

“I debiti verso fornitori sono una delle trappole più insidiose che un’imprenditore è costretto ad affrontare quando inizia a fare i conti con la mancanza di denaro nelle casse aziendali”.
Fu uno dei primi concetti che spiegai ad Andrea nella sala riunioni del mio ufficio, quando mi aveva raggiunto di sabato mattina perché, dopo mesi a sbattere la testa a destra e sinistra, aveva dovuto mettere i dipendenti in ferie forzate perché non aveva più i pezzi di ricambio per mandarli a fare le manutenzioni programmate sugli impianti installati.
Una barba leggermente incolta, un volto segnato da profondi solchi e due mani nodose che tamburellano sulle ginocchia. Gli occhi incastrati in occhiaie scavate come pozzi e la voce un po’ arrogante tipica degli imprenditori che ne hanno vissute tante.
Stralcio debiti fornitori, cosa significa
Andrea si era affidato ad una società di mediazione creditizia che aveva sprecato il suo tempo ed i suoi soldi, nel goffo tentativo di aumentare le linee di credito di una società alla quale erano già state inviate le lettere di revoca degli affidamenti.
La brillante strategia suggerita dal professore universitario che amministrava la società di consulenza, era quella di regolarizzare i mutui chirografari aumentando i debiti coi fornitori.
Con le nuove linee di credito, sarebbe stato un gioco da ragazzi chiudere i debiti verso fornitori.
“Una domanda secca: stralcio debiti verso fornitori... si può fare?”
Spiazzato dalla domanda a bruciapelo, risposi:
“In linea teorica sì, se chiudi l’azienda, hai i soldi e nessuno di loro ti fa fallire prima. Con un’azienda attiva da rilanciare, è molto difficile ottenere dei risparmi che valgano la pena. Anche perché per rilanciarla hai bisogno del supporto dei tuoi fornitori. In ogni caso, tutto dipende dai loro margini di guadagno…”
Andrea lavorava nella costruzione di impianti di cogenerazione dell’energia.
A maggio, dopo alcuni mesi di affiancamento (o coaching aziendale, come si dice oggi) di quella società, si era trovato con le linee di credito completamente bloccate e senza soldi per pagare l’acquisto di nuova merce.
Com’era potuto succedere?
Te lo spiego subito.
Andrea aveva commesso uno degli errori più comuni per un imprenditore.
Sottovalutare i debiti verso fornitori
Sono 3 le certezze che gli imprenditori pensano di avere quando la loro azienda inizia ad avere delle difficoltà:
- Se non paghi la banca arriva il recupero credito, ti vengono pignorati i conti o negato l’accesso alle linee di credito.
- Se non paghi le tasse Equitalia viene a bussare violentemente alla tua porta e ti porta via quello che hai.
- Se non paghi i fornitori puoi cavartela, puoi andare avanti di accordi verbali, di promesse, di fiducia visto che hai sempre pagato, ecc… ecc… ecc…
Sono i professionisti e i direttori di banca a mettergli in testa queste convinzioni sbagliate. È normale dunque che molti sottovalutino questo aspetto quando si tratta di decidere a chi dare i pochi soldi rimasti in cassa.
Non è cattiveria, non è fregarsene dei propri fornitori, è semplicemente lavorare con la speranza che la cassa torni a girare come prima e che ci sia più liquidità per pagare un po’ tutti e procedere anche con l’estinzione debiti verso fornitori.
Così era successo ad Andrea, che aveva sottovalutato questo fattore.
Non aveva pagato il suo fornitore principale e si era ritrovato senza linee di credito e senza soldi per pagare i pezzi di ricambio e far uscire le sue squadre di operai.
Il problema è questo…
Se non paghi i dipendenti, sei costretto a licenziarne qualcuno, puoi sovraccaricare gli altri con più lavoro, puoi rinunciare a qualche commessa.
Non è il massimo per la produttività, ma è fattibile.
Se la banca chiude i rubinetti la situazione è di certo tesa, ma puoi mettere in atto delle iniziative commerciali che ti facciano recuperare la liquidità necessaria ad autofinanziarti.
