

stavo ragionando con un mio cliente su quanto è importante presentarsi in banca con i bilanci corretti e mi sono venuti in mente due imprenditori che conosco, che lavorano nello stesso settore e nella stessa città ma hanno ottenuto risultati molto diversi.
Soprattutto dal punto di vista dell’aiuto ricevuto dalle banche nella crescita aziendale.
“Ma tu non sei quello contro le banche?”
Ehm… no, c’è stato un malinteso su questa questione.
Non sono contrario all’utilizzo delle linee di credito bancarie se permettono alla tua azienda di mettere in leva i risultati operativi. Cioè se moltiplicano la capacità della tua azienda di generare ricchezza e vengono utilizzati per investimenti produttivi.
Lotto e continuerò a lottare contro l’utilizzo indiscriminato del debito bancario, contro i prestiti fatti per coprire le perdite, contro i direttori che ti appioppano quello che conviene a loro senza pensare a quello che serve alla tua azienda, contro i mediatori creditizi che ti dissanguano con le commissioni e ti propinano quello che trovano.
Ma torniamo a noi.
Il settore nel quale operano i clienti di cui ti parlavo prima è quello della ristorazione e la città in cui lavorano è Milano, che non è una piazza molto facile per chi decide di aprire un ristorante.
La concorrenza è spietata, ci sono locali di tutti tipi, praticamente in ogni angolo della città e riuscire ad avere successo è un’opera di ingegneria imprenditoriale mica da ridere. Bisogna saper mescolare le capacità tecniche a quelle di marketing, l’abilità di far quadrare i conti con quella di sviluppare le pubbliche relazioni.
Michele e Giorgio hanno due ristoranti molto simili, posizionati più o meno nella stessa zona e interessati allo stesso tipo di cliente. In pratica, sono concorrenti.
Li conosco entrambi e ho lavorato per aiutarli, ma per motivi di riservatezza nessuno dei due sa che l’altro è un mio cliente.
Manco a farlo apposta, hanno aperto il ristorante più o meno nello stesso periodo e le due aziende sono cresciute in parallelo fino ad un certo punto.
A guardare i bilanci fino alla riga degli interessi passivi, le due aziende si equivalgono. Funzionano bene dal punto di vista operativo. Fino a che non si parla di debiti verso le banche, le garanzie e le spese bancarie.
Le due aziende sono totalmente diverse dal punto di vista finanziario.
Ecco come le scelte amministrative e patrimoniali impattano direttamente sulle possibilità di finanziare l’azienda
Michele e Giorgio hanno scelto di impostare la struttura economica e finanziaria della propria azienda in maniera differente.
Le diversità in termini di “appetibilità” bancaria sono diventate notevoli.
Michele ottiene con facilità nuove linee di credito quando gli servono, ad un costo contenuto e senza concedere garanzie sproporzionate rispetto al prestito richiesto.
Giorgio ha dovuto firmare a garanzia di ogni centesimo che gli hanno prestato, ha concesso un’ipoteca sulla casa dei suoi genitori ed è spesso costretto ad elemosinare un aiuto al direttore di turno per coprire gli assegni che lascia in giro.
Come mai, nonostante siano partiti nello stesso modo, sono totalmente differenti?
Michele ha un segreto.
Non è nato imprenditore nel settore della ristorazione.
Suo padre era commercialista, lui ha studiato economia ed ha seguito le orme del genitore fino all’età di quarant’anni, quando si è scocciato della professione, ha venduto i due orologi preziosi che gli avevano regalato per la laurea e per l’abilitazione ed ha investito i soldi nell’apertura del ristorante.
Non gli piacevano i cambiamenti avvenuti nel rapporto tra Agenzia delle Entrate e commercialisti che imponevano ai professionisti di dedicare la maggior parte del tempo agli adempimenti burocratici, sottraendo ore di lavoro preziose per la consulenza.
Li stavano trasformando in esattori non retribuiti, mentre a lui piaceva aiutare le piccole aziende a crescere.
