

I debiti si sono accumulati e hai perso il conto di quanto devi pagare veramente.
Negli anni, con l’aiuto del ragioniere che ti prepara le dichiarazioni dei redditi, hai cercato di sfruttare tutti i trucchetti possibili per nascondere la crisi alle banche, presentando un bilancio più bello di quanto non fosse in realtà.
Hai provato di tutto, sperando che l’anno dopo le cose migliorassero. Hai incrociato le dita nell’attesa di quell’ordine che ti permettesse di mettere a posto le cose, di sistemare quei numeri che oggi ti fanno paura.
Non sei uno sprovveduto e ti sei informato sulle conseguenze delle scelte che hai fatto per restare in piedi. La paura ti ha assalito solo quando, dopo l’ultima dichiarazione, il ragioniere ti ha detto “basta, questo è l’ultimo anno!”.
Ti è crollato il mondo addosso, perché nemmeno lui sai più cosa fare.
Non è giusto che ti lasci così.
D’altronde, se sei arrivato a questo punto, è anche colpa sua.
Stai pagando migliaia di euro in rateazioni di cartelle esattoriali per gli errori che ha commesso. Il tuo patrimonio è a rischio perché, nonostante la crescita del fatturato, non ti ha mai fatto trasformare la ditta in società a responsabilità limitata. Se il tuo bilancio contiene così tanti “errori” è perché lui non ti ha aiutato a sistemarli negli anni.
Ma tutto sommato, non è questo che ti strazia l’anima.
Non è il momento di cercare le colpe.
Sei stanco di lottare, ma allo stesso tempo non vuoi lasciare andare il lavoro di tutta la vita.
Sai cosa ti aspetta da qui a poco. Hai vissuto altri momenti di crisi. Ma hai la sensazione che questa volta sia diverso.
I fornitori faranno a gara per rincorrerti al telefono e non ti permetteranno più di concentrarti sul tuo lavoro.
Come se non bastasse inizierai a sentire il fiato sul collo del direttore di banca.
D’altronde, il tuo aguzzino ti ha già chiamato per anticiparti che ci sono dei problemi per rinnovarti gli affidamenti e che probabilmente te li ridurranno.
Ogni caso che ho vissuto e per il quale ho combattuto fianco a fianco con gli imprenditori in difficoltà parte da una situazione simile a questa.
Nella maggior parte dei casi, lo ammetto, non c’è solo questo. Le cose sono sempre molto più ingarbugliate di così.
Questo perché prima di arrivare da me ogni imprenditore come te ha già portato avanti un certo percorso e lo scenario che mi ritrovo davanti è certamente il risultato della crisi aziendale, ma anche delle scelte fatte per provare a rimediare.
Ogni imprenditore in crisi ha fatto cose, sentito persone e tentato soluzioni.
Già… tentato…
Sembra che quando un’azienda è in difficoltà procedere per tentativi sia l’unico metodo di lavoro conosciuto dai consulenti che gravitano intorno alle piccole imprese. L’imprenditore e i professionisti con cui lavora abitualmente vanno avanti per tentativi ed errori.
Funziona più o meno così. Il professionista fa i tentativi, all’imprenditore tocca pagare lo scotto degli errori.
Non conosco imprenditore in difficoltà che sia rimasto con le mani in mano quando si è reso conto di essere in difficoltà. E tu che stai leggendo questo articolo, sei sicuramente tra quelli più avanti.
Tutti hanno provato a risolversi da soli il problema.
La maggior parte si è anche rivolto al proprio commercialista o a un altro consulente di fiducia.
In molti degli incarichi che ho avuto negli ultimi anni, chi ha lavorato prima di me non è nemmeno arrivato vicino al nocciolo del problema. Per questo motivo non è riuscito ad indirizzare l’azienda cliente verso la soluzione migliore.
Nel metodo di lavoro dei professionisti tradizionalmente vicini all’imprenditore, quando ne hanno uno, manca un elemento fondamentale di ogni processo di ristrutturazione.
L’analisi dello stato dei fatti da ogni angolazione rilevante per risolvere il problema.
Mi spiego meglio tra qualche riga.
