

Ci sono errori nel modo in cui stai utilizzando il fido bancario che rischiano di trascinare a fondo la tua azienda.
Eh, già.
Ti mettono a disposizione dei soldi e, giustamente, pensi di poterli utilizzare come credi, in base alle esigenze di cassa della tua attività, ma non è così.
In questo articolo voglio spiegarti quali sono gli errori più comuni nell’utilizzo del fido di cassa che rischiano di portarti direttamente alla revoca del fido bancario.
Partiamo con una domanda.
Hai presente il sassolino che scende dalla montagna, diventando una valanga, che trascina con sé tutto ciò che incontra nel suo cammino?
Secondo me è un’immagine che descrive perfettamente la maggior parte dei fallimenti aziendali. Non trovi?
Molti dei miei articoli parlano del perché le imprese italiane falliscono alla velocità di 390 al giorno, del motivo per il quale solo le grandi aziende riescono ad andare avanti nonostante la mole gigantesca di debiti accumulata mentre i piccoli imprenditori e i commercianti si trovano costretti a portare i libri in tribunale a volte per importi tutto sommato modesti.
Le storie che racconto sono ricche di particolari.
E lo sono per due ragioni. Da un lato mi appassiono ad ogni caso difficile da risolvere, al punto che per il periodo che sono sotto la nostra ala protettiva, tratto le aziende dei miei clienti come fossero la mia.
Dall’altro, la ragione che mi spinge a raccontare anche i particolari più crudi delle crisi aziendali è la volontà di far risuonare gli impedimenti radicati nella mentalità degli imprenditori con cui lavoro che voglio estirpare articolo dopo articolo, video dopo video, libro dopo libro…
Questi impedimenti sono:
- i sensi di colpa per non avercela fatta, cioè quella convinzione di non essere stati abbastanza bravi, abbastanza intelligenti, abbastanza fortunati o abbastanza svegli da far sopravvivere l’azienda;
- la vergogna per aver accumulato debiti con le banche, le finanziarie, i fornitori e i dipendenti praticamente senza rendersene conto. Quella vergogna che ti spinge a pagare senza criterio i tuoi creditori ed a mettere ancora più in difficoltà la tua impresa.
Questi sentimenti “scorretti”, questi “errori di programmazione”, sono a mio parere la causa per la quale gli imprenditori alzano la mano per chiedere aiuto quando e troppo tardi, ma soprattutto la ragione per cui nel frattempo commettono errori grossolani e maldestri nella gestione dell’azienda quando iniziano a mancare i soldi in cassa.
Errori dettati dalla fretta e dalla pressione che sentono addosso, che non avrebbero mai commesso se fossero stati completamente in se.
Serve freddezza, lucidità e una buona dose di conoscenze finanziarie per affrontare la crisi di un’azienda.
Per le prime due non posso fare molto, se non dirti che è necessario tu rimanga lucido e freddo dando spazio a tutta la tua razionalità. Sul terzo punto, invece, posso aiutarti eccome.
Posso regalarti le conoscenze che ti servono per affrontare la crisi aziendale in modo che, anche
nel peggior momento di panico, tu abbia una linea guida in grado di salvarti da errori fatali.
Di quali errori sto parlando?
Come avrai capito in questo articolo parliamo delle scelte che riguardano gli affidamenti bancari ed in particolare di quelle decisioni che devi prendere per evitare la revoca del fido bancario.
Ma cosa significa revocare il fido bancario?
La revoca del fido bancario è una delle azioni dei creditori che più di ogni altra genera conseguenze gravissime, ma spesso sottovalutate, che si ripercuotono sull’intera struttura finanziaria dell’azienda.
Sembra che esageri vero?
Lascia che ti racconti la storia di un mio cliente.
Come il direttore di banca ti raggira mentre ti inc***a con la revoca del fido bancario
Marco entra in ufficio, teso e agitato, ma non più del solito.