Se non paghi il fisco il debito erariale aumenta di molto, ma lo Stato ha dei tempi piuttosto lunghi, non verrà di certo a bussare alla tua porta domani.
Ma senza forniture NON c’è speranza che l’azienda vada avanti.
Ecco perché i debiti verso fornitori sono tra le prime questioni che vanno affrontate in ogni processo di risanamento.
Per sapere come fare puoi visitare questa pagina internet —> Vai all’articolo
Perché pagare i debiti con i fornitori
Ti spiego la dipendenza dai fornitori e i rischi che ti fa correre quando hai debiti verso fornitori che non puoi pagare.
Chi più, chi meno, la maggior parte degli imprenditori ha una terribile dipendenza da uno o pochi fornitori.
Infatti ogni business si basa sulla vendita di un prodotto o servizio.
Se viene a mancare la materia prima per creare ciò che vendi, sei praticamente finito.
Se vendi panettoni non puoi restare senza uova, come è successo alla Melegatti a pochi mesi dal Natale per esempio (se non lo hai fatto, puoi leggere qui l’articolo —> Vai all’articolo).
Se vendi Hamburger non puoi rimanere senza carne macinata.
Se produci mobili non puoi trovarti non avere legno.
In qualsiasi settore tu lavori hai sempre e comunque bisogno di materie prime.
È l’unico modo che hai per garantirti un flusso di cassa in entrata.
Ma il blocco delle forniture NON è l’unico problema di un fornitore non pagato che è di certo il creditore meno tutelato dalla legge, ma ce ne sono altri molto più problematici da risolvere.
Spesso, troppo spesso a dir la verità, l’imprenditore si ritrova a non avere idea di cosa fare, a non sapere come comportarsi e a commettere errori perfettamente evitabili.
Per questo ho deciso di delinearti con chiarezza le 7 azioni pericolose che il tuo fornitore potrebbe compiere, in modo che tu abbia un quadro ordinato e preciso di ciò che può accadere e ti prepari a reagire di conseguenza.
#1. Sollecitare con insistenza
Questo è più grave di quanto tu possa pensare, infatti non avrai soltanto il problema di venire risucchiato in un turbine di telefonate, ma anche quello di sprecare il tuo tempo e le tue energie dietro un creditore particolarmente insistente.
Abbasserai il tuo livello di concentrazione, rischiando di compromettere l’effettivo valore del tuo lavoro.
Inoltre c’è il rischio che i tuoi collaboratori assistano a delle telefonate e, comprendendo le difficoltà dell’azienda, abbandonino la nave.
#2. Interrompere le forniture
Abbiamo già parlato di quanto può essere pericolosa l’interruzione di una fornitura per te.
Infatti in un attimo ti trovi senza materie prime, completamente incapace di star dietro alla tua produzione.
Non solo non potrai assicurare il prodotto a potenziali clienti, ma potresti anche trovarti nella condizione di dover risarcire chi ti ha già dato un anticipo.
#3. Segnalare alle assicurazioni
Può succedere all’improvviso, senza che nessuno te l’abbia detto, senza aver letto da nessuna parte i segnali.
E quando accade, tutte le aziende dalle quali ti rifornisci vengono a sapere delle tue delicate condizioni economiche.
È un attimo che la valanga si scateni, trascinandoti giù con lei.
#4. Incassare assegni o cambiali
Se tu hai liquidità in cassa, quest’azione del fornitore ti porta ad assorbirla praticamente tutta.
Se invece ti trovi con le casse vuote o non sufficientemente piene, parte immediatamente la segnalazione CAI, che attira l’attenzione sulle tue linee di credito.
O addirittura il protesto, al quale segue immediatamente la revoca degli affidamenti.
#5. Avviare procedure esecutive
Questo non solo comporta un certo investimento in termini economici, ma anche uno spreco considerevole del tuo tempo, che dovrai sottrarre alle attività quotidiane da imprenditore, rallentando la ripresa dell’azienda.