Per ora ti basti sapere che quello che gli racconti quando vai nel suo studio a parlare dei problemi della tua azienda è sicuramente importante, ma non è sufficiente ad elaborare una strategia difensiva né tantomeno a trovare delle soluzioni.
Il tuo punto di vista sulla crisi che stai attraversando è sicuramente fondamentale, ma da solo non basta. Anche perché altrimenti avresti risolto da solo il problema.
Manca la visione d’insieme. Ma non è colpa tua.
Per costruire un piano d’azione per tirarti fuori dalla melma sono necessarie informazioni che tu non puoi avere. A meno che di mestiere non aiuti aziende ad uscire da una situazione economica compromessa.
Informazioni necessarie, essenziali, quasi vitali per programmare qualsiasi mossa a difesa di quello che hai costruito, della tua azienda e della tua casa.
Troverai in questo articolo una dettagliata spiegazione delle informazioni di cui qualunque professionista ha bisogno per poter anche solo immaginare un piano di ristrutturazione aziendale.
Se quello al quale ti sei affidato non le conosce, beh, probabilmente non sei in buone mani.
L’importanza di avere informazioni complete prima di fare ogni azione necessaria a salvare l’azienda: una storia vera
Prima di continuare devo farti una premessa.
Tutto quello che scrivo in questo articolo è vero se l’obiettivo del piano di ristrutturazione delle esposizioni debitorie da mettere in piedi è quello di tutelare l’imprenditore, salvare la sua attività e preservare il suo patrimonio, nei limiti di quanto è possibile e permesso dalla legge.
Negli altri casi, non serve quello che sto per dirti. O serve meno.
Se l’obiettivo è quello di salvare l’azienda allora sarai d’accordo con me che procedere per tentativi, quasi a caso e senza conoscere quegli aspetti del problema fondamentali per evitare di commettere errori e sprecare il denaro disponibile non è la soluzione migliore che tu possa seguire.
Vuoi un esempio tratto dalla vita reale? Ti accontento.
Ho ricevuto qualche tempo fa un imprenditore edile accompagnato da un suo consulente. Un anziano signore dall’aria molto esperta, che prima di presentarsi mi ha recitato un impressionante curriculum.
La situazione era questa.
Proprietà immobiliari pignorate da vari istituti di credito, alcune gravate da una precedente ipoteca, altre libere fino al pignoramento. Le risorse economiche dell’imprenditore praticamente inesistenti. In una condizione del genere l’esperto consulente ha chiuso un accordo con una banca per uno stralcio su un immobile pignorato.
Gran risultato, ha pensato il cliente.
Peccato che nella stessa procedura si fossero accodati (tecnicamente: insinuati) altri creditori, tra i quali Equitalia, per centinaia di migliaia di euro. Di conseguenza l’immobile è andato comunque all’asta e il cliente ha bruciato tutta la sua liquidità in un’operazione di stralcio sostanzialmente inutile.
In una situazione delicata come quella che stai attraversando, con una tensione finanziaria spaventosa sui tuoi conti correnti, difficoltà a rientrare delle posizioni debitorie pendenti ed a pagare le spese correnti per mandare avanti l’attività procedere per tentativi che rischiano di bruciare le poche riserve di denaro che hai ancora a disposizione, potrebbe essere un grosso problema.
Per questo motivo prima di intervenire con azioni casuali è necessaria una valutazione della situazione da diverse angolazioni.
Un processo di analisi articolato, che necessita di diverse abilità professionali, a dire il vero.
Difficilmente potrai trovarle nel ragioniere che tiene la tua contabilità o nell’avvocato di paese. Semplicemente perché hanno altre specializzazioni. Non quelle che servono a te ed alla tua azienda.
Per poter immaginare una soluzione alle problematiche della tua azienda, hai bisogno di un professionista in grado di valutare lo stato dei fatti dal punto di vista dei tuoi creditori, in modo da far emergere gli aspetti di maggiore vulnerabilità e da valutare le possibilità di massimizzazione del valore degli asset aziendali.
Ma quali sono gli aspetti che dovresti conoscere prima di mettere mano ai tuoi debiti?
