

Negli ultimi 10 anni l’accesso al credito bancario è diventato sempre più difficile per le piccole e medie imprese e migliaia di imprenditori si sono scontrati con un finanziamento rifiutato.
Non so se è capitato anche a te, ma di solito alcuni degli imprenditori con cui parlo danno la colpa del rifiuto al credito bancario alla crisi economica.
La verità è che, per quanto si possa essere convinti del contrario, le cause di questa stretta creditizia non sono più legate all’andamento generale dell’economia e chi continua a ripeterlo agli imprenditori non fa altro che contribuire a trascinare le loro aziende nel baratro.
No, non sto dicendo che l’economia sia in ripresa, ci mancherebbe altro.
La situazione economica mondiale è stagnante, non ci sono segnali di ripresa concreti e anzi dagli USA stanno arrivando nuove nuvole all’orizzonte, come dimostrano il numero di insoluti sui prestiti in rialzo.
Ma più che la situazione macroeconomica disastrosa, quello che ha influenzato le probabilità di accesso al credito bancario in questo decennio sono stati i cambiamenti delle regole di accesso al credito bancario alle imprese.
Già, hai capito bene. Mentre tu combattevi con la concorrenza sleale, i fallimenti dei tuoi clienti e gli insoluti sulle fatture emesse hanno cambiato le regole del gioco senza nemmeno avere l’accortezza di avvisare.
Ti sarà capitato senz’altro di sentir parlare di rating bancario, magari mentre ti rifiutavano anche una banale apertura di credito in conto corrente.
Il rating bancario è diventato lo spauracchio di tutti gli imprenditori alla ricerca di un affidamento bancario o di un castelletto bancario per l’anticipo degli effetti in portafoglio.
Ed è proprio nell’introduzione del rating bancario che bisogna cercare le cause delle difficoltà di accesso al credito bancario che gli imprenditori stanno sperimentando e continueranno a conoscere sempre di più in futuro.
I fattori che bloccano il tuo accesso al credito bancario
Molti commercialisti “vecchio stile” e alcuni imprenditori credono ancora di poter presentare alla banca bilanci ritoccati ad arte per influenzare, in questo modo, la scelta dell’istituto di credito di concedere o meno credito bancario.
Quelli più ottimisti credono che la presentazione di un bilancino raffazzonato possa non solo ingannare i sistemi di attribuzione del rating bancario ma addirittura convincere la banca che la tua azienda non sia in crisi finanziaria.
Mi spiace darti una delusione.
La banca sa riconoscere prima di te se nella tua azienda c’è una crisi pronta a scoppiare, lo sente nell’aria, anche a chilometri di distanza.
L’istituto di credito è governato attraverso un sistema di procedure pensato apposta per prevedere cosa sta succedendo a te, alla tua azienda e anche a tutti i garanti dei prestiti e dei finanziamenti che vi hanno concesso.
Hanno esperti e analisti pagati solo per quello. Hanno un sistema informatico predisposto SOLO per quello.
E grazie a questi due elementi capiscono i tuoi numeri molto meglio di te.
I sofisticati sistemi di calcolo del rischio di credito con i quali analizzano periodicamente ogni azienda cliente, incrociando i dati provenienti da diverse fonti informative non sbagliano.
Non sono come la segretaria del tuo commercialista che sbaglia ad inserire gli ammortamenti in bilancio, quei sistemi non prevedono l’errore umano, sono macchine e le macchine sono efficienti sempre e comunque.
Immagina una macchina tecnologicamente avanzata in grado di scandagliare ai raggi X la tua azienda per individuarne ogni imperfezione, ogni difetto, ogni piccola crepa…
È esattamente il modo in cui lavora la banca per attribuirti il rating bancario. Come se fosse un dottore, sottopone in continuazione la tua azienda, il tuo progetto imprenditoriale ad analisi, controlli e lo fa incrociando i dati, confrontando i risultati.
Questi sistemi vengono utilizzati sia per attribuire ad ogni azienda il voto in base al quale concedere o meno le linee di credito, sia per mettere in evidenza ogni variazione nell’andamento finanziario del business che possa far pensare ad una imminente crisi di liquidità.
I sistemi di calcolo delle banche vanno immaginati come un mega computer che contiene le informazioni finanziarie di tutte le aziende che hanno rapporti con il sistema bancario.
In pratica questo super cervello elettronico analizza le informazioni relative alla tua azienda e le compara con aziende statisticamente simili alla tua, verificando cosa è accaduto loro.
Se trova delle similitudini con qualche azienda in crisi, manda un segnale d’allarme all’operatore che deve decidere se concederti o meno una linea di credito.
Per loro è praticamente come leggere nel futuro attraverso il passato di altre imprese.
Quali sono i segnali premonitori di una chiusura definitiva delle porte di accesso al credito bancario
È ovvio che non tutte le aziende sono uguali ed è chiaro che non ci si può basare sui risultati di altri per stabilire il percorso della tua azienda, il tuo cammino è unico ed inimitabile, ma non è ciò che pensa la banca, come non è interessata a cosa differenzi il tuo specifico caso da quello delle centinaia di persone prima di te che si sono ritrovate nella tua condizione.
Non importa la tua motivazione ad arrivare fino a lì, non