

Le società di persone sono mine antiuomo sulle quali gli imprenditori si siedono spesso inconsapevolmente.
Tutti sanno che in caso di difficoltà aziendale, i creditori possono aggredire senza sprecare un attimo, tutto il patrimonio dell’imprenditore, ma non tutti sanno che in realtà questo è il minore dei mali.
Molti non hanno un patrimonio aggredibile e pensano, per questo, di essere immuni dagli effetti distruttivi delle società di persone.
Il principale rischio al quale si sottopongono senza motivo gli imprenditori che lavorano con la società di persone anziché con la società di capitali, è che i debiti aziendali seguono il codice fiscale dei soci, anche se l’azienda chiude i battenti.
Diventano un incubo dal quale non è possibile svegliarsi, che condiziona tutte le decisioni future di un imprenditore che, per un motivo o per l’altro, ha deciso di utilizzare questa forma societaria.
E non c’è legge 3/2012 che tenga, perché l’esdebitamento non vale quasi mai per i debiti aziendali.
“Ma quindi se l’imprenditore si rende conto che ha un problema, ha una SAS e la trasforma in SRL, la responsabilità di tutti i soci accomandatari diventa limitata e si risolvono un bel po’ di problemi, giusto?”
La ragazza che mi aveva fatto questa domanda era rimasta ferma, in attesa della mia risposta, ed io d’altro canto ho esitato qualche secondo.
Eravamo in un’aula, per una giornata di formazione, e stavo spiegando questi concetti.
Sapevo benissimo cosa dire, ma quella domanda, rivolta da una professionista, mi aveva fatto capire quanto bisogno di informazione ci sia, quanto sia grande la necessità di istruire le persone a gestire le aziende in un certo modo.
“Quando l’imprenditore si rende conto che c’è qualcosa che non va e chiama noi per aiutarlo, é già troppo tardi per fare tutto quello che l’imprenditore pensa di poter fare. E anche la trasformazione in SRL sarebbe assolutamente inutile con un’azienda già in crisi finanziaria. Abbiamo solo la possibilità di intervenire con strumenti di emergenza per risolvere la crisi, prima che tutto sia perduto.”
Questa è stata la mia risposta.
La ragazza in questione non era affatto stupida, né una furbetta in cerca di scappatoie. Aveva solo pensato di aver intravisto la soluzione più semplice.
Molti imprenditori fanno lo stesso errore.
Quando iniziano ad avere problemi, pensano a come arginarli, contenerli, tamponare la situazione per un po’, invece di agire in profondità, intervenendo direttamente sulla causa.
Lo schema che mettono in atto di solito è sempre lo stesso:
- Tagliano i costi pubblicitari e quelli di vendita: basta marketing, basta partecipare a fiere espositive, meno venditori; con il risultato più che normale di far crollare a picco il fatturato.
- Tagliano sul personale, che comporta più straordinari per gli altri dipendenti, che diventano sempre più stanchi e inefficienti, oppure una riduzione degli orari e una conseguente perdita di clienti.
- Spostano le carte in tavola, portano in causa chiunque gli chieda dei soldi e per cercare di ripararsi dai debiti, muovono i soldi da una parte all’altra, in modo da provare a tappare le falle.
Solo che queste azioni non riescono di certo a salvare la società, anzi, spesso ne affossano le potenzialità.
È un po’ come se davanti a una ferita profonda che sgorga sangue dappertutto, il chirurgo decidesse di tamponare con una benda al posto di chiudere con dei punti di sutura.
Assurdo, no?
Sui primi due punti ho parlato spesso e a lungo, ho scritto articoli, fatto video su YouTube e ho dedicato capitoli interi del mio libro “Aziende che si Finanziano da Sole”, che puoi trovare andando su https://aziendechesifinanzianodasole.com/libro/.
Oggi dunque ho deciso di concentrarmi sul terzo punto, che normalmente lascio più in disparte e che è invece fondamentale.
In questo articolo ti parlerò brevemente dei diversi tipi di società, delle differenze che intercorrono fra uno e l’altro, dei vantaggi, degli svantaggi e di tutto ciò che è necessario per poter fare la scelta migliore.
“Sì, ma io l’ho già aperta la mia azienda, che me ne frega?”
Le righe che andrai a leggere servono in 2 fondamentali casi:
- Se devi ancora aprire la tua attività e stai riflettendo su quale sia la forma societaria migliore, più adatta alle tue esigenze e ai rischi che corri.
- Se hai dei debiti e pensi che la mossa migliore per risolverli sia cambiare assetto societario.
Nel primo caso infatti le informazioni che ti darò saranno indispensabili per scegliere in modo consapevole ed efficiente e non ritrovarti con terribili sorprese in mano fra qualche tempo.
Nel secondo ti eviterà di spendere soldi inutili in notai, atti notarili, e tempo prezioso in lungaggini burocratiche.