Le informazioni che dovresti assolutamente raccogliere prima di fare la prossima mossa per salvare l’azienda, sistemare i debiti ed evitare il fallimento
#1 – Sostenibilità e redditività dell’attività caratteristica
Il primo aspetto da prendere in considerazione per preparare il tuo piano di risanamento è la capacità della tua azienda di continuare a lavorare. Bisogna mettere mano ai numeri per capire se la gestione economica della tua azienda è ancora sana oppure è compromessa.
Cosa vuol dire?
In pratica che l’attività può essere salvata solo se funziona quanto meno al livello di gestione ordinaria. Quindi nel caso in cui la differenza tra le entrate e le uscite della gestione caratteristica della tua azienda sia positiva.
In caso contrario ci sono solo due alternative.
La prima consiste nell’intervenire sulla riduzione dei costi di gestione. Qualora i ricavi siano inferiori alle spese, devi trovare nei numeri di bilancio quei costi operativi che puoi ridurre mantenendo costante il fatturato.
Puoi provare ad esempio a ridurre il costo dell’affitto, a spendere meno per l’acquisto delle materie prime, ad abbassare il costo dei trasporti o di altre spese correlate alla produzione dei tuoi beni o all’erogazione dei tuoi servizi.
Se questo non è possibile, non ti resta altro da fare che ridimensionare la tua attività al punto in cui puoi mettere a frutto le tue competenze, le tue capacità e la tua voglia di fare per lavorare in una dimensione più piccola e più gestibile.
#2 – Grado di rischio patrimoniale
Una volta aver valutato la parte operativa della tua azienda ed aver capito che ci sono i margini per continuare a lavorare, devi concentrarti sull’analisi di un altro aspetto.
Il grado di rischio patrimoniale tuo e della tua azienda.
Gli immobili che hai acquistato, le case che hai ereditato e tutto il patrimonio intestato a te e alla tua famiglia o incapsulato in una di quelle società immobiliari che andavano tanto di moda negli anni ’80 e ’90 devono essere portati alla luce, considerando diversi aspetti.
Bisogna fare una precisazione.
Il rischio patrimoniale è direttamente collegato alle garanzie che i soci o i familiari hanno prestato alla società. Questo vuol dire che sono naturalmente salvi tutti i beni intestati a persone che non sono legate all’attività di impresa e non hanno garantito per i debiti contratti dalla società.
Un discorso a parte lo meritano le società di persone.
I titolari di ditte individuali, società in nome collettivo e società in accomandita semplice rispondono comunque dei debiti sociali con il proprio patrimonio.
So che la forma societaria non è stata una tua scelta, ma purtroppo ti hanno fatto commettere un errore.
Quanto ti costerà questo sbaglio? Bisogna misurarlo dal grado di rischio.
Per ogni immobile occorre verificare quali sono i pregiudizievoli iscritti e magari dimenticati. Oltre all’ipoteca di primo grado, nel corso degli anni altri creditori potrebbero aver ottenuto la possibilità di ottenere il privilegio ipotecario con l’intervento del tribunale.
Anche se l’immobile non è finito all’asta.
Condominio, piccoli fornitori che non senti da tempo ma che ti avevano mandato qualche decreto ingiuntivo negli anni passati o Equitalia, che potrebbe aver iscritto ipoteca per debiti molto vecchi.
Conoscere il grado di privilegio non basta.
La valutazione del patrimonio deve riguardare anche il valore di vendita degli immobili, che dovrai calcolare non sulla base del valore di acquisto, ma su quello di mercato.
Ci sono due ragioni per fare una valutazione di questo tipo.
La prima è quella di avere a disposizione una stima di massima del denaro su cui potresti contare se fossi costretto a vendere i tuoi beni. Per quanto tu voglia impedirlo, potresti essere obbligato perché messo spalle al muro da qualche creditore.
Meglio sapere a cosa vai incontro.
La seconda è quella di delineare un quadro preciso di quello che i tuoi creditori potrebbero ricavare dalla vendita dei tuoi beni.
Perché é utile saperlo?
É presto detto.
