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Molti degli imprenditori che richiedono la mia consulenza non lo fanno perché la loro impresa è sull’orlo di una crisi aziendale.
Lo fanno semplicemente perché hanno un’idea in mente, un progetto che coltivano da tempo, ma non sanno dove trovare il denaro necessario per farlo.
Magari anche tu desideri concretizzarne uno, creando la tua prima azienda o facendo crescere quella che porti avanti già da anni con tanti sacrifici, ma per mancanza di liquidità non ancora ci sei riuscito.
Non sei l’unico.
Qualsiasi progetto di business, all’inizio della sua vita, non è finanziariamente autonomo e ha bisogno di risorse per nascere e crescere.
Tutti i progetti imprenditoriali, in altre parole, hanno il loro fabbisogno finanziario.
Ricordo benissimo cosa si prova quando non si riesce a tenere a freno quel fuoco che ti arde dentro al petto, perché hai una marea di idee in mente, ne pensi una al minuto, hai già tutto il percorso tracciato nella tua mente, ma ti manca la benzina per iniziare il cammino dell’imprenditore.
Conosco molto bene quell’entusiasmo che non ti fa dormire la notte, perché proprio non riesci a tenere a freno il bisogno di pensare, progettare, pianificare, fare… Se solo ci fossero i soldi…
Non ti nascondo che molti me lo hanno candidamente chiesto “Dottò, all’inizio come avete fatto voi?”
Ma anche… “Quanti soldi servono per avviare un’attività?”
Non esiste una risposta universalmente valida a questa domanda, perché dipende da molti fattori.
Personalmente ho aperto la mia prima partita IVA con appena 2.725 euro e tanta inventiva, ma si trattava dell’erogazione di servizi, che non necessita di macchinari per trasformare materie prime né di capannoni in cui stipare la merce.
Non ho dovuto avvalermi di fonti di finanziamento esterne, perché con le mie sole forze sono riuscito a coprire in poco tempo il fabbisogno finanziario della mia attività, in totale autofinanziamento.
Ma la maggior parte dei modelli di business parte con un fabbisogno finanziario che necessità di coperture esterne.
Che derivino dal capitale dell’imprenditore o di soci finanziatori, da accordi con i fornitori o dalla pre-vendita ai clienti, per fare impresa e per sviluppare nuovi progetti all’interno di un’azienda già costituita ci vogliono soldi.
Molti imprenditori sembrano non prestare attenzione a questo dettaglio o commettono errori molto gravi nella ricerca delle fonti di finanziamento per coprire l’acquisto di asset e persone.
Per chiarire meglio cosa intendo e come evitare questi errori, partiamo dal definire cos’è il fabbisogno finanziario delle imprese, come si calcola e dove puoi attingere le risorse di cui hai bisogno per avviare il tuo business o i tuoi nuovi progetti imprenditoriali.
Cos’è il fabbisogno finanziario
Tecnicamente il fabbisogno finanziario iniziale è il totale delle risorse finanziarie di cui un’azienda ha bisogno per acquisire fattori produttivi e servire i propri clienti. Tutto il denaro, insomma, che ti serve per effettuare i tuoi investimenti iniziali e futuri.
Il concetto è piuttosto semplice, se ci pensi.
L’azienda per vivere deve sostenere costi e fare investimenti, che rientrano solo in un secondo momento sotto forma di incasso.
Il fabbisogno finanziario è la misura delle risorse necessarie per coprire questi costi di organizzazione e gestione dell’impresa, per il tempo necessario affinché le fatture emesse vengano incassate.
Quello che bisogna mettere in conto, infatti, è che nei primi tempi di gestione dell’azienda le uscite potrebbero essere superiori rispetto alle entrate.
La durata di questa fase iniziale dipende dalle caratteristiche del modello di business e dalla capacità dell’imprenditore di “dominare” le variabili del ciclo di cassa.
Può durare tanto, specie se bisogna fare molti investimenti in asset durevoli per i quali si attinge a fonti di finanziamento esterne, o può essere ridotta ai minimi termini, se si lavora nell’ottica dell’autofinanziamento.
Questo vale sia per i progetti di business avviati, sia per i nuovi progetti da inserire in un’azienda preesistente.
Ti faccio un esempio.
Proprio in questi mesi stiamo lavorando con un’azienda di servizi meccanici che ha ampliato la sua offerta e ha avuto necessità di acquistare un nuovo macchinario e costruire un capannone in cui posizionarlo.
Luigi, l’imprenditore, ci ha contattati proprio per avere un supporto nel valutare il mix di risorse finanziarie utili a coprire questo grosso investimento iniziale, ma anche le spese di ampliamento della base clienti e della maggiore produzione.