E’ stata una buona giornata, nel limite del possibile, ci sono ancora diversi creditori da pagare ma un po’ grazie alla sua parlantina, un po’ con l’elasticità di cassa garantita dal suo fido bancario, riesce ad andare avanti stringendo i denti.
Il suo telefono squilla. E’ il direttore della sua unica banca.
Hai provato anche tu quella sensazione vero? Un fremito lungo la schiena, una punta di sudore freddo, la voce che non trema solo perché gli anni di esperienza ti hanno insegnato a mascherare come si deve.
Lui però è tranquillo. “Voglio solo fare una chiacchierata” dice, parla tranquillo, come se nulla fosse.
Marco ha tirato un sospiro di sollievo, ha fissato un appuntamento, e si è preparato ad incontrare il caro e buon vecchio direttore di banca.
Quelle folli proposte di rientro del fido che non devi mai accettare
Quando arriva in filiale però, predisposto nel migliore dei modi dal tono gentile della telefonata, viene subito fuori la verità, il vero intento del direttore gentile.
I numeri non funzionano, i dati parlano chiaro, Marco deve accordarsi per un piano di rientro.
L’errore tipico in casi del genere è sempre lo stesso: accettare di tutto.
Non è ciò sul quale voglio concentrarmi nell’articolo che stai leggendo, ho parlato molte altre volte di come devi approcciarti agli accordi che ti vengono proposti, quindi non mi dilungherò, ma sappi che accettare passivamente tutto ciò che ti viene proposto NON è la soluzione.
Hai più potere in mano di quello che pensi e puoi usarlo a tuo vantaggio in trattativa, anche se hai rilasciato quelle maledette fideiussioni.
Ma per fare alle banche una pronta che possono accettare, devi proporre loro qualcosa che desiderano davvero.
Torniamo alla storia.
Marco aveva accettato il piano di rientro, fatto un enorme mea culpa ed era detto assolutamente intenzionato a ridare tutto fino all’ultimo centesimo alla banca.
Qual è stato il suo errore, dunque?
Aveva deciso di accettare quel piano di rientro nella convinzione di uscire per andare a chiedere i soldi ad un’altra banca. Di ripagare quel debito ottenendo un finanziamento di pari importo per coprire il piano di rientro.
Un po’ come quegli imprenditori che firmano l’accordo per il piano di rientro nella convinzione di poterlo coprire anticipando le fatture.
Il problema è che le banche si parlano e sanno tutto della tua azienda.
Non è che i direttori si incontrano al bar e si scambiano informazioni, ma le banche comunicano in continuazione fra loro.
In che modo?
Tramite la Centrale dei Rischi, il grande database di cui parlo qui, che devi assolutamente conoscere se vuoi fare impresa.
Quindi ogni volta che ti interfacci con una banca, questa comunica automaticamente i tuoi movimenti, cosa hai fatto, qual è più in generale la tua condizione economica.
Lo comunica al grande database gestito dalla Banca d’Italia che a sua volta viene consultato da tutte le banche quando si trovano a dover decidere se concedere finanziamenti all’imprenditore di turno.
Quindi nel momento in cui una banca comunica che devi rientrare di un’esposizione, ecco che agli occhi di tutte le altre risulti inaffidabile.
“Ma perché era arrivato alla revoca del fido bancario?”
Quali sono gli errori che ti portano alla revoca del fido bancario?
Ci ho messo un po’, lo ammetto, ma eccoci arrivati alla parte saliente.
Vuoi sapere cosa è successo perché gli venisse revocato il fido?
Gli errori sono 4, alcuni dei quali strettamente collegati. Commetterne uno o più di uno, ti porterà direttamente in quell’ufficio a domandarti cos’hai sbagliato e come hai fatto a ritrovarti spalle al muro.
