

Nei momenti di difficoltà aziendale, quando le entrate iniziano a non essere sufficienti a coprire le spese, è normale ritrovarsi a dover decidere quali pagamenti effettuare e quali rimandare. Mancano i soldi per poter coprire tutto e qualcosa deve essere necessariamente sacrificato, scongiurando il rischio che arrivi un decreto ingiuntivo a complicare le cose.
Solo che man mano che passa il tempo, la situazione peggiora perché i problemi si stratificano, si sommano e si moltiplicano, fino a che non arrivi al punto di perdere il controllo di quello che devi pagare ed a chi.
Capita di frequente, in questi casi, di ritrovarsi a pagare il creditore che urla più forte, quello più tenace o semplicemente quello più organizzato nel recupero del credito, senza che questo porti un reale vantaggio alla tua azienda.
È normale, molti creditori hanno anche studiato precise tecniche per fare quel lavoro, sanno dove colpire e come ottenere da te ESATTAMENTE quello che vogliono.
Mentre tu cerchi il modo di affrontare la situazione e risolverla in maniera definitiva, i tuoi creditori iniziano a muoversi per risolvere il loro problema: quello di recuperare il proprio credito con le azioni legali.
Inizia tutto con una telefonata. Poi un’altra, più fastidiosa, più insistente.
Le telefonate si moltiplicano e tu ti trovi, senza nemmeno essertene accorto con il terrore di sentire il telefono suonare.
A quel punto partono le consuete visite in azienda, senza preavviso, a bussare proprio alla tua porta, quando meno te lo aspetti. Questo fino a quando non ti arrivano i primi atti giudiziari. Il primo decreto ingiuntivo.
Ma che cos è il decreto ingiuntivo in buona sostanza?
In pratica è il primo atto di un procedimento legale che porta all’atto di pignoramento ed è quel documento con il quale il creditore spiega al giudice le ragioni per le quali avanza quel credito (o in generale quella pretesa). Il decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo è invece un documento che accelera questa procedura, rendendo possibile il pignoramento dopo poco più di dieci giorni.
Questo dal punto di vista tecnico, perché dal punto di vista pratico è solo una nuova causa di forti mal di testa.
Ognuno vive a suo modo questi momenti di stress, ma posso dire di aver visto tantissimi imprenditori cadere in questa rete e le reazioni sono di norma, sempre due.
Da un lato ci sono imprenditori che più o meno volontariamente ignorano la ricezione dell’atto, che viene infilato in mezzo alla pila di lettere dedicata ai pagamenti da fare un giorno, non appena si avrà un po’ di disponibilità economica.
In alcuni casi, quelli che portano alle conseguenze peggiori, gli imprenditori smettono di ritirare le raccomandate e non prendono coscienza delle azioni messe in pratica dai creditori. Come se ignorare il problema lo potesse cancellare.
Dall’altro lato ci sono imprenditori molto sensibili e attenti ai problemi che atti di questo tipo possono causare, che corrono dal proprio avvocato di fiducia per affidargli l’incarico di “gestire la questione”, liberandosi della patata bollente nel più breve tempo possibile.
Il problema tuttavia è che l’avvocato può fare solo 2 cose:
- Preparare l’opposizione in giudizio, nel caso in cui ricorrano i presupposti per farlo.
- Presentare opposizione al decreto anche se non ci sono i termini per farlo, perché sembra la mossa giusta per guadagnare tempo.
L’avvocato tradizionale, al quale normalmente l’imprenditore si rivolge, NON ha le competenze specifiche necessarie per occuparsi di un’azione del genere.
Non è cattivo, né incompetente, semplicemente quale potrà mai essere la sua conoscenza in finanza aziendale se la mattina si è occupato di divorzio e il pomeriggio di una piccola causa penale?
Nessuna. Esatto. La materia è troppo vasta per essere tuttologi.
Una mia cliente ha ricevuto poco prima dell’estate un decreto ingiuntivo che includeva anche l’intimazione ad adempiere all’atto di precetto.