In poche parole va bene per ogni imprenditore, a patto che sia uno a cui interessa, che ha intenzione di lottare e di prepararsi nel modo giusto al mondo degli affari.
Veniamo a noi.
Il pensiero comune (e sbagliato) sulle società di persone
Ecco un giovane imprenditore pronto ad aprire la sua attività, lo chiameremo Marco, e sarà la nostra cavia oggi.
Marco ha avuto un’idea brillante su un nuovo prodotto in grado di rivoluzionare il mercato dei prodotti alimentari ed ha deciso quindi di fare impresa, dare forma al pensiero che ha in testa e iniziare a venderlo e fare soldi.
Perfetto.
A questo punto Marco deve decidere che tipo di società costituire per portare avanti il suo progetto. Un po’ come è successo a te tanti anni fa, o a tuo padre prima di te.
Il ragazzo non ha molte risorse, ha tanti sogni, quelli sì, ma poco denaro per cominciare; inoltre non pensa di fare grandi numeri, almeno all’inizio, s’informa quindi sulla scelta migliore, si interroga su cosa gli convenga fare e si trova davanti a due macro-categorie, quelle che anche tu hai incontrato all’inizio del tuo cammino:
Scegliere fra società di persone e società di capitali
La prima categoria sembra una meraviglia:
- È semplice da gestire, con un’amministrazione snella e veloce;
- Non ha adempimenti burocratici infiniti da portare avanti;
- Non serve capitale sociale iniziale (Marco non ne ha poi molto essendo agli inizi);
- Ha la possibilità di lavorare con perdite in bilancio, quindi se qualcuno dovesse andare male all’inizio o il lancio essere più impervio del previsto, nessun problema;
- Non ha requisiti in termini di patrimonio netto.
Un sogno insomma.
Costa meno, è più semplice da amministrare, non è un disastro se ha qualche perdita, un vero e proprio paradiso; Marco è abbastanza convinto che sia la scelta migliore, nonostante l’autonomia patrimoniale imperfetta e la conseguente responsabilità illimitata.
Deve solo decidere tra i diversi tipi di società quale sia la tipologia di società di persone da scegliere, ma è anche un tipo abbastanza curioso.
Decide quindi di informarsi meglio sulla società di capitali, almeno per coglierne le caratteristiche generiche.
Ecco le caratteristiche generali di una società di capitali e le differenze con le società di persone
società di persone e società di capitali si differenziano essenzialmente perchè quella del secondo tipo:
- È caratterizzata da separazione patrimoniale; dunque ciò che è tuo è tuo, ciò che è della società è della società (semplificato al massimo, te ne parlo meglio fra pochissimo);
- Si costituisce attraverso il versamento del capitale sociale;
- È più complessa da gestire dal punto di vista amministrativo;
- Ha più obblighi amministrativi;
- È in generale più costosa.
Chiunque con queste carte in tavola, penserebbe che:
la società di persone sia la scelta migliore, la più semplice, la più snella e la meno dispendiosa per chi sta iniziando a fare impresa
I vantaggi apparenti sono innumerevoli ed è normale che in molti facciano questo tipo di scelta, così hai fatto magari tu qualche anno fa e così ha deciso di fare Marco, il nostro giovane imprenditore.
C’è un fattore però che non ha considerato, come non hai fatto tu ai tempi: il rischio.
Il rischio d’impresa è un elemento trascurato dai più per un motivo molto semplice.
Quando inizi la tua attività sei talmente entusiasta da non considerare che gli affari potrebbero andare male.
Non è sciocco ottimismo, non è leggerezza o superficialità, è in realtà l’ingrediente vincente di molte imprese: la fede.
La ferrea, e a volte un po’ cieca, convinzione, che le cose andranno per il meglio, che le storie che hai sentito in giro di imprenditori andati incontro al fallimento non riguarderanno mai te, che la tua idea è buona e tu ce la puoi fare.
Tutto questo è in gran parte vero, la tua idea è probabilmente vincente, quella fede che ti caratterizza è indispensabile per andare avanti, e credere nel tuo progetto è fondamentale per crescere, ma non può e non deve essere tutto.
So di suonare come l’uccello del malaugurio, ma la verità è che
le cose potrebbero mettersi davvero male e tu devi essere pronto.
La vera differenza fra società di persone e di capitali, infatti, non è la semplicità di gestione, non sono le questioni amministrative, la vera differenza sta nella separazione patrimoniale.
Marco, come molti altri prima di lui, lo scopre nel momento in cui la sua piccola azienda ha problemi economici, quando il progetto ha difficoltà a partire, quando gli ingranaggi della macchina faticano a muoversi correttamente.
Si rende conto a quel punto che
lui e la sua azienda sono un’unica cosa.
