

Ci sono diversi momenti dell’anno che segnano inizi importanti. C’è che si riprende in mano la sua vita a capodanno, chi invece si getta nel futuro ogni anno il giorno del suo compleanno, progettano, stabilendo tutto quello che farà di nuovo.
Per te però che sei un imprenditore c’è un momento diverso, un momento che non scegli tu, che ti piomba addosso ogni anno inesorabilmente.
La prima metà dell’anno è passata e sta per iniziare il trimestre più duro per le casse di ogni piccola azienda.
Tu come imprenditore hai lavorato duro per tutti i mesi trascorsi, ti sei svegliato all’alba ogni mattina, sei andato in azienda, hai fatto tutto quello che dovevi fare, con una tenacia davvero unica.
Hai sacrificato le recite scolastiche delle tue figlie, le cene con gli amici, notti di sonno sereno, qualsiasi cosa pur di vedere la tua azienda ritornare a galla e rilanciarsi, come merita verso un futuro radioso.
Ti sei informato, hai letto e studiato tutti gli stratagemmi da mettere in atto e sei riuscito a smuovere i tuoi conti per sembrare “più in forma” possibile alle banche.
Tu hai fatto tutto quello che era nelle tue mani, il problema ora è un altro. Il problema è che sta per arrivarti tra capo e collo un macigno contro il quale non hai nessuno potere.
Il pagamento delle imposte
Tra qualche settimana riceverai il calcolo delle tasse da pagare e, come sempre ti ritroverai, con le mani nei capelli davanti all’F24, a maledire il sistema fiscale, il commercialista, Garibaldi, e l’intero Paese.
MA questo non è l’unico problema, non c’è solo lo stato a rovinarti i 2 giorni di vacanza che ti saresti concesso dopo un anno di fatica.
L’estate infatti è un vero e proprio calvario per gli imprenditori.
“Lo so Giuseppe, non me ne parlare”
E invece dobbiamo parlarne, DEVI avere chiaro il quadro di quello che sta per succedere:
Problema n. 1: L’arrivo delle forniture inizia a tardare
Questo a causa delle “pause estive”, che si prendono tutti tranne te, che fanno ritardare la consegna dei tuoi lavori, che a loro volta posticipano arrestano i tuoi flussi di cassa.
Con il risultato che in un momento già così difficile tu ti ritrovi a pregare per l’arrivo di un pezzo di ricambio.
Il problema non è il fastidio del ritardo. Sono le conseguenze.
I tuoi dipendenti restano con le mani in mano perché non possono completare la produzione per consegnare la merce. I clienti chiamano incazzati, perché gli avevi garantito la consegna entro quel giorno e hai dovuto rimandare.
E questo si traduce in incassi che non arriveranno in tempo e pagamenti che, inevitabilmente, dovrai rimandare.
Problema n. 2: In amministrazione c’è il caos
Gli impiegati addetti all’amministrazione si trovano a combattere ogni giorno senza alcun successo contro i messaggi delle segreterie telefoniche “Siamo chiusi per ferie da sempre fino all’eternità”.
Quanto sono odiosi questi messaggi preregistrati, eh?!
Tutti a lamentarsi della crisi, dei clienti che non pagano e dei soldi che non si incassano e poi chiudono per un mese, quaranta giorni, e si rendono irrintracciabili.
Le pratiche quindi si accumulano, gli ordini anche e questo ha ancora una volta un unico risultato: l’arresto dei tuoi flussi di cassa in entrata.
Quei soldi sui quali contavi per poter chiudere serenamente ed essere sicuro di riaprire a settembre, faticano ad entrare. Anzi, non entrano poco.
“Ormai, se ne parla a settembre…”
Già, speriamo di esserci ancora a settembre.
3. E a dare il colpo (quasi) finale alle asfittiche casse della tua azienda, arriva la quattordicesima
Esatto è anche il momento di pagare questo stipendio in più al tuo dipendente, che consiste in un’altra uscita dalle tue casse.
“Dovevi pensarci prima, mettere in conto queste uscite quando hai preparato il bilancio”
Non è di certo colpa tua se così non è stato. L’anno lavorativo di un imprenditore non si può certamente definire lineare, non è una retta perfetta che va da un punto all’altro, ci sono imprevisti ovunque sul percorso.
Macchinari che si rompono, dipendenti che danno le dimissioni, costringendoti a tirare fuori i soldi per la loro liquidazione.
So che sei perfettamente consapevole dei problemi della tua azienda, che non sei uno sprovveduto, che hai considerato le variabili in gioco, MA fare l’imprenditore in Italia è oggettivamente difficile, e altrettanto difficile è prevedere ogni singola incognita.
Ce n’è una che sicuramente NON hai valutato.
Non l’hai valutata perché non puoi saperla, non puoi essere a conoscenza dei meccanismi che stanno dietro a banche e finanziarie.
Non solo ti trovi a combattere con fornitori sfuggenti, imprecisi e ritardatari.
Non solo reperire le risorse necessarie per far funzionare la tua attività sembra impossibile.
Non solo devi sborsare i soldi per la quattordicesima dei tuoi dipendenti.
Luglio è anche quel momento dell’anno in cui le banche revisionano i prestiti e i finanziamenti che hanno concesso.
“Mi può portare il bilancio depositato del 2016. E già che c’è, un bilancino provvisorio del 2017”
Le parole dei direttori di banca rimbombano in ogni cornetta del telefono degli imprenditori.