Errore 1: fare l’investimento sbagliato con i soldi del fido bancario
Molti imprenditori chiedono un fido di cassa per avere liquidità, ma non lo utilizzano nella maniera corretta. Ma un uso improprio di questo strumento è a dir poco fatale.
I soldi dei fidi non possono essere utilizzati per investimenti senza un ritorno economico di breve periodo.
Cosa significa?
Se per esempio acquisti un macchinario che pensi ti serva per migliorare la tua produzione, ma il guadagno che ti dà nel breve periodo non è equivalente a quello della spesa che hai fatto, hai un problema.
Devi porti alcune semplici domande:
- In quanti mesi, giorni, anni, il macchinario mi ripagherà?
- Di che durata è il finanziamento?
- Le due cose coincidono?
Se la risposta è no, allora stai compiendo una scelta molto rischiosa.
Il periodo di ritorno dell’investimento infatti deve coincidere con l’ammortamento del macchinario stesso.
Il fido infatti combacia con un’esigenza temporanea, da ripianare nell’immediato, in un limite di tempo di 30-60-90 giorni al massimo.
Errore 2: utilizzare il fido bancario “a tappo”
È importantissimo che tu non sfrutti mai il tuo fido per più dell’80% dell’importo concesso. L’utilizzo al 90 o addirittura al 100%, infatti, fa sì che tu appaia disperato agli occhi delle banche.
Quando dico cose come “che tu appaia”, “la banca pensa”, “che risulti”, non sto parlando di generiche impressioni, ma di un valore che ti viene dato in base alle azioni che compi.
Un vero e proprio punteggio, somma delle scelte che fai, che determina il trattamento che riceverai.
Errore 3: non usare il conto corrente su cui appoggia il fido bancario
Quando dico non usarlo non intendo che tu lo abbandoni lì dimenticato, ma che ogni fine mese il tuo conto ha esattamente lo stesso saldo del mese precedente, perché i movimenti in entrata e in uscita si equivalgono.
Capita soprattutto quando ogni singolo bonifico è vitale per la sopravvivenza della tua azienda. Quando sei tirato oltre i limiti più ragionevoli.
In casi del genere agli occhi della banca tu non stia utilizzando il conto e dunque hai pochi incassi.
Non c’è guadagno, non c’è un aumento del fatturato e questo di certo non è un buon segnale per loro.
Errore 4: spostare gli incassi su un altro conto
Capita spesso che tu abbia un conto corrente che ti preoccupa di più, magari perché il direttore è più incisivo, più pressante, perché ti assilla maggiormente e nel tuo immaginario quello diventa un conto al quale stare più attenti.
Quindi sposti i tuoi soldi dal conto A al conto B ed il risultato per la banca è lo stesso di cui abbiamo parlato poco fa. Aumenta la percezione è che tu non stia facendo movimenti su quel conto e quindi hai pochi incassi.
Quali sono le conseguenze degli errori di utilizzo del fido bancario e come rimediare
Se incappi in uno o più di questi errori e li porti avanti nel tempo, i risultati sono tendenzialmente due:
- L’incaglio, ossia quella situazione nella quale ti trovi in momentanea difficoltà economica che non provocano la revoca del fido bancario ma delle procedure di rientro più soft, meno aggressive
- La sofferenza, conseguenza molto più grave che segue normalmente l’incaglio e che invece attiva tutti gli strumenti di recupero credito hard disponibili.
Il problema è che non viene pregiudicato il tuo rapporto con una singola banca, ma con tutte quelle del sistema bancario perchè, come ti accennavo prima, le informazioni arrivano direttamente o indirettamente a tutti gli istituti di credito.
Questo fa scaturire un vero e proprio effetto valanga, per cui tutte le banche con le quali hai rapporti pretendo che tu rientri e da un giorno all’altro ti ritrovi senza nessuno che ti concede credito.
Il mio consiglio è semplice: tieni sempre a mente questi 4 errori ed evitali come la peste.
Come?
