivo dichiarato di fare cassa in tempi brevi e alleggerire i bilanci dello Stato, ha sollevato non poche polemiche.
Per di più ingiustificate, a mio avviso.
Cosa ci sarebbe di così sbagliato in questa manovra?
Le banche e le finanziarie adottano questo meccanismo da anni ed un malato terminale come l’amministrazione finanziaria del Bel Paese trarrebbe senz’altro beneficio da questo genere di manovra.
Più di un beneficio, a dire il vero.
Si riuscirebbero a monetizzare in fretta crediti che, fino ad oggi, l’ente preposto della riscossione non è riuscito ad incassare, lo Stato potrebbe ripulire i propri bilanci da crediti che di fatto sono inesigibili e, in generale, si otterrebbe una riduzione del costo di gestione di questi crediti.
Niente dipendenti para-pubblici da assumere per smaltire l’arretrato. Niente procedure difficili e incomprensibili. Niente costi occulti a carico di cittadini e imprese.
In un colpo solo verrebbero venduti ai privati tutti i crediti che Equitalia ha (mal)gestito per anni, che sarebbero acquistati per una frazione del loro valore da società specializzate nella gestione di questo genere di posizioni.
Resterebbero esclusi dalla manovra i crediti successivi al 2010 e quelli per i quali sono in atto procedure concorsuali, rateizzazioni e rottamazioni. In pratica tutti i crediti per i quali c’è ancora qualche speranza di recuperare le imposte evase, le sanzioni e gli interessi.
Lasciando a chi lo sa fare per mestiere, il compito più difficile.
Date a Cesare quel che è di Cesare, insomma.
E invece no, come spesso capita alle norme veramente utili, l’accoglienza è stata tutt’altro che positiva.
Si tratta di una manovra molto innovativa per un Paese ingessato come l’Italia.
Una vera e propria ventata di freschezza in una nazione nella quale il sistema fiscale punitivo e vessatorio è una delle cause del dissesto economico e finanziario delle imprese, ma anche dei privati.
Dio benedica chi ha lanciato quest’iniziativa.
Non riesco proprio a capire l’atteggiamento ostile rispetto a questa succulenta novità inserita in una legge di Bilancio altrimenti insapore.
Chi si oppone a questa manovra porta avanti una tesi tutto sommato condivisibile, ma solo se si guarda al bicchiere mezzo vuoto.
Qualora il Governo riuscisse veramente a mettere in vendita i crediti Equitalia ai privati, con una maxi-asta riservata agli operatori specializzati, verrebbero meno i vincoli imposti dalla legge per arginare la ferocia dell’Agente per la Riscossione.
Come forse saprai, ad esempio, Equitalia non può iscrivere ipoteca sui beni immobili se il debito non supera i 20 mila euro, non può procedere al pignoramento per debiti inferiori ai 120 mila euro e non può portare all’incanto la “prima casa”.
Questi strumenti di tutela, se il debito venisse venduto a società private, verrebbero effettivamente a mancare. Gli acquirenti, infatti, dovrebbero seguire il rito ordinario, la procedura prevista dal codice civile per la riscossione del credito.
Non sarebbero tenuti a seguire il procedimento “privilegiato” previsto per Equitalia, né dovrebbero però rispettare le limitazioni di raggio d’azione che durante gli anni di crisi economica sono state introdotte per ridurre la pressione sui contribuenti in difficoltà.
Ma sarebbe davvero così terribile?
Non credo.
I debiti fiscali rappresentano, per come sono gestiti attualmente, uno scoglio insormontabile per chiunque si trovi in crisi di liquidità e abbia l’esigenza di risanare i propri conti per ripartire.
Si può trattare con tutti, anche con i creditori più accaniti, e lo si può fare fino all’ultimo secondo. Fino a quando i beni pignorati non vengono comprati all’asta da qualcuno.
Ma fino a quel momento, tutto è nelle mani di chi gestisce la trattativa e di chi, nel frattempo, si concentra sul rilanciare la propria azienda riprogettando il modello di business, in modo che possa funzionare senza finanziamenti terzi.
L’unico grosso, enorme, ostacolo restano i debiti fiscali.
Con il fisco non si tratta. Punto.
