Fido promiscuo, 3 errori da non fare

Questi sono i 3 errori che non vorrai aver commesso utilizzando il fido promiscuo e che rischiano di mettere in ginocchio la tua situazione economica e i conti della tua azienda. 

Puoi ancora sistemare le cose?

Le linee di credito non sono tutte uguali, anche se spesso te ne rendi conto solo quando le cose vanno male.

Quando la tua azienda va bene, il lavoro non manca e il denaro gira nel modo giusto non fai molta attenzione ai prodotti di finanziamento che ti propongono e alle condizioni che ti impegni a rispettare.

Se hai bisogno di un prestito per finanziare quella nuova idea, quel nuovo progetto o per pagare quella fornitura di cui hai assolutamente bisogno per chiudere il cantiere, vai nella tua banca e accetti qualsiasi forma di credito ti venga proposta.

D’altronde il direttore è lì per aiutarti, giusto?

Nulla di più sbagliato. Il direttore è un funzionario della banca e il suo lavoro è portare risultati per la sua azienda. In linea di massima, non c’è niente di male in questo.

Ma i risultati, per un’azienda che raccoglie denaro presso il pubblico e guadagna impiegando questi soldi in prestiti erogati in cambio del pagamento degli interessi, si misurano attraverso la differenza tra interessi pagati per raccogliere il denaro e interessi incassati dal prestito del denaro.

Questo per te vuol dire una cosa. La banca cercherà di venderti il prodotto che le permette di guadagnare di più a parità di rischio.

Fido promiscuo, cosa significa

Tra i prodotti migliori per rispettare questo teorema ci sono i cosiddetti fidi di cassa o affidamenti promiscui. Linee di credito temporanee e per questo di solito molto più costose di qualsiasi altra forma di finanziamento di tipo bancario.

In pratica la banca ti mette a disposizione una somma di denaro che puoi utilizzare secondo le tue esigenze, in maniera molto flessibile. Puoi prendere in prestito tutta la somma oppure una parte di essa e decidere di restituirla parzialmente o integralmente, secondo le esigenze dettate dalla dinamica degli incassi e dei pagamenti della tua attività.

Migliaia di aziende hanno uno o più affidamenti di cassa ed altrettanti imprenditori utilizzano il fido nel modo sbagliato.

Tra questi, molti hanno già provato la drammatica esperienza della revoca di un fido, ma in pochi hanno capito quali sono gli errori commessi.

Proverò in quest’articolo ad spiegarti le caratteristiche di questo tipo di prodotto finanziario, cercando di evidenziare gli errori di utilizzo che rischiano di mettendo in seria difficoltà i conti della tua azienda.

Non è un articolo teorico di tecnica bancaria, ma una sintesi di informazioni pratiche e pronte all’uso per un piccolo imprenditore come te.

Quello che Nessuno ti Racconta sul fido promiscuo

Il fido di cassa promiscuo è una delle forme di “prestito” più diffuse tra i piccoli imprenditori e i commercianti. Piccoli affidamenti possono essere concessi anche ai dipendenti e ai pensionati.

Il “fido” è un affidamento temporaneo che la banca mette a disposizione tua e della tua azienda, apparentemente senza vincoli.

Nel rapporto di apertura di credito in conto corrente – questo il nome tecnico del fido – l’imprenditore può scegliere liberamente come impiegare il denaro preso in prestito. Tra l’altro, la richiesta di finanziamento non comporta la necessità di seguire una rigida procedura di istruttoria, come nel caso di strumenti più complessi.

La concessione di un’apertura di credito è un’operazione tra due soggetti, l’imprenditore e la banca, senza nessun terzo che possa limitare l’erogazione per cavilli tecnici o lecite perplessità.

Sembrerebbe l’operazione finanziaria perfetta, ma nella maggior parte dei casi il fido di cassa diventa l’epicentro da cui si diffonde il dissesto economico delle piccole aziende e degli esercizi commerciali.

Il problema non è però da cercare nelle caratteristiche del prodotto.

Il fido è per sua natura uno strumento flessibile e la flessibilità per la banca ha un costo più alto rispetto ad altre modalità di impiego.

Ovviamente questo costo viene applicato al prezzo che l’istituto di credito ti chiede per mettere a tua disposizione una determinata somma per un certo periodo di tempo. Gli interessi passivi.

Apriamo una breve parentesi.

La flessibilità dell’apertura di credito è un’arma a doppio taglio. Il fido di conto è infatti difficile da controllare, perché le voci di costo a tuo carico sono diverse e maturano con tempistiche differenti. Ma questo aspetto tecnico, in alcune circostanze, permette alla banca di superare i limiti del lecito nell’addebito di costi a tuo carico.

Un fido promiscuo può generare problemi derivanti dall’illecita applicazione di interessi oltre le soglie d’usura, addebiti di interessi passivi calcolati sugli interessi già maturati (il c.d. anatocismo) e, in generale, può portare all’applicazione di costi occulti che riducono le tue disponibilità economiche.