#6. Fare atti di pignoramento
Una volta portate avanti le procedure esecutive, nulla impedisce al tuo fornitore di attaccare:
- i tuoi crediti;
- i tuoi beni;
- i tuoi conti.
Rischi che tutto ciò che hai venga pignorato, dal capannone a casa tua, dai macchinari a alla tua auto.
Ogni cosa potrebbe sparire dalle tue mani da un momento all’altro, senza alcun preavviso.
A anche in questo caso la produzione e quindi la possibilità di far entrare fatturato cala brutalmente.
#7. Fare istanza di fallimento
Tradotto in altri termini, si tratta di mettere la parola fine al tuo lavoro di imprenditore. Qui sei a un passo dalla fine, uscire da una situazione del genere diventa seriamente complicato.
“Beh ma io ho un piccolo debito con il fornitore, niente di che, lo sistemo fra qualche mese”
Non esiste un piccolo debito.
Ho visto aziende fallire per 2000 mila euro. Il fornitore è una scheggia impazzita, non segue una regolare procedure come fa magari Equitalia.
Non gioca dentro schemi precisi che puoi leggere con chiarezza per agire di conseguenza.
Il fornitore fa ciò che sente, si comporta come vuole.
Basa le sue azioni solo e soltanto sulla sua personale volontà e, come puoi immaginare, è un grave problema per te.
Per questo continuo a ripetere che devi agire in anticipo, non puoi aspettare che siano loro a venire da te, devi essere tu ad andargli incontro.
Il tuo approccio ai debiti verso fornitori NON può essere passivo
Devi essere tu a cercare i fornitori, non loro a cercare te.
So che in questo momento magari sei bloccato da un sentimento di vergogna e imbarazzo, è comune a tutti gli imprenditori con i quali ho lavorato, non preoccuparti.
È fondamentale però che tu lo superi, chiami i fornitori e contratti con loro nuove condizioni o un efficace piano di rientro.
“Come?”
Se leggi i miei materiali, sei già sulla strada giusta, ovviamente non è facile e ti richiederà del tempo, e il tempo in questo momento è il tuo bene più prezioso.
Per sapere come fare puoi visitare questa pagina internet —> Vai
Io non so come sia messa la tua azienda, quale sia la tua particolare condizione, che rischi corri, che posizioni scoperte hai, che punti di forza potresti usare in una trattativa con la banca.
Insomma, non conosco i tuoi problemi in particolare, ma quello che posso dirti è che l’approccio che propongo in questo articolo, non vale solo per i fidi di cassa, ma si applica a tutto.
Ci sono infatti molte aree finanziarie che vengono gestite dall’imprenditore in maniera errata, e che io nel corso degli anni ho studiato per sviscerarne i segreti.
Per questo arrivo ad ottenere sconti sul debito fino al 93% per i miei clienti.
Con più di 1816 casi gestiti e circa 300 imprenditori in crisi seguiti quotidianamente (in media), il mio staff viene utilizzato dai clienti per liberare la propria azienda dai debiti, iniziando con una valutazione iniziale del rischio e più in generale della tua situazione in azienda.
Questo primo passo, questa analisi iniziale è fondamentale per poter lavorare con il massimo dell’efficienza, per non accettare piani di rientro a caso, come ha fatto Marco, per non sperperare le poche liquidità ripartendole a caso fra i creditori.
Rientra tutto nel Metodo Di Domenico Debiti™. Ma perché funzioni anche per te, liberandoti dal debito, bisogna capire appunto, se siamo nelle condizioni per intervenire a risolvere i tuoi problemi di indebitamento.
Sono una persona molto onesta, amo le cause difficili ma non tollero di perdere, quindi te lo dico chiaramente: se non c’è nulla che possiamo fare, perché la tua situazione è troppo grave, non ti chiederò un centesimo.
Per capirlo, per sapere esattamente a che punto si trova la tua azienda, abbiamo messo a punto una specifica procedura che ci permette di approfondire nel dettaglio la situazione della tua azienda e il livello di rischio al quale sei esposto, la Consulenza Strategica StratExit™.
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