- Calcola sempre con la massima precisione possibile il vantaggio che trai dalle spese che fai con le tue linee di credito;
- Utilizza il fido all’80%, programma le tue uscite in modo da non sforare mai questa percentuale;
- Muovi il denaro sul conto corrente in modo che risulti sempre attivo;
- Non spostare gli incassi da un conto a un altro se non c’è una strategia finanziaria precisa dietro questa scelta.
Le regole che ti ho dato valgono per evitare la revoca del fido bancario, che sono uno strumento finanziario importantissimo per l’imprenditore che si trasforma però spesso in un’arma a doppio taglio.
Ma ci sono molte altre cose alle quali pensare nel momento in cui ti trovi in una situazione di mancanza di liquidità… devi pensare a come trattare con i creditori, come gestire il tuo rapporto con le banche, come approcciarti ai fornitori o ai dipendenti arrabbiati.
Il lavoro dell’imprenditore è un difficile percorso su un filo, teso fra due palazzi, e rimanere in equilibrio senza cadere nel vuoto, non è roba da poco.
“Esatto, Giuseppe, come faccio a stare dietro a tutto?”
Se leggi i miei articoli dall’inizio alla fine, acquisti il mio libro Aziende che si Finanziano da Sole, che trovi QUI, dove spiego passo passo come trovare la liquidità che ti serve anche nei momenti peggiori hai già un buon percorso da seguire.
Certo, richiederà tempo e il tempo è il tuo bene più prezioso, ma ce la farai.
Io non so come sia messa la tua azienda, quale sia la tua particolare condizione, che rischi corri, che posizioni scoperte hai, che punti di forza potresti usare in una trattativa con la banca.
Insomma, non conosco i tuoi problemi in particolare, ma quello che posso dirti è che l’approccio che propongo in questo articolo, non vale solo per i fidi di cassa, ma si applica a tutto.
Ci sono infatti molte aree finanziarie che vengono gestite dall’imprenditore in maniera errata, e che io nel corso degli anni ho studiato per sviscerarne i segreti.
Per questo arrivo ad ottenere sconti sul debito fino al 93% per i miei clienti.
Con più di 1816 casi gestiti e circa 300 imprenditori in crisi seguiti quotidianamente (in media), il mio staff viene utilizzato dai clienti per liberare la propria azienda dai debiti, iniziando con una valutazione iniziale del rischio e più in generale della tua situazione in azienda.
Questo primo passo, questa analisi iniziale è fondamentale per poter lavorare con il massimo dell’efficienza, per non accettare piani di rientro a caso, come ha fatto Marco, per non sperperare le poche liquidità ripartendole a caso fra i creditori.
Rientra tutto nel Metodo Di Domenico Debiti™. Ma perché funzioni anche per te, liberandoti dal debito, bisogna capire appunto, se siamo nelle condizioni per intervenire a risolvere i tuoi problemi di indebitamento.
Sono una persona molto onesta, amo le cause difficili ma non tollero di perdere, quindi te lo dico chiaramente: se non c’è nulla che possiamo fare, perché la tua situazione è troppo grave, non ti chiederò un centesimo.
Per capirlo, per sapere esattamente a che punto si trova la tua azienda, abbiamo messo a punto una specifica procedura che ci permette di approfondire nel dettaglio la situazione della tua azienda e il livello di rischio al quale sei esposto, la Consulenza Strategica StratExit™.
Puoi saperne di più e richiedere GRATUITAMENTE la Consulenza Strategica StratExit™.
Scoprirai cosa rischi veramente, cosa è ancora possibile fare, come intervenire, qual è la direzione migliore da prendere e come agire applicando i principi del Metodo Di Domenico Debiti™, l’unico metodo scientifico per la risoluzione dei problemi finanziari delle piccole e medie imprese liberandole dai debiti.
Richiedi ORA il tuo COLLOQUIO RISERVATO.