

Gli imprenditori continuano a subire inermi le conseguenze della crisi economica scatenata dalla pandemia del Covid-19 e le previsioni per i prossimi mesi non sono rosee.
Nulla fa sperare in una ripresa indolore, rapida o semplice da realizzare.
Nessun Paese è sfuggito alla propagazione del virus e la chiusura forzata delle attività, necessaria per evitare i contatti umani, abbassare la curva dei contagi del coronavirus COVID-19 ed evitare il collasso del sistema sanitario ha avuto ed avrà delle conseguenze economiche devastanti.
Non voglio fare la cassandra di turno, ma è irrealistico sperare che vada diversamente.
Le previsioni dei politicanti sembrano essere molto più ottimistiche di quanto sarebbe necessario in una situazione del genere, quando, come chiunque gestisca crisi per mestiere sa benissimo sapere, bisogna prepararsi allo scenario peggiore.
D’altronde i dati parlano chiaro
L’ultimo Global Outlook del Fondo Monetario Internazionale, il bollettino previsionale sull’andamento delle economie di tutto il pianeta, preannuncia la peggior contrazione del PIL mondiale dal Dopoguerra (-3%) con dei picchi che arrivano al -8% per la Spagna e -9,1% per l’Italia.
Secondo ISTAT già a marzo il Bel Paese è al -5%
Si tratta di stime, forse anche troppo prudenti e per lo più legate all’incertezza sui tempi e i modi delle riaperture, nonché sull’imprevedibile (?) ondata dei contagi di ritorno, che potrebbe provocare nuovi lockdown sia nel 2020 che nel 2021.
Ma soprattutto si tratta di stime che non tengono in considerazione gli effetti della PAURA del contagio, che spingerà le persone a limitare gli spostamenti e le interazioni sociali.
Cosa vuol dire questo in termini reali?
Semplicemente che la maggior parte delle aziende subirà un tracollo del fatturato dovuto in parte al periodo di chiusura forzata imposto dai Governi, in parte dal collasso dei consumi provocato dalla perdita dei posti di lavoro che dalla paura, dall’incertezza sul futuro e dalla difficoltà degli spostamenti.
Mascherine obbligatorie, file per accedere agli esercizi commerciali, trasporti pubblici contingentati e controlli doganali rafforzati sono alcune delle misure che costringeranno le persone a muoversi meno ed a spendere poco.
Senza considerare che molti perderanno il lavoro, che migliaia di imprese non riusciranno a riaprire (14.000 secondo Euler Hermes) e che, in generale, ci sarà un clima di maggiore sfiducia provocato anche da una macchina organizzativa che si è dimostrata insignificante e scoordinata.
In questo scenario apocalittico le PMI sono particolarmente vulnerabili, perché non hanno né le riserve liquide né i contatti politici che invece possono vantare le grandi aziende.
E quello che ci aspetta si è già visto.
Gli imprenditori sono stati lasciati soli, ignorati da chi, senza comprendere le conseguenze economiche e sociali delle proprie scelte, ha fatto chiudere fabbriche, negozi e locali, dimenticando di fornire indicazioni per la riapertura e le risorse economiche necessarie.
Dodici anni fa, durante la crisi economica scatenata dall’esplosione della bolla immobiliare, ho portato a termine la fase di ricerca e sperimentazione di quello che sarebbe poi diventato il Metodo Di Domenico Debiti™ e ho raccolto alcune idee per le PMI che stavano arrancando travolte dal fiume in piena.
Questo è un buon momento per rispolverare quelle stesse idee, aggiornarle e integrarle con qualche soluzione fresca di sperimentazione avvenuta con successo.
Cash is king
La liquidità viene prima di tutto in tempi come questi e molte delle idee ruotano proprio intorno al concetto di capire, gestire e mantenere il livello di liquidità che hai in cassa.
Attenzione.
Non pagare le fatture scadute per salvaguardare la liquidità NON È LA SOLUZIONE.