Più valgono i beni, più aggressive saranno le azioni di recupero sul tuo patrimonio. Non aver fatto una valutazione di questo tipo é un grave errore per il professionista che ti ha seguito fino ad oggi.
Se non la fai tu, questa valutazione la faranno comunque i tuoi creditori.
La decisione di attaccare la tua casa, i crediti verso i tuoi clienti, i conti correnti o altri beni di tua proprietà viene presa proprio in funzione di valutazioni come questa.
Ed é questo uno dei motivi per i quali dovresti muoverti in anticipo su questo fronte.
In questa valutazione, non tralasciare i macchinari e le attrezzature.
Uno dei tuoi creditori potrebbe aggredirli, impedendoti di utilizzarli fino alla vendita all’asta o al saldo del debito. E il danno potrebbe essere di gran lunga superiore al valore del bene stesso.
Pensa se ti bloccassero gli automezzi.
O se mettessero i sigilli ad un macchinario fondamentale per la tua produzione.
Immagina che disastro se pignorassero i tuoi conti correnti.
Dovrebbe essere chiaro a questo punto che la valutazione dell’aspetto patrimoniale è un elemento imprescindibile per elaborare una strategia per risolvere i tuoi problemi di indebitamento.
Puoi individuare, prima dei tuoi creditori, i tuoi punti di debolezza e mettere in atto delle contromisure per limitare i danni.
Ma fai molta attenzione.
La maggior parte degli strumenti di tutela patrimoniale (come fondi patrimoniali e trust) vengono proposti troppo tardi ed utilizzati in maniera sbagliata.
Prima di iniziare un’operazione di tutela del patrimonio bisognerebbe valutare con attenzione, in base alla situazione che stai vivendo e le garanzie che hai rilasciato, quali sono le azioni di tutela patrimoniale che si possono fare e quelle che non puoi più mettere in atto.
Solo in questo modo eviti di buttare via soldi per fare delle cose che non solo non servono a nulla, ma rischiano addirittura di danneggiarti.
#3 – Livello di tensione finanziaria
Un altro aspetto da tenere in considerazione quando elabori la tua personale strategia di ristrutturazione dei debiti è lo stato delle esposizioni dal punto di vista delle banche.
In pratica devi conoscere le informazioni che le banche con cui lavori si scambiano su di te e il modo in cui stanno valutando l’andamento della tua azienda.
Ormai è un fatto noto che esistano dei Sistemi di Informazione Creditizia pieni di informazioni su di te e sul rapporto tra la tua azienda ed il sistema bancario e finanziario.
Ogni mese milioni di dati vengono scambiate tra gli intermediari.
Quello che forse non molti sanno è che il grado di meritevolezza e di affidabilità della tua azienda è essenzialmente basato su queste informazioni.
Non sui bilanci, non sui business plan e nemmeno sulle dichiarazioni degli anni precedenti.
La possibilità di concederti nuovi finanziamenti, di revocare le linee di credito e di avviare le procedure di riscossione coattiva del credito dipendono essenzialmente dall’andamento storico delle banche dati.
Il 90% del giudizio sul tuo merito creditizio e quindi sul tuo rating, punteggio che misura il grado di affidabilità nel ripagare i finanziamenti, dipende dalle informazioni dei sistemi di informazione creditizia.
Per questo devi assolutamente tenerne conto, ogni volta che ti confronti con un intermediario finanziario.
Tutti coloro che hanno chiesto un prestito o una qualsiasi altra linea di credito conoscono la famigerata CRIF. Pochi sanno che la banca dati più precisa ed utilizzata quando si parla di rapporti di credito con le banche è la Centrale Rischi di Banca d’Italia.
Perché sono importanti le informazioni contenute in queste banche dati e come fare il monitoraggio delle linee di credito?
La valutazione dell’andamento di affidamenti, degli sconti fatture e dei mutui ti permette di trarre degli indizi ben precisi sull’atteggiamento del sistema creditizio nei tuoi confronti. L’analisi di queste informazioni è essenziale per prevenire il rischio di un’improvvisa revoca dei finanziamenti ottenuti.