L’inizio dell’estate segna anche la fine di migliaia di linee di credito temporanee per centinaia di migliaia di piccole aziende che non hanno avuto un anno particolarmente brillante e sono state costrette ad utilizzare le loro linee di credito (anche se entro il limite del fido concesso).
Gli uffici crediti delle banche sono pronti agli straordinari.Centinaia di funzionari sono lì pronti a dare un voto al tuo comportamento nell’utilizzo dei fidi concessi lo scorso anno.
Valutano la tua posizione, controllano i tuoi numeri, ti analizzano da cima a fondo e se hai dei ritardi nei pagamenti, ecco questo è il momento in cui salteranno all’occhio di chi ti ha concesso i fondi con cui stai portando avanti il tuo business.
Questo è il momento in cui inizia il primo recupero blando di crediti. Quel momento in cui la banca ci prova, tira su la cornetta e fa un primissimo tentativo.
Questo è il momento in cui il direttore di banca ti chiama e ti presenta “la migliore soluzione per te”.
Lascia che te lo dica, la tua risposta a quella telefonata, può davvero essere fatale.
Quell’uomo sa essere molto persuasivo e può convincerti in breve che quella sia davvero la soluzione migliore per te.
La convinzione che il direttore di banca sia quel caro signore che si occupa della tua pratica con tutto l’impegno del mondo, deve sparire dal tuo cervello una volta per tutte se non vuoi chiudere domani la tua azienda.
Con il sorriso stampato in viso o con la faccia irrigidita dal dispiacere ti proporrà di firmare un piano di rientro, magari con qualche garanzia aggiuntiva.
Mettere adesso quella firma condannerà la tua azienda ad un altro anno di stenti e di difficoltà, mentre per pagare il rientro con la banca ritarderai il pagamento di qualche fornitore importante, che bloccherà le forniture costringendoti a chiudere.
No, non sto esagerando.
Lo vedo ogni giorno, ripercorrendo la storia dei casi che gestiamo. Tutte le crisi aziendali partono da qui.
In questo momento di tensione, di ansia, di impegni che si accumulano, tu commetti l’errore più fatale di tutti: seguire ogni problema finanziario in prima persona.
Non sto dicendo che devi lasciare l’azienda in balia di sé stessa, MA non puoi occupartene tu.
Mentre lo fai, mentre segui queste pratiche una per una, senza ottenere i risultati che desideri, in quel momento, non stai facendo il tuo lavoro, non ti stai occupando delle tue attività principali.
Stai provocando all’azienda lo stesso danno che le provocano i fornitori sfuggenti e tutte quelle persone che se ne fregano della tua attività.
Stai provocando un calo del fatturato.
Tu sei il motore trainante della sua azienda e devi lavorare sull’azienda stessa, soprattutto se le cose non girano come dovrebbero e ci sono dei problemi finanziari.
Non deve perdere tempo a risolvere le questioni amministrative, non deve passare le sue giornate a parlare con i fornitori inferociti, non deve fare la trottola per incontrare i direttori di banca, non deve preoccuparsi delle bollette da pagare e non deve spiegare ai suoi professionisti quello che devono fare.
Deve avere uno staff specializzato nella gestione di questi problemi, che sappia quello che deve fare e che lo faccia senza indugiare.
Ed è quello che ho costruito attorno al mio Metodo.
Il Metodo Di Domenico Debiti™ è una procedura specifica adatta agli imprenditori che NON stanno cercando la bacchetta magica o la pozione miracolosa che risolva tutti i loro problemi di indebitamento.
Puoi immaginartelo come una cura adatta a quegli eroi dei nostri tempi (questo è ciò che sono per me gli imprenditori italiani di oggi) che vogliono risollevarsi dal baratro in cui si sono ritrovati, spesso senza colpa.
Gli imprenditori che diventano miei clienti hanno l’obiettivo di salvare quello che può essere salvato, di scaricarsi del peso della gestione di problemi spesso più grandi di loro e di riconquistare il tempo e l’energia per tornare a fare, a produrre e a lavorare sulla loro azienda.
E sanno che per farlo è necessario mettere in campo OGNI STRUMENTO, ogni briciola di energia.
Non vogliono truffare nessuno, ma non vogliono sacrificarsi sull’altare della sfortuna e degli errori per i quali sono finiti in condizioni di difficoltà economica.
Vogliono pagare tutto, nei limiti di ciò che riescono a fare, rimettendoci il meno possibile.
Hanno l’irrefrenabile desiderio di non perdere quello che hanno costruito e di poter lasciare ai loro figli il frutto dei loro desideri. E sono disposti a pagarne il prezzo.
Desiderano così ardentemente uscire vittoriosi dalla battaglia contro i loro creditori che sono disposti ad impegnarsi più di quanto non abbiano già fatto per rilanciare la loro azienda, liberi di dedicarsi alla crescita perché sicuri che qualcuno guarda loro le spalle, chiudendo accordi sostenibili che possono portare a dei grossi risparmi.
Se pensi di essere questo genere di persona, se è alla tua azienda che pensi dalla mattina alla sera, a come rilanciarla, a come salvare i tuoi dipendenti e tutelare la tua famiglia, allora prova a contattare il mio staff fissando una consulenza preliminare gratuita.
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