

Le tasse sono alte, la pressione fiscale è alle stelle e gli imprenditori italiani fanno fatica a stare dietro ai problemi con equitalia e con l’agenzie entrate.
Lo Stato è vessatore, porta via tutto ciò che gli imprenditori guadagnano e le aziende restano senza le risorse finanziarie necessarie per supportare i piani di sviluppo.
Ogni anno la pressione fiscale aumenta e i giorni di lavoro sprecati solo per incassare i soldi necessari al pagamento delle imposte aumentano costantemente. Le testate giornalistiche fanno a gara quando devono riportare questi risultati.
La verità è che sono solo i piccoli imprenditori a fare tutta la fatica, perchè le grandi aziende se la cavano senza grossi problemi.
Hanno le risorse per studiare le politiche di riduzione del carico fiscale e se hanno debiti con equitalia o debiti con agenzia delle entrate, si possono sedere al tavolo delle trattative e discutere con i funzionari che contestano le loro scelte.
I piccoli imprenditori, no.
I piccoli imprenditori come noi spesso rischiano di perdere tutto il patrimonio personalmente e al massimo resta da applicare qualche bieco trucchetto di escapologia fiscale che prima o poi gli si ritorce contro.
Perchè è difficile per Beppe il carrozziere riuscire a far passare il viaggio alle Maldive della moglie come trasferta dedicata ai propri clienti.
Come dici? Ti sembra di essere entrato in un qualsiasi bar e di sentire una qualsiasi conversazione di un giorno qualsiasi?
Lo so.
Mi confronto tutti i giorni con le difficoltà che i titolari delle piccole imprese sono costretti ad affrontare per andare avanti e sono loro che mi raccontano le ultime novità proposte dall’escapologo di turno.
Ma al di là del facile populismo una cosa è certa.
Fare impresa in Italia è più faticoso del normale e più sei piccolo, più gli apparati della burocrazia e l’agenzie delle entrate ti schiacciano, ti trascinano sul fondo e ti opprimono.
Questo è un dato di fatto che nessuno può negare.
Non si può contestare che uno dei problemi più sentiti dagli imprenditori italiani, uno di quelli in grado di mettere in ginocchio ogni progetto di espansione aziendale, è la pressione fiscale.
Quel carico che ti costringe ad accumulare i debiti con l’agenzie entrate e i debiti con equitalia.
Ed è di questo che parleremo oggi.
Di come sfruttare a tuo vantaggio le regole del sistema fiscale.
Non ti voglio parlare dei trucchi per scaricarti le dalla dichiarazione dei redditi il costo delle trasferte tra la casa ed il lavoro, né di come regalare a tua moglie quell’anello deducendolo dalle imposte.
Non parleremo nemmeno di registrare il marchio della tua azienda a nome tuo per pagarti mensilmente le royalties e non versare i contributi sul tuo compenso da amministratore.
E mi dispiace deluderti…
Non c’è istanza in autotutela in grado di cancellare quella cartella esattoriale arrivata quattro anni fa per il mancato versamento dell’IVA. L’annullamento delle cartelle esattoriali dopo che sono scaduti i termini per il ricorso in Commissione è un unicorno.
Un mito al quale tutti vogliamo credere, che nessuno ha mai visto per davvero (a meno che non ci siano errori tipo lo scambio di persona o altre rarità del genere).
Voglio presentarti il problema da un altro punto di vista.
Da un’angolazione dalla quale è più semplice inquadrare nel modo giusto il tema dei debiti con equitalia per affrontarlo rispettando le regole dello Stato in cui eroicamente hai creato la tua azienda.
Insomma, se non stai cercando trucchetti poco leciti e non stai cercando solo un posto in cui sfogarti e vuoi scoprire come puoi risolvere il problema che affligge la maggior parte degli imprenditori, beh sei nel posto giusto.
Lo spauracchio dei debiti con equitalia per gli imprenditori
Ogni volta che mi trovo a ragionare sui debiti verso il fisco, mi scontro con quello che qui in ufficio abbiamo definito il paradosso dell’effeventiquattro.