La sua conoscenza della disciplina e la sua passione per la finanza gli hanno permesso di costruire una struttura societaria e patrimoniale molto appetibile per le banche.
Come si “costruisce” il bilancio di una società per farlo piacere alle banche, senza imbrogliare
Michele non ha messo sul piatto i 10 mila euro di capitale sociale fintamente versato, ma ben 60 mila euro interamente riversati in azienda ed utilizzati per valorizzare il locale preso tramite la formula dell’affitto a riscatto.
Aveva valorizzato gli investimenti, brevettando le procedure che aveva sviluppato per gestire in maniera efficace i rifornimenti, la cucina e il lavoro in sala per dare un valore economico alle sue conoscenze.
Valore che gli aveva permesso di aumentare ancora il suo patrimonio netto.
Con il passare degli anni, utilizzando tutti gli accorgimenti che conosceva per accrescere il valore di bilancio dei suoi investimenti e presentando le informazioni corrette alle banche, aveva ottenuto dalle filiali con cui lavorava linee di credito sempre migliori.
Prima i fidi di cassa, poi i finanziamenti e alla fine il mutuo per riscattare il locale. Il tutto, senza mettere mai una firma a garanzia degli importi richiesti in prestito.
L’errore che molti imprenditori commettono quando si parla di bilanci e quanto costa rimediare
Giorgio è molto meno preparato di Michele quando si parla di numeri. La sua gestione aziendale è fatta di pancia.
L’azienda la “cavalca a pelo”, come un indiano d’America sul suo cavallo.
L’ha costituita versando solo i duemilacinquecento euro necessari e, anche se negli anni ha messo in azienda tanti soldi, chiedendo anche dei prestiti personali per farlo, ha sempre registrato tutto come finanziamento soci.
Così poi se voleva poteva riprenderseli, gli avevano spiegato…
Non ha mai prestato molta attenzione ai numeri e si è sempre affidato del tutto al ragioniere presentatogli da suo padre quando aveva aperto il locale.
Ha sempre considerato il bilancio una scocciatura e non ha mai prestato tanta attenzione a quei documenti che il commercialista gli faceva firmare. A dire il vero, nemmeno li aveva mai capiti e il suo professionista non si era sforzato a spiegarglieli.
Quando aveva bisogno di soldi dalle banche, chiedeva al ragioniere di preparargli un bel bilancino fatto apposta.
Il ragioniere, come da tradizione, preparava due versioni del bilancio.
Quella per le banche e quella per le dichiarazioni, fatta in modo che il risultato di esercizio bastasse ad essere “congruo” senza fargli pagare troppe tasse. I giochini con le rimanenze, i crediti verso clienti e le fatture da ricevere erano il suo pane quotidiano.
Sì, lo so anche io.
Un ristorante con crediti verso i clienti è molto strano, ma ti assicuro che nel suo bilancio ci sono circa 70 mila euro di questi crediti da incassare.
Solo che non si incasseranno mai.
Lo so io, lo sai tu e lo sanno anche le banche con cui Giorgio lavora.
Lo sanno al punto che, passata l’epoca delle vacche grasse e del credito a pioggia, hanno iniziato a chiedergli sempre più garanzie per tenere aperti i fidi. La sua firma a garanzia, poi quella della moglie, l’ipoteca sulla casa dei genitori…
Si è legato mani e piedi ed ha coinvolto tutti i suoi parenti nel rischio del ristorante, nonostante la società a responsabilità limitata.
Quando è venuto da me le banche avevano iniziato a chiedergli il rientro degli affidamenti e Giorgio era in preda al panico.
Non dormiva la notte, non riusciva a concentrarsi sul suo lavoro e passava le giornate a fare la trottola tra una banca e l’altra a cercare di coprire i buchi con i soldi incassati.
D’altronde se fosse saltata anche uno solo degli assegni che aveva emesso, sarebbero stati guai seri per lui e per tutta la sua famiglia.
Erano tutti coinvolti a causa di quelle maledette firme a garanzia.