Lei però nel momento in cui avrebbe dovuto agire, non ha trovato il suo avvocato perché era in ferie.
Nessuna opposizione contro l’atto di precetto quindi perché erano scaduti i termini.
Sai qual è stata la conseguenza?
La cliente ha subito un pignoramento dei conti che ha provocato la revoca delle linee di credito e la richiesta di rientro in un’unica soluzione.
Un completo disastro. Ha davvero rischiato di perdere ogni cosa a causa di un decreto ingiuntivo.
Non appena ricevi una lettera do messa in mora, un decreto ingiuntivo, un atto di precetto o un qualsiasi atto giudiziario che riguarda i debiti della tua azienda, devi valutare in maniera oggettiva se quelle somme sono effettivamente dovute e se è così, devi iniziare a negoziale per raggiungere un accordo transattivo.
In questo modo elimini i tempi che il lungo labirinto giudiziario italiano ti imporrebbe e risparmi l’inutile parcella di un avvocato.
Come agisce invece il tuo avvocato di fronte al decreto ingiuntivo?
Quando porti un decreto ingiuntivo al tuo avvocato chiedendogli di risolvere il problema, la prima cosa che fa è quella di presentare l’opposizione alla pretesa del tuo creditore.
Perché questo porti a un risultato positivo per te DEVI avere delle prove schiaccianti a tuo favore, MA non basta per ottenere la ragione da parte del giudice.
Quando dico “schiaccianti” sto escludendo automaticamente quegli indizi che derivano dalle opinioni di un perito ad esempio, o dalle testimonianze di parte o ancora dalla tua contabilità.
Sono prove solide, come le quietanze di pagamento, la rinuncia al credito timbrata e firmata o altri documenti simili.
Nemmeno i difetti dei prodotti che ti hanno consegnato giustificano il fatto che tu non abbia pagato il tuo fornitore, in realtà.
Né il tuo, né il suo avvocato hanno interessi nel trovare un accordo e sbrigarsela in fretta. Parliamoci chiaro, più lavorano, più guadagnano.
Io stesso, in un periodo in cui ero più ingenuo sono rimasto fregato dalle stesse dinamiche dalle quali cerco di salvarti oggi.
Avevo contattato una famosa concessionaria di pubblicità per pubblicare degli annunci sui quotidiani free-press, quei giornali gratuiti che fino a qualche anno fa venivano distribuiti gratuitamente nelle stazioni della metropolitana
Con uno di essi ero riuscito a strappare un contratto molto conveniente e credevo di essere stato molto bravo a negoziare l’accordo, ma scoprii presto che non era stato così.
Quello che non sapevo è che quel quotidiano stava per chiudere, cosa che accadde dopo poco più di 20 giorni dalla firma del contratto.
Praticamente il mio annuncio su quella testata uscì una sola volta.
Solo che la concessionaria continuò a fatturarmi le uscite pubblicitarie per quattro mesi a partire dalla data di chiusura del giornale.
Arrivò il decreto ingiuntivo e ci opponemmo in giudizio, convinti di avere ragione dato che l’ultimo numero riportava in prima pagina la notizia che, appunto, il quotidiano sarebbe stato chiuso.
Era una prova schiacciante… più schiacciante di così insomma!
L’avvocato al quale avevo affidato la pratica era un legale esterno, il quale come tutti gli avvocati che ho conosciuto negli anni, al primo incontro mi promise non solo la possibilità di non pagare, ma anche di farmi ottenere un esorbitante risarcimento del danno subito.
Avremmo finito in poco tempo, senza perdite di denaro, anzi.
A distanza di 7 anni la causa non si è ancora conclusa, la mirabolante richiesta di risarcimento danni è scomparsa da ogni incartamento perché “non ci sono le prove” e la vittoria schiacciante si è trasformata in uno sconfortante “incrociamo le dita”
Non accade SEMPRE così, ma l’ho visto succedere così tante volte, che non riesco nemmeno a contarle.
Quindi? Cosa ti resta da fare per non rimanere fregato da un avvocato che vuole allungare quanto più possibile il vostro rapporto di lavoro e non ha nessuna intenzione di raggiungere un vero accordo?