Per preservare la liquidità ed assicurarti le risorse necessarie per superare la crisi e rilanciare il tuo business devi lavorare ad un livello strategico superiore, seguendo due strade: la pianificazione e la rinegoziazione.
Per farlo, devi avere un’idea cristallina delle spese correnti della tua azienda e delle uscite di cassa previste nel prossimo futuro (12-18 mesi è un ragionevole orizzonte temporale).
È necessario avere sotto controllo i tuoi numeri attraverso i bilanci e se non li hai, beh, devi procurarteli.
Il bilancio dell’ultimo anno solare, quello del trimestre appena trascorso e quello dello stesso periodo dell’anno predente sono il corredo minimo indispensabile per fare il punto della situazione.
Devi almeno avere il conto economico e lo stato patrimoniale.
Se non li hai dovrai procurarteli!
Non è più tempo di cavalcare a pelo l’azienda, è il momento di guidarla attraverso i numeri.
Una volta valutata la situazione e verificata l’attuale livello di liquidità disponibile, calcola i flussi di cassa prospettici sulla base degli incassi previsti e delle scadenze già programmate.
Quindi valuta le esigenze aziendali.
Il consiglio è partire da una proiezione dei flussi di cassa e fare due liste:
- una lista di costi fissi che sono determinanti per tenere la saracinesca alzata;
- una lista di costi variabili che possono essere ridotti, facendo attenzione a quelli che non generano liquidità, nemmeno indirettamente;
Inevitabilmente, per molte aziende questo significherà anche dover fare i conti con la necessità di tagliare il personale.
Non è una bella prospettiva.
Per ridurre al minimo l’impatto emotivo e relazionale di questa esigenza è necessario trovare il mix di soluzioni più adeguate a ridurre i costi e lasciare a casa il minor numero di persone possibile.
D’altronde l’alternativa è chiudere tutto, buttando il bambino con l’acqua sporca.
Cassa integrazione, ferie, aspettative e part-time per tutti possono essere una valida alternativa per ripartire il fardello su più persone senza dover necessariamente licenziare qualcuno (che ti costerebbe un mucchio di soldi di TFR).
Naturalmente, bisogna fare i conti e districarsi tra le alternative, possibilmente con l’aiuto di un esperto.
Tutto (o quasi) si può negoziare
In Lessons from the Great Recession (Lezioni dalla Grande Recessione del 2008), il mio alter ego a stelle e strisce Jerry Silverman, CEO della Corporate Turnaround, ha affermato l’importanza della rinegoziazione del debito e delle spese correnti, nonché delle strade che si possono seguire per una rinegoziazione di questo tipo.
Nel mio libro Diventa Libero dai Debiti Aziendali™ ho spiegato nel dettaglio questi concetti.
La chiave è NEGOZIARE.
Siediti a tavolino e concorda condizioni diverse da quelle ante-crisi per adattare le spese correnti e i piani di pagamento dei debiti alla prevedibile contrazione del fatturato.
Le grandi catene lo stanno già facendo: i proprietari degli immobili sono molto contenti di incassare affitti in misura ridotta mentre i locali sono chiusi al pubblico o quasi, piuttosto che vedersi disdire il contratto o trovarsi con un affittuario costretto a dichiarare fallimento.
Se lo stanno facendo loro, probabilmente lo puoi fare anche tu.
E se hai la sensazione che i debiti da pagare saranno un problema, pianificare le cose ora, in modo realistico e proattivo, è l’unica soluzione per venire fuori dalla recessione.
È fondamentale che tu sappia di quanto sei fuori, per pensare in modo strategico con chi negoziare e che offerta puoi mettere sul piatto.
Silverman raccomanda di pianificare quanto puoi spendere realisticamente per ogni creditore, senza cedere all’emotività pagando solo i creditori che urlano di più, minacciano di bancare gli assegni o chiamano più insistentemente.
Ed è quello che ripeto io da 15 anni a questa parte e applico ai nostri Assistiti: uno dei principi del Metodo Di Domenico Debiti™.
Adatta il tuo business al mondo di domani
Fare i conti col Coronavirus potrebbe significare dover realizzare una riconversione del tuo business.