Quindi mentre cerchi di far quadrare i conti, ti trovi a pagare a tua insaputa costi che non riesci a verificare, per i limiti di trasparenza impliciti di un prodotto come il fido di cassa.

Ma non è di questi problemi che parliamo in questo articolo.

Fido promiscuo: 3 errori da non commettere

Perché se è vero che un affidamento mal controllato può bruciare anche tutto il margine della tua attività e quindi del tuo lavoro, il fido di cassa può diventare uno strumento dal potere distruttivo se commetti uno di questi tre errori:

1. non considerare il carattere temporaneo dell’affidamento;
2. utilizzare il fido comete fosse un finanziamento;
3. garantire l’apertura di credito, magari con una fideiussione omnibus.

Se stai commettendo oppure hai commesso uno di questi sbagli, ti suggerisco di continuare a leggere e di iniziare a pensare a come rimediare.

Le conseguenze possono essere devastanti per il tuo futuro finanziario.

Errore #1 – Trascurare il Carattere “Temporaneo” dell’Affidamento

Il fido di conto corrente è una concessione di credito di carattere temporaneo, non ha carattere permanente.

Questo vuol dire che la banca, in qualsiasi momento e senza aver bisogno di aspettare un evento scatenante, può decidere in modo praticamente insindacabile di revocare l’affidamento chiedendo a te di rientrare.

Tutto quello che deve fare è comunicarti la volontà di rientrare del proprio credito, concedendoti un tempo ragionevole per poterlo fare. In teoria.

In realtà il primo problema derivante da questo errore di valutazione la “temporaneità” del fido è connesso alla ragionevolezza dei tempi di rientro che la banca ti concederà quando senza preavviso ti chiederà di rientrare.

Sui tempi di rientro degli affidamenti temporanei c’è un dibattito molto acceso nei tribunali. Con la sola giurisprudenza a favore o contro la banca ci sarebbe da scrivere interi libri (e ce ne sono).

In sintesi, ti basta sapere che a quanto pare il tempo “bancario” scorre in maniera diversa da quello di un imprenditore. I problemi che questa differenza temporale crea alle piccole imprese come la tua sono diversi e tutti più o meno importanti. Tra questi due hanno un impatto devastante.

Il primo è l’effetto sorpresa.

Quando la banca ti chiede di rientrare del fido, di solito il momento non è mai quello giusto. L’effetto sorpresa genera una situazione di “sottomissione” (non fraintendere) tale che, pur di guadagnare tempo, sei disposto ad accettare qualsiasi condizione.

Ho conosciuto imprenditori che hanno perso l’azienda per stare dietro alle condizioni di rientro degli affidamenti. E  non lo dico per spaventarti. Per quello basta leggere la cronaca locale.

Il secondo è l’effetto domino.

Strettamente correlato al primo, è quel fenomeno per cui a distanza di qualche mese dalla prima richiesta di rientro (quando sei fortunato) tutte le banche con cui lavori ti chiedono di rientrare del fido.

Non è accanimento, è il risultato di una segnalazione tecnica. La tua posizione, prima di essere messa a rientro (o contestualmente) viene posta a “sofferenza”. Questa segnalazione viene resa pubblica tramite la CR di Banca d’Italia e influenza le scelte di tutti gli istituti di credito con cui lavori.

Errore #2 – Utilizzare il Fido temporaneo Come un Finanziamento

Per un imprenditore una linea di credito è una linea di credito. Le differenze tecniche dei finanziamenti sono dettagli per banchieri e professori universitari.

Il progetto, l’idea, il cantiere, il macchinario, il mezzo non si pagano con le chiacchiere. Ci vogliono i soldi e se non sono in cassa possono essere chiesti in prestito. Quando te li danno. Il costo aumenta, ma senza quel pezzo l’attività d’impresa non può proseguire e quindi si va in banca.

Il problema è che le differenze tecniche tra i diversi prodotti finanziari, seppur teoriche, hanno un impatto straordinario sulla vita reale e, in particolare, sui conti della tua attività.

Utilizzare un fido per acquistare un bene (o più acquisti diversi, poco importa) ha una conseguenza  diretta sui tuoi conti. Dal momento dell’acquisto il conto affidato sarà in rosso, e lo sarà per un periodo di tempo indeterminato.

In pratica utilizzi il fido temporaneo come se fosse un finanziamento, con un conto costantemente in rosso e rimborsi che coprono solo gli interessi maturati.

Solo che a differenza di un normale prestito, il tuo finanziamento è molto più costoso. Non solo, perché ti espone ad un rischio incontrollabile, in quanto la banca ti può chiedere improvvisamente il rientro del capitale prestato. E sarai tu stesso a portarla a farlo, senza saperlo, ovviamente.

Utilizzare il fido come se fosse un finanziamento comporta un notevole aumento del tuo costo del denaro, perché la banca sarà libera di applicare ogni genere di costo o commissione possibile. Semplicemente perché il contratto permette di farlo.

Ma non finisce qui.