Nella stragrande maggioranza dei casi, quando sei in uno stato di tensione finanziaria, lo studio delle informazioni ricavabili dalle banche dati ti permette di prevedere con un ragionevole grado di attendibilità le scelte dei vari istituti di credito rispetto alle tue esposizioni.
Puoi guadagnare tre/quattro mesi di vantaggio sulle decisioni delle tue banche, semplicemente analizzando le informazioni che trasmettono alla Banca d’Italia.
Questo vuol dire avere la possibilità di intervenire molto prima dell’arrivo di quelle famigerate lettere di messa in sofferenza che sono in grado di tagliare le gambe a qualsiasi attività imprenditoriale, riducendone il devastante impatto.
La tensione finanziaria derivante dall’utilizzo dei fidi fino alla massima soglia possibile, gli insoluti sulle fatture anticipate che superano i trenta giorni “di grazia” e gli sconfinamenti temporanei negli affidamenti sono alcune delle variabili da controllare.
Quanto può essere utile farlo?
Considera solo che le banche utilizzano queste informazioni per calcolare il tuo punteggio e sulla base di questo stabiliscono se possono ancora concederti credito, a quale tasso di interesse pagherai i tuoi prestiti e fino a quale importo puoi essere finanziato.
Ma anche e soprattutto se le linee di credito che ti hanno concesso devono essere revocate perché non sarai più in grado di ripagarle.
Ecco perché nell’immaginare un piano che ti permetta di rimettere in piedi la tua azienda martoriata dalle difficoltà finanziarie è necessario verificare anche questo aspetto fondamentale.
L’importanza di correlare tutte le informazioni che hai raccolto per salvare l’azienda e il modo di utilizzarle
Solo da un’analisi che ruota intorno a questi aspetti puoi renderti effettivamente conto se è possibile o meno salvare il frutto del tuo lavoro, la tua azienda ed il tuo patrimonio.
Solo da queste informazioni si può ricavare il perimetro per definire un piano di risoluzione della crisi aziendale che possa concludersi con successo.
L’analisi ti permette di definire i paletti, quello che si può fare e ciò che è meglio non fare, quali sono i rischi reali e quali i punti deboli sui quali lavorare per vincere questa ennesima, estenuante battaglia per salvare l’azienda.
Ora hai due strade davanti a te.
Puoi ignorare tutto quello che hai letto in questo articolo e tornare ad affrontare i problemi della tua azienda come hai fatto fino ad ora, incrociando le dita nella speranza che qualcuno si presenti alla tua porta con un’offerta per comprare tutto e che questi soldi bastino a ripagare tutti i tuoi debiti.
Oppure puoi fermarti a riflettere su quello che hai appena letto e sulle mosse giuste da fare adesso.
Si possono negoziare le condizioni di qualsiasi posizione debitoria in maniera professionale, utilizzando tutte le armi disponibili per ottenere l’equilibrio economico che tanto desideri.
Ma sono operazioni articolate, che devono essere studiate a tavolino e poi portate avanti per il tempo necessario a risolvere le problematiche.
Ogni giorno porto avanti con il mio staff i piani di ristrutturazione finanziaria di centinaia di clienti che si trovavano in una situazione di difficoltà come quella che stai attraversando tu.
Applichiamo il nostro Sistema di Gestione dei Debiti™, un metodo di lavoro testato su più di 1.600 casi reali, che minimizza il rischio di commettere errori e ti evita di bruciare i pochi soldi che hai in soluzioni inutili o addirittura dannose, che anziché migliorare la tua condizione economica la peggiorano senza rimedio.
Il loro percorso di risanamento è iniziato con una richiesta di informazioni, come quella che puoi fare tu adesso cliccando sul tasto contattaci.
Fisserai un appuntamento con me o uno dei miei colleghi per parlare del tuo caso, in modo da delineare il perimetro del problema per capire se ci sono ancora le condizioni per riprendere il controllo della situazione, prima che sia troppo tardi.
Nei 30 minuti di consulenza gratuita scoprirai a quali rischi stai andando incontro, quale percorso potrebbe essere più adatto a risolvere il tuo problema e se ci sono aspetti che non hai ancora preso in considerazione.
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Ad maiora, Giuseppe