L’azienda aveva bisogno di esporsi molto, in attesa che questi costi venissero coperti dal ROI di questi investimenti.
Con lui, come con qualunque altra azienda che deve avviare un nuovo progetto, è stato necessario misurare esattamente il fabbisogno finanziario e comprendere quanti soldi servivano per sostenere il progetto prima di arrivare al break even point, il punto in cui ricavi e costi si equivalgono.
Fatto questo, abbiamo poi selezionato le fonti di finanziamento da utilizzare, con un occhio al costo delle stesse.
Fabbisogno strutturale e fabbisogno corrente
So che può salire la febbre solo pensando a quanti soldi servono per far fronte a tutte le spese necessarie ad avviare una nuova attività o espandere la propria azienda, specie in un periodo di profonde incertezze e costanti rincari.
All’inizio si devono acquisire e organizzare asset e persone, acquistare impianti, immobilizzazioni, automezzi, e molto altro ancora, alimentare quello che si definisce il fabbisogno strutturale dell’azienda, costituito dal capitale fisso, che una volta definito resta stabile, almeno finché non si raggiungono economie di scala.
Ma non basta.
Bisogna acquisire anche i beni e i servizi necessari a far funzionare l’attività operativa, i fattori produttivi, le vendite, insomma, al suo fabbisogno corrente, chiamato anche capitale circolante o capitale d’esercizio.
Quest’ultimo si riferisce al denaro necessario ad acquistare le scorte, le materie prime, i semilavorati e i prodotti, a finanziare la cessione di credito ai clienti e coprire i costi di gestione aziendale, permettendo di affrontare anche eventuali difficoltà finanziarie.
Cosa rischi se non calcoli esattamente il fabbisogno finanziario
Calcolare in maniera puntuale il fabbisogno finanziario è fondamentale, perché eventuali errori costringono l’imprenditore a rinegoziare le condizioni di acquisto del denaro, per ottenere più credito o cambiare le condizioni.
Questo, nella maggior parte dei casi, comporta un aumento dei costi e il deterioramento del merito creditizio.
Le banche sono formidabili segugi, sanno fiutare le difficoltà di un’azienda, inclusi gli errori di calcolo in fase di avvio, molto prima dell’imprenditore.
Simili errori di calcolo non giocano certo a tuo favore.
Gli istituti di credito intuiscono che il progetto di business potrebbe vacillare sin dai suoi primi passi e, anche se concedono finanziamenti, lo fanno a condizioni peggiori, per remunerare il loro rischio di credito, che per te vuol dire sostenere costi ancora più alti per ottenere denaro.
Questo, però, è quello che succede nel migliore degli scenari possibili.
Perché potrebbe andare molto peggio.
Potresti trovarti ad affrontare una interruzione degli investimenti in corso d’opera e con lo sviluppo commerciale bloccato, un po’ come successo a Daniele, un imprenditore che abbiamo seguito un paio d’anni fa.
Lui aveva lavorato sodo negli ultimi anni per mettere soldi da parte e ampliare la sua linea di produzione di piastrelle, utilizzando materiali innovativi e aveva fatto un lavoro importante per far quadrare i conti e non essere costretto a chiedere finanziamenti all’esterno.
Ma ha commesso un errore di valutazione, spinto dal classico “ottimismo imprenditoriale”.
Nel calcolo del fabbisogno finanziario del suo nuovo progetto non aveva messo in conto l’ampliamento del magazzino.
Pensava che gli spazi che aveva già a disposizione sarebbero stati sufficienti a ospitare la maggiore produzione, ma così non è stato.
Mandare indietro alcuni ordini e mettere in conto l’acquisto di un capannone più grosso ha sfasato completamente il suo calcolo iniziale e presto non si è trovato più con i conteggi fatti.
Nel giro di poco è stato costretto a sospendere questa nuova attività, perché non ci stava più nei costi e rischiava di mandare a gambe per aria l’intera azienda.
Per questo è necessario valutare con attenzione il fabbisogno finanziario.
Lanciarsi in un nuovo investimento, senza aver calcolato precisamente il fabbisogno di risorse necessarie per realizzarlo, può portare a un inutile spreco di risorse.
Se, infatti, non dovessi riuscire più a trovare risorse per alimentarlo e hai già investito quelle che avevi, senza farle fruttare come dovevano, allora, oltre a non realizzare il tuo progetto hai anche sprecato denaro che potevi reinvestire nella tua attività.
Errori di questo tipo, se esasperati, portano a una vera e propria crisi finanziaria, sia per mancanza di liquidità che per l’impossibilità a garantire la continuità aziendale.
Ne ho conosciute tante di aziende che hanno dovuto chiudere battente e abbassare definitivamente le saracinesche proprio per questo motivo.