Oggi l’esempio più ovvio il ristorante che si organizza per fare consegne a domicilio o il negozio che si mette a vendere online.
Stiamo assistendo a un’ondata di servizi che stanno sfruttando canali online per fare di tutto, dagli psicologi, ai professori di lingue straniere, agli insegnanti di ballo, ai personal trainer…
Se anche tu stai pensando di fare una cosa del genere, devi cercare informazioni su come farlo nella maniera più efficace possibile. In questo modo potrai sfruttare al meglio tutte le possibilità offerte dalle moderne tecnologia, per poter offrire un’esperienza “quasi identica” a quando potevi dare lo stesso servizio di persona.
E l’industria?
È arrivato il momento di puntare sull’export e di scegliere i Paesi nei quali far conoscere i propri prodotti, un passo alla volta.
I diversi Paesi stanno reagendo in maniera totalmente diversa al lockdown ed è prevedibile che alcune economie subiranno meno contrazioni rispetto ad altre.
Punta su quelle più forti.
Che tu voglia cambiare o meno la modalità di erogazione dei tuoi servizi o di vendita dei tuoi prodotti, è fondamentale che tu stia in contatto con i tuoi clienti.
Questo si traduce in una comunicazione costante ed onesta.
Chiedi ai tuoi clienti di dirti esattamente cosa vogliono da te: potrebbe essere qualcosa che tu effettivamente puoi fare e che magari a te non era nemmeno venuto in mente.
L’unico modo per non chiudere è CRESCERE
In tempi duri come questi potrebbero presentarsi delle opportunità per acquisire i concorrenti e i business complementari al tuo potrebbero avere voglia di gettare la spugna: perché hanno molti problemi finanziari, perché non riescono ad ottenere finanziamenti o per qualsiasi altra ragione.
Potrebbero voler vendere l’intera azienda o la semplice lista clienti.
Una volta che questa crisi sarà finita, ci sarà una ripresa ed è adesso è il momento di pensare a cosa vuoi fare quando ci sarà la ripresa.
Secondo Mark Cuban, imprenditore miliardario e presidente dei Dallas Mavericks, squadra di basket della NBA, adesso è il momento perfetto per sistemare i problemi della tua azienda, tutte quelle cose che prima non hai mai potuto mettere a posto, perché sei sempre stato “troppo occupato”.
Più in generale, che la tua strategia passi per un cambiamento dei tuoi prodotti/servizi, per l’acquisizione di un concorrente o altro, concentrati su quello che la tua azienda dovrà essere quando l’emergenza sanitaria sarà rientrata.
Perché l’emergenza finirà e quando finirà, tu sarai ancora un imprenditore: sicuramente più saggio e, si spera, più innovativo.
In queste settimane, infatti, il mio network professionale resta pienamente operativo e a disposizione degli imprenditori, per assistere chi dovessero aver bisogno di un supporto per superare questa fase di transizione.
Continuiamo a lavorare per fornire indicazioni utili agli imprenditori in difficoltà e per garantire al maggior numero di imprese possibili di superare questo difficile momento per la salute e l’economia.
Perché la mia missione (im)possibile di divulgare le informazioni necessarie agli imprenditori per creare aziende finanziariamente solide e ad aiutare le imprese in difficoltà a tirarsi fuori dalle secche di una potenziale crisi finanziaria, in questo periodo è ancora più importante del solito.
I nostri clienti sono già in contattato con il loro Gestori di riferimento per valutare la fattibilità delle strategie presentate, mentre gli imprenditori iscritti alla nostra newsletter o al Gruppo Facebook possono richiedere assistenza gratuita fissando un appuntamento per una consulenza strategica.
Non ci dovremo incontrare.
Operiamo in smart-working da sempre, i nostri consulenti lavorano dalle loro residenze e dai loro studi privati in giro per il mondo da anni, siamo attrezzati per seguirvi a distanza attraverso call telefoniche, videoconferenze, comunicazioni elettroniche e procedure specifiche.
In bocca al lupo a tutti.
Noi ci siamo.
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