Quanto impatta un bilancio costruito in maniera corretta sulla salute finanziaria di un’azienda
Non aver mai avuto a disposizione un professionista serio per decidere come valorizzare in bilancio i punti di forza del suo locale, qualcuno che gli suggerisse le cose giuste da fare per offrire alle banche una società appetibile da finanziare, è costato molto caro a Giorgio.
Ha pagato interessi altissimi, ha messo a rischio i suoi beni e quelli di tutta la sua famiglia ed oggi stiamo lavorando per tenere aperto il locale e salvare il salvabile.
E Michele?
Michele non è mai diventato veramente un mio cliente, o meglio, lo è stato solo perché mi ha pagato la consulenza per impostare una certa operazione sul capitale sociale.
Ma non ho mai dovuto aiutarlo a gestire i suoi debiti.
La struttura finanziaria che ha costruito con l’aiuto delle banche, ottenuto grazie alla sua capacità di costruire una società finanziabile e senza nemmeno un aiutino, è molto ben bilanciata.
Michele ha impostato la struttura delle proprie fonti di finanziamento in modo da godere del beneficio della “leva finanziaria” per ottenere un rendimento altissimo da quei 60 mila euro investiti quando ha aperto la società.
Funziona talmente bene che in tanti gli hanno anche offerto dei soldi per comprarne una quota.
Me compreso.
Ora hai due strade davanti a te
Alzi il telefono e chiami di nuovo il tuo commercialista per preparare il bilancio da dare alle banche, visto che tra poco te lo chiederanno per rinnovare i fidi.
Oppure clicchi sul bottone in fondo alla pagina, fissi un appuntamento con me, al telefono o in videoconferenza, e cerchiamo di capire come possiamo intervenire già sul bilancio di quest’anno per costruire un’azienda che le banche sono contente di finanziare.
Pensa a come sarebbe bello avere una persona che, al posto tuo, lavora per riportare in equilibrio finanziario la tua azienda quando ancora si può fare, aggiornandoti costantemente su quello che è stato fatto e quello che c’è da fare, mentre tratta per conto tuo con i fornitori, le banche, i dipendenti e chiunque ti distragga dal tuo obiettivo principale.
Lavorare per far crescere la tua azienda, migliorare i prodotti e far lievitare il fatturato…
Questo è il lavoro che facciamo noi per i nostri clienti.
Partiamo dalle situazioni di emergenza, disinneschiamo le bombe per evitare i pericoli, e poi lavoriamo per aiutare gli imprenditori ad utilizzare nella maniera più efficace la liquidità che hanno in azienda e ridurre il rischio aziendale e quello personale.
Questo è quello che potremmo fare anche per te.
La gestione professionale dei debiti aziendali fatta con il Metodo Di Domenico Debiti™ ti permette di delegare gli impegni che assorbono la maggior parte della tua giornata ad un team di consulenti specializzati nel trattare le problematiche di liquidità delle aziende come la tua.
Una volta affidato l’incarico vengono valutate le condizioni di partenza e si individuano le aree dalle quali poter ricavare la liquidità che ti serve per ripartire.
Il mio Metodo si basa sull’autofinanziamento, cioè sulla capacità dell’azienda di generare gli incassi necessari per finanziare il proprio sviluppo.
Ma per farlo, bisogna gestire le uscite, negoziare i debiti e chiudere gli accordi che servono ad eliminare gli ostacoli che vedi oggi sul tuo cammino: i debiti che devi pagare.
Ed è questo che fanno i professionisti specializzati che lavorano con me.
Parlano con i clienti per decidere come muovere ogni centesimo, negoziano con i fornitori le condizioni per non far interrompere i rapporti commerciali, chiudono accordi transattivi con le banche, per evitare che aggrediscano i beni dell’azienda e quelli dell’imprenditore.
Tutto il giorno, tutti i giorni.
Con più di 1700 casi gestiti e circa 300 imprenditori in crisi seguiti quotidianamente (in media), siamo lo staff tecnico che i nostri clienti utilizzano per liberare la loro azienda dai debiti.
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