Utilizzare interamente l’importo affidato per più mesi consecutivi comporta un aumento del tuo rischio di credito. In pratica stai segnalando al sistema che non sei in grado di fare fronte ad esigenze temporanee di liquidità della tua azienda. E, paradossalmente, che non credi nella tua impresa al punto da investire altro denaro (il mondo bancario non pensa che tu quei soldi non li hai).

Questo nel corso dei mesi porta l’istituto di credito che ti ha concesso l’affidamento a ridurre progressivamente l’importo affidato (a volte senza comunicartelo), con il risultato che il costo del tuo affidamento continua ad aumentare senza che tu possa fare nulla.

Oltre agli interessi normali pagherai, su una certa parte del denaro preso in prestito, quelli che consoci come interessi fuori fido.

Ma c’è un terzo problema, che ti dovrebbe preoccupare anche non sei interessato al fatto che sprechi i tuoi guadagni per pagare interessi alla banca.

L’aumento del tuo rischio di credito viene comunicato all’intero mondo del credito attraverso il meccanismo delle segnalazioni in Centrale Rischi.

Questo vuol dire che anche le altre banche inizieranno a ridurre gli affidamenti operativi e ad aumentare il costo del denaro che ti prestano, perché verrai percepito come soggetto a rischio.

Nel medio periodo questo meccanismo ti chiuderà le porte del mondo del credito e ti porterà alle richieste di rientro degli affidamenti concessi.

Praticamente senza possibilità di appello.

Errore #3 – Garantire il Fido promiscuo

Il terzo errore di utilizzo di un affidamento temporaneo può essere commesso in due momenti differenti della vita del finanziamento ed è difficile stabilire in quale momento abbia conseguenze peggiori.

Il fido è una linea di credito costosa perché, come ti ho spiegato prima, il rischio che la banca decide di assumersi è superiore rispetto ad altre forme di finanziamento più garantite.

Questo però è vero in teoria, perché nella realtà le distorsioni del sistema possono portarti a pagare molto e a rischiare tutto, anche se sei stato costretto ad abbattere il tuo rischio di credito.

Come?

La banca ti chiede una garanzia di firma (la fideiussione, per intenderci) al momento della concessione dell’affidamento oppure condiziona l’approvazione del fido al vincolo di una somma di denaro o all’acquisto da parte tua di titoli (magari della stessa banca) da dare in pegno a garanzia della linea di credito.

In pratica sei obbligato ad offrire garanzie per un valore che spesso supera di molto l’importo dell’affidamento concesso.

Ma non è questo l’errore più grave. Se hai chiesto un affidamento, in quel momento avevi bisogno di quei soldi e sei stato costretto ad accettarne le condizioni.

La concessione di garanzie di firma, di pegni o addirittura di garanzie ipotecarie diventa un azzardo quando la richiesta avviene a fronte della revoca degli affidamenti.

Il rischio a cui ti esponi non corrisponde al valore dell’impegno che hai nei confronti della banca, senza considerare le conseguenze in tema di “accettazione del debito” che possono precluderti la possibilità di verificare il comportamento corretto della banca e degli interessi applicati.

Non c’è bisogno di tanta fantasia per immaginare che, in una situazione già compromessa, mettere a rischio il tuo patrimonio e quello della tua famiglia per salvaguardare gli interessi della tua banca non è una scelta saggia. Giusto?

Cosa Puoi Fare per Rimediare agli Errori?

Esistono modi per non subire passivamente le azioni che la banca compie per recuperare i suoi crediti.

Se ricevi una lettera di revoca degli affidamenti, non perdere la calma e pianifica delle ipotesi di rientro da presentare all’intermediario. E se ti sei reso conto di essere caduto in un errore, ma non ti hanno ancora chiesto il rientro, muoviti per eliminare i fattori di rischio.

Le condizioni di rientro di una linea di credito possono essere negoziate, anche se non sarà semplice e non ti troverai persone disposte ad accettare passivamente le tue scelte.

Devi fare in modo di mostrarti preparato alle trattative, cercando di evitare di subire operazioni imposte dalla banca, che in certi casi possono costituire un vero e proprio abuso di posizione dominante da parte dell’istituto di credito e che possono trasformare la situazione di difficoltà in una crisi senza rimedio.

Ricorda che sei tu ad avere da perdere, ma non sei disarmato.

Ti potresti infatti trovare di fronte a richieste di beni a garanzia delle tua esposizione, in forma di iscrizione ipotecarie, pegno di titoli ovvero di garanzie fideiussorie. Sono ipotesi valutabili, a condizione che, ad esempio, la banca ti conceda un prestito ponte che ti permetta di sanare tutte le tue esposizioni debitorie.

Devi giocare bene le tue carte.

Le richieste della banca possono essere assecondate ma anche evitate applicando tecniche di negoziazione funzionali al raggiungimento dei tuoi obiettivi di risanamento, in modo da limitare il rischio di default dell’azienda.

Una trattativa gestita in modo professionale, che faccia leva sui tuoi punti di forza, ti permetterà di evitare conseguenze che possono portare al dissesto finanziario la tua attività e la tua famiglia.

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