“In cosa consiste?”
Te lo spiego subito.
Abbiamo notato che generalmente gli imprenditori hanno paura del fisco fino a quando, sacrificando tutto, riescono a pagare tutti i moduli di pagamento che il commercialista gli fa arrivare puntualmente.
Lo temono, sanno che le conseguenze del debito fiscali sono gravi, anche se non sanno bene perchè. Si fidano del commercialista e di quello che gli fa pagare, quindi arrivano a chiedere dei fidi in banca pur di pagare l’acconto delle imposte.
Solo che arriva il punto in cui, dopo aver spremuto ogni riserva di denaro, ogni singolo finanziamento bancario, sono costretti dal conto in rosso a non versare l’IVA o le ritenute per uno, due, tre mesi…
Quel momento segna l’inizio della fine.
Il rapporto col debito fiscale si capovolge e, da nemico terrificante, l’agenzie delle entrate diventa un problema di cui quasi ci si dimentica.
Conosco migliaia di imprenditori in crisi per i debiti con equitalia e tutti loro parlano dei debiti verso il fisco come di una cosa di poco conto…
“Ah, è poi ho anche 1 milione di euro di cartelle esattoriali”.
Questo è più o meno il tono con il quale me ne parlano.
Come se fosse un male necessario, irrimediabile, che sta lì senza dare troppo fastidio.
Quando chiedi loro un estratto conto equitalia, sembrano quasi colti da un’attacco di nausea alla sola idea di tirare fuori quella questione irrilevante.
Nessuno affronta la questione per quella che è.
Forse il tuo commercialista non ti ha mai spiegato che, dal punto di vista tecnico, il mancato pagamento delle imposte è una precisa scelta finanziaria.
Anche se spesso si tratta di una scelta forzata o inconsapevole.
Quello che tecnicamente succede quando, per un motivo o per un altro, decidi di non pagare gli F24 è che stai decidendo di utilizzare il fisco come fonte di finanziamento alternativa al debito verso le banche o a quello verso i fornitori.
Il debito con equitalia non è un male necessario causato dal fatto che sei costretto a fare impresa in un Paese che “odia” gli imprenditori, ma è il frutto di una precisa scelta di gestione finanziaria e come tale andrebbe presa con cognizione di causa.
Solo che, se la facessi con cognizione di causa, consapevole di ciò che stai facendo e con in tasca un piano per rientrare del debito, non causerebbe problemi. Fatta senza un’idea delle coperture finanziarie, diventa un salto nel vuoto.
Fa paura e ti costringe a chiudere gli occhi.
I problemi con equitalia nascondono i problemi della tua azienda: ecco come rimediare
Qualche tempo fa stavo parlando con un imprenditore edile e mentre discutevamo delle modalità di finanziamento dei suoi progetti, ad un certo punto mi dice:
“No, non ho debiti, lavoro con i soldi miei. Ho solo 250 mila euro di debiti con l’Agenzia delle Entrate”
C’ho messo un po’ a farglielo capire.
Quando per mandare avanti la tua azienda sei costretto ad infilare in un cassetto gli F24 non pagati, non stai stai lavorando con i tuoi soldi, ma con quelli che dovevi versare nelle casse dello Stato.
Se questo sia un bene o un male, non posso dirtelo.
Quello che so è che se non deriva da scelte consapevoli, se non hai un piano ben preciso per pagare i tuoi debiti fiscali, la tua azienda appoggia le sue basi su una struttura debolissima.
Ti illudi se pensi che quando te li verranno a chiedere, avrai quei soldi.
Non succederà.
Ma facciamo un passo indietro.
Prima di tutto c’è da capire una verità fondamentale: quegli F24 arretrati non sono solo un motivo di angoscia e paura, MA sono un vero e proprio campanello d’allarme.
Non versare l’IVA, i contributi, le tasse oppure tutte e tre le cose insieme, ti permette nel breve termine di mantenere in cassa la liquidità necessaria a pagare una parte delle spese di gestione della tua attività.
Quindi nell’immediato recuperi un po’ di ossigeno.