Ogni imprenditore in difficoltà, ad un certo punto, messo spalle al muro, è costretto a decidere di lasciare indietro qualche pagamento. E quando scegli di farlo con i debiti fiscali, devi mettere in conto l’esplosione del debito causata dalle sanzioni e degli interessi.
Ma soprattutto, non puoi non tenere in considerazione che l’unica cosa da fare è pagare ratealmente gli importi dovuti.
Nessun tavolo di trattativa. Nessun accordo di saldo e stralcio. Nessuna soluzione transattiva.
Questo a meno che tu non decida di dichiarare fallimento, aderire a una procedura fallimentare o sottostare, qualora tu ne abbia la possibilità, agli obblighi imposti dalla legge sul sovraindebitamento di recente introduzione.
Al momento altre strade non ce ne sono.
Ma se passasse questa norma?
Se veramente il Governo riuscisse a far approvare la norma per mettere in vendita i crediti Equitalia, la situazione potrebbe cambiare radicalmente per migliaia di piccoli imprenditori in difficoltà.
Qualora venissero venduti alle società di recupero crediti per una frazione del loro valore nominale, i debiti fiscali sarebbero per la prima volta nella storia del sistema fiscale italiano, negoziabili.
In pratica si potrebbe trovare un accordo con il nuovo creditore per estinguere il debito pagando solo una porzione del suo importo nominale, liberando per sempre l’azienda dal fardello dei debiti fiscali accumulati negli anni di crisi.
Già.
Quello che a quanto pare nessuno prende in considerazione è il fatto che, se 600 miliardi di crediti vengono venduti per circa 4 miliardi, l’operazione di cessione potrebbe portare notevoli benefici per le casse e i bilanci delle aziende che quei debiti li devono pagare.
Quale sarebbe il danno provocato da una gestione di questo tipo?
Praticamente nessuno.
Certo, tutti sarebbero costretti a trovare una soluzione definitiva per estinguere i propri debiti fiscali, bisognerebbe investire qualcosa nel ripianamento dei debiti aziendali, ma i vantaggi di una gestione di questo tipo sarebbero innegabili.
La possibilità di negoziare condizioni di chiusura differenti dal “paga tutto e alle mie condizioni” è senza dubbio meritevole di essere esplorata, pur con tutte le precauzioni del caso per evitare che i cittadini più deboli possano essere penalizzati.
“E se non avessi solo debiti fiscali?”
Mentre incroci le dita sperando che la legge di Bilancio resti inalterata, puoi affrontare la crisi finanziaria della tua azienda a partire dalla gestione degli altri debiti.
Anche se non puoi trattare con il fisco, è possibile intervenire sui debiti che hai con tutti gli altri creditori.
Le esposizioni con le banche, le finanziarie, le società di leasing, i fornitori e i dipendenti possono essere negoziate con l’aiuto di un esperto in grado di stabilire le priorità, chiudere gli accordi e liberare la tua azienda dai debiti, lasciando a te il tempo di dedicarti al rilancio del tuo business.
La gestione strategica del processo di risanamento finanziario può portare in pochissimo tempo al rilancio di un’azienda in crisi.
Ma devi giocare bene le tue carte.
Ora hai due strade davanti a te.
Puoi ignorare tutto quello che hai letto in questo articolo e tornare ad affrontare i problemi della tua azienda come hai fatto fino ad ora, incrociando le dita nella speranza che la fortuna inizi a ricordarsi di te, più di quanto non abbia fatto fino ad oggi.
Oppure puoi fermarti a riflettere su quello che hai appena letto e sulla mossa giusta da fare adesso.
Ogni giorno porto avanti con il mio staff i piani di ristrutturazione finanziaria di centinaia di clienti che si trovavano in una situazione di difficoltà simili a quella che stai attraversando tu.
Applichiamo il Metodo Di Domenico Debiti™, un metodo di lavoro testato su più di 1.700 casi reali, che minimizza il rischio di commettere errori e ti evita di bruciare i pochi soldi che hai in soluzioni inutili o addirittura dannose, che anziché migliorare la tua condizione economica la peggiorano senza rimedio.
Ma ti conviene sbrigarti a decidere.
Più tardi iniziamo il processo di risanamento della tua azienda, più sarà costoso e difficile da realizzare.
Ad maiora
Giuseppe
Insieme potremo capire qual è il piano ideale per te, per tirare fuori dalle sabbie mobili in cui sta sprofondando la tua azienda.