Calcolo del fabbisogno finanziario
“Come faccio, allora, a calcolare esattamente il fabbisogno finanziario?”
Sarò un po’ tecnico a questo punto, ma è utile a farti capire nella pratica come puoi calcolarlo anche per conto tuo.
Innanzitutto, devi distinguere tra fabbisogno finanziario lordo, dato dalla somma delle voci che compongono l’attivo di bilancio, e fabbisogno finanziario netto.
Quest’ultimo può essere calcolato attraverso il metodo sintetico, l’ammontare totale degli investimenti netti (al netto dei fondi) più l’utile e la perdita di esercizio, a cui devi sottrarre le riserve di utili.
Un altro modo per calcolare il fabbisogno finanziario netto è il metodo analitico, la differenza tra le uscite monetarie in fase di liquidazione e le entrate monetarie in fase di riscossione.
Puoi calcolare il fabbisogno finanziario netto con metodo analitico utilizzando lo scadenzario di tesoreria, uno strumento di controllo di gestione strategico che dovresti già conoscere, se mi segui da un po’.
Fonti di finanziamento
“Tutto molto bello, ma dove trovo i soldi per soddisfare il fabbisogno finanziario dell’azienda?”
È giusto premettere che la capacità di autofinanziamento di un’azienda nelle fasi iniziali è tendenzialmente limitata, soprattutto se per ragioni competitive l’impresa è costretta a praticare prezzi molto bassi o inferiori alla media dei concorrenti.
Puoi ritrovarti, quindi, costretto ad attingere a fonti di finanziamento esterne, a meno che tu non abbia capitale proprio sufficiente a coprire la mole di investimenti necessari per avviare la tua attività.
In questo senso, se ci riferiamo ai finanziamenti bancari, bisogna distinguere tra strumenti di finanziamento a breve, medio e lungo termine.
Ognuno di questi è adatto a soddisfare un certo tipo di fabbisogno finanziario.
Quello di breve termine, ad esempio, riferito all’acquisto di scorte e alla copertura delle spese di produzione correnti, andrebbe finanziato con risorse di breve periodo, come anticipi fatture, ordini, Ri.Ba, fidi di cassa a copertura di eventuali insoluti, in base al modello di business.
Gli investimenti di lungo termine, come le attrezzature e i macchinari, dovrebbero essere finanziati, invece, con fonti finanziarie di lungo termine, quindi, capitale proprio o di terzi, mixati tra loro possibilmente.
Quali sono le fonti di finanziamento per coprire il fabbisogno finanziario se non puoi contare sull’autofinanziamento?
La fonte più utilizzata dalle PMI sono i debiti bancari, finanziamenti a breve termine (inferiori a 18 mesi), a medio termine, che hanno durata tra 18 mesi e 5 anni, come chirografari, prestiti, noleggi, leasing e finanziamenti a lungo termine, come mutui e leasing.
Ma tra le fonti di finanziamento a cui un imprenditore può ricorrere ci sono anche gli investitori, soci finanziatori ai quali rivolgersi presentando la proposta di business.
In questi casi la prima cosa da fare per venderla al meglio è presentare la redditività attesa dagli investimenti per cui stai chiedendo finanziamenti.
Ma quelle che garantiscono maggiore stabilità finanziaria alle iniziative imprenditoriali restano le fonti interne: capitale proprio e autofinanziamento.
Quest’ultimo, in particolare, corrisponde con la capacità dell’azienda di coprire il proprio fabbisogno attraverso la redditività ricavata dall’attività aziendale.
A cosa serve calcolare il fabbisogno finanziario
Riuscire ad avere un’idea precisa del fabbisogno finanziario aziendale, come viene suddiviso e quali sono le fonti che puoi utilizzare per coprirlo, ti permette di avere la maggiore corrispondenza temporale possibile tra durata fabbisogno e durata dei finanziamenti.
Più preciso è il tuo calcolo, minori saranno i tempi di rientro degli investimenti e meno difficoltà incontrerai nella realizzazione del tuo progetto, almeno dal punto di vista finanziario.
Eviterai problemi di liquidità e disporrai di risorse liquide sufficienti per far fronte alla maggior parte delle esigenze di cassa aziendali.
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Traendo spunto dai progetti che abbiamo realizzato e dai concetti racchiusi nel mio ultimo libro Aziende che si Finanziano da Sole, ti parlo di finanza, di aziende, di azioni da fare per realizzare un’azienda in grado di crescere e di espandersi senza bisogno di risorse esterne e solo sulla base dei propri flussi di cassa.
Lo faccio in modo chiaro, diretto e con esempi pratici tratti dai casi che abbiamo seguito.