Solo che questo comportamento, oltre ad essere un comportamento illecito e sanzionabile, rischia di mettere in ginocchio la tua azienda in poco tempo.
Dagli F24 si passa agli avvisi di accertamento, da quelli alle cartelle esattoriali, dalle cartelle al pignoramento dei conti e dei crediti da incassare.
Il debito verso il fisco ti travolge come una valanga.
E proprio come una valanga, una volta iniziata, la sua corsa diventa inarrestabile (o quasi).
La tua azienda non sta andando bene, i tuoi problemi finanziari non si sono risolti e ti assicuro che, se non puntelli per bene la montagna, la valanga ti travolgerà all’improvviso seppellendo ogni tua speranza di rilancio del business.
“Quindi mi stai dicendo che sono spacciato?”
In realtà c’è un lato positivo nell’intera faccenda, infatti la tua azienda ti sta inviando una richiesta d’aiuto fortissima e tu hai finalmente la possibilità di coglierla.
Messa da parte l’idea che ciò che stai facendo è normale, accantonato il tuo astio verso il sistema fiscale, che ti fa dire che alla fine sei dalla parte del giusto, ecco che a quel punto rimane una verità: l’azienda è in difficoltà ed è tuo compito intervenire.
Come ti dicevo prima, quella fiscale è una leva finanziaria molto forte, ma devi valutare la sostenibilità di queste particolari “linee di credito” e ragionare sulla capacità della tua azienda di ripagare il debito che stai accumulando.
Non puoi continuare a procedere a tentoni, lasciando le cose al caso.
Indaga sulle ragioni per le quali non riesci a pagare le imposte, analizza i numeri delle tue vendite…
Di solito il problema è molto più a monte.
Nasce dal fatto che i tuoi margini non sono stati calcolati correttamente, perché non tengono in considerazione il costo delle imposte.
Quindi su ogni pezzo che vendi pensi di guadagnare una certa cifra, MA non è affatto così.
Una volta trovata la causa, rimedia al problema, intervieni su quell’area aziendale che sta bruciando soldi.
“E con i debiti che ho accumulato, che ci faccio?”
Pianifica rientri volontari, non aspettare arrivi lo Stato da te, vai tu da lui, sfrutta i vantaggi concessi dalle norme per utilizzare quei soldi per finanziare il business anche quando le banche ti hanno sbattuto le porte in faccia, ma non perdere mai il controllo della situazione.
Fai un piano finanziario, considera la rischiosità del debito e rispetta i pagamenti programmati.
Devo essere sincero. So che è un consiglio generico, davanti al quale in molti potrebbero storcere il naso, ma la verità è che è l’unico che posso darti così su due piedi, senza ulteriori dettagli.
- comprendere cosa sta bruciando cassa;
- fermare l’emorragia;
- prendere in mano la situazione debitoria e non aspettare che siano i creditori a bussare alla tua porta…
Sono i 3 passi che devi necessariamente fare, con o senza il mio aiuto.
Normalmente il percorso che seguo con ogni imprenditore che vuole salvare la sua azienda inizia da un’analisi preliminare in cui si raccolgono tutte le informazioni necessarie a capire quale sia lo stato di salute dell’azienda e sopratutto cosa potrebbe succederle da un momento all’altro se continui sulla strada che stai intraprendendo.
È solo dopo un passaggio del genere che posso dare davvero un parere professionale senza rischiare di fare danni.
Questo è quello che potremmo fare anche per te, definire e analizzare le tue linee di credito, il tuo fatturato, il tuo rapporto con in fornitori per far sì che tu sappia come e da dove iniziare per salvare il tuo business.
Con più di 1700 casi gestiti e circa 300 imprenditori in crisi seguiti quotidianamente (in media), siamo lo staff tecnico che i nostri clienti utilizzano per liberare la loro azienda dai debiti a partire proprio da quella prima valutazione.
Quello di cui avrebbe bisogno anche la tua azienda, adesso, prima che sia troppo tardi.
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Lascia che sia un esperto a valutarlo.
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