Puntare su una soluzione che ti permetta di legare almeno in parte il compenso alla velocità di chiusura della controversia. Questa è la tua unica possibilità.
Come devi muoverti se hai ricevuto una comunicazione di messa in mora o un decreto ingiuntivo e perché è veramente una pessima idea aspettare che ti arrivi l’atto di precetto o il pignoramento per trovare un rimedio
“Ho ricevuto un decreto ingiuntivo cosa fare?”
Questa domanda è una di quelle alla quale rispondiamo più frequentemente. Qualche tempo fa ho parlato con un’imprenditrice siciliana con dei problemi finanziari.
Nelle settimane durante le quali stavamo portando avanti la trattativa, mi chiama dicendogli che un fornitore le aveva pignorato l’unico conto corrente attivo e che non aveva più la possibilità di fare incassi e pagamenti.
Quando le ho chiesto perché non mi avesse mai parlato di questo problema, mi disse che l’aveva affidata ad un suo compaesano avvocato che le aveva detto che avrebbero trattato con il fornitore quando sarebbe arrivato il pignoramento e che dava quel problema come risolto.
Lasciamo stare le competenze di questo individuo che sono davvero discutibili.
La domanda è un’altra: perché ridursi all’ultimo, quando la corda è tirata al massimo e i rischi sono più alti?
Più procedure vanno avanti, più diventa complicato raggiungere un accordo conveniente con la controparte. Il debito è aumentato, il creditore è impaziente, nervoso, teme davvero di poter essere fregato.
Si sente ormai ad un passo della vittoria con la quale prenderà tutta la vincita più gli interessi, sarà sempre più difficile convincerlo che è meglio fare il contrario. Ha speso dei soldi per arrivare dov’è, non ha intenzione di tornare indietro.
Per questa ragione prima inizi le trattative, più è alta la probabilità di portare a casa un buon risultato, un accordo che soddisfi te e non scontenti nemmeno il tuo creditore
Quindi non appena ricevi anche solo una lettera di messa in mora da parte di uno qualunque dei tuoi creditori, trova un esterno in grado di portare avanti una negoziazione professionale per conto tuo e che ti aiuti a capire, soprattutto come finanziare l’accordo spostando le risorse da dove le stai utilizzando a dove è meglio che vadano a finire.
Cosa puoi fare a questo punto?
Devi scegliere.
Puoi decidere di ignorare quello che hai scoperto in questo articolo e di continuare come hai fatto fino ad oggi, andando avanti per tentativi, tra consigli di avvocati, commercialisti e professionisti di ogni sorta ce improvvisano un lavoro.
Non te lo auguro, ma non mi sorprenderebbe se tra 2 o 3 anni dovessi venire a sapere che non hai risolto niente, ANZI, le cose sono peggiorate.
Parlo ogni giorno con imprenditori che hanno aspettato almeno sei mesi prima di contattarmi dopo aver scaricato una delle guide gratuite che diffondo continuamente, letto un articolo del mio blog o visto uno dei miei video.
Anche loro hanno tentato, hanno seguito il suggerimento di qualcuno e si sono decisi a chiedere aiuto quando i problemi sono diventati molto difficili da risolvere.
Non basta seguire qualche consiglio improvvisato, per sistemare una situazione difficile, serve un piano, una strategia, pensata da chi fa questo di mestiere.
È per questo che ho messo insieme un team di esperti, capaci di fornirti il supporto e l’assistenza che ti servono per superare questo momento.
Un gruppo con tutte le conoscenze che ti servono, che lavora come fosse un’unica persona in grado di liberarti da tutti quegli incontri, quelle telefonate, quelle preoccupazioni e quelle rotture di scatole che ti stanno rubando sempre più tempo, impedendoti di fare il tuo lavoro.
Un team di esperti che ha lavorato su quasi duemila casi di imprenditori in difficoltà e che lavora seguendo un metodo di lavoro pensato apposta per risolvere i problemi delle imprese in crisi, il Metodo Di Domenico Debiti.
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