E non in splendidi termini romantici, non con un significato astratto e profondo, ma sono proprio la stessa identica cosa a livello patrimoniale. I soldi di uno sono i soldi dell’altro e i debiti di uno sono i debiti dell’altro, nella buona e nella cattiva sorte insomma.
Solo che qui non c’è divorzio, non c’è separazione che tenga, il matrimonio professionale fra te e la tua società non si può sciogliere.
Questa è la vera grande insidia delle società di persone, che vengono scelte all’inizio per la loro praticità e convenienza, ma che finiscono poi con l’essere la fossa stessa che l’imprenditore si scava.
E qui torniamo alla domanda iniziale che la ragazza mi ha posto.
“Ma quindi se l’imprenditore si rende conto che ha un problema ed ha una società di persone e la trasforma in SRL, la responsabilità di tutti i soci accomandatari diventa limitata e abbiamo già risolto un bel po’ di problemi, giusto?”
La risposta è NO.
Le società di capitali infatti non sono esenti dal coinvolgimento personale dell’imprenditore, ci sono dei casi infatti in cui la forma sociale si deve trasformare, passando quindi da una forma all’altra, e implicando dunque il coinvolgimento diretto dell’imprenditore o dei soci.
Per questo fare questo cambio in corsa non serve, perché la maggior parte delle volte si sono già verificate quelle condizioni per cui la responsabilità ricade su di te, anche se hai una società di capitali.
Quali sono queste condizioni?
Visto che l’argomento è vasto ed è anche fondamentale per te conoscerlo nel dettaglio, ho deciso di dedicare il prossimo articolo direttamente a questo argomento.
Spiegandoti nel dettaglio:
- Quali tipi di società di capitali esistono;
- Quali sono i loro vantaggi;
- In quali casi diventa inevitabile il coinvolgimento del tuo patrimonio personale.
Fra pochi giorni dunque ti darò tutte le risposte che servono, in modo che tu possa davvero scegliere consapevolmente.
Se invece la tua situazione è già critica, se ti sei reso conto che tu e tutta la tua famiglia state per essere coinvolti nel fallimento della tua azienda o anche semplicemente se vuoi essere certo che la tua azienda stia andando nella direzione corretta…
Il concetto fondamentale è sempre e comunque uno: non aspettare.
Non ricorrere a finanziamenti, magari da una banca diversa; non ti aiuterà, anzi, ti ritroverai in una posizione ancora peggiore quando anche queste rate diventeranno insostenibili.
Se sei già in questa posizione, se stai tardando il pagamento di più di un prestito e non sai come gestire la faccenda e temi che i creditori aggrediscano i tuoi beni personali, devi attuare un piano per liberare la tua azienda dai debiti, per metterla nelle condizioni di autofinanziarla e per renderla libera dai problemi creati dai finanziamenti.
E lo puoi fare solo e soltanto con un piano ben strutturato, per avere gli strumenti necessari per metterlo in piedi e salvare tutto quello che hai creato fino ad oggi, ti servono delle informazioni fondamentali.
“Come lo elaboro?”
Certo non so come sia messa la tua azienda, quale sia la tua particolare condizione, che rischi corri, che posizioni scoperte hai, che punti di forza potresti usare in una trattativa con la banca.
Insomma, non conosco i tuoi problemi in particolare, ma quello che posso dirti è che aspettare che qualcosa si risolva NON è la strategia giusta in NESSUN caso.
Per darti più informazioni avrei bisogno di entrare nel dettaglio del tuo Business Plan, solo così potrei farti DAVVERO comprendere ciò che serve
C’è una cosa però che posso fare per evitare che tu ti trovi in una condizione davvero drammatica, è il primo passo con chiunque io lavori.
Il mio percorso con ogni imprenditore che vuole salvare la sua azienda inizia sempre con un’analisi preliminare in cui si raccolgono tutti i materiali necessari a capire quale sia lo stato di salute dell’azienda e sopratutto cosa potrebbe succederle da un momento all’altro se continui sulla strada che stai intraprendendo.
Questo è quello che potremmo fare anche per te, definire e analizzare le tue linee di credito, il tuo fatturato, il tuo rapporto con in fornitori per far sì che tu sappia come e da dove iniziare per salvare il tuo business.
Con più di 1700 casi gestiti e circa 300 imprenditori in crisi seguiti quotidianamente (in media), siamo lo staff tecnico che i nostri clienti utilizzano per liberare la loro azienda dai debiti a partire proprio da quella prima valutazione.
Quello di cui avrebbe bisogno anche la tua azienda, adesso, prima che sia troppo tardi.
Pensi sia troppo tardi? Oppure troppo presto?
Lascia che sia un esperto a valutarlo.
Perché il Metodo Di Domenico Debiti™ funzioni anche per te, bisogna capire appunto, se siamo nelle condizioni per intervenire a risolvere i tuoi problemi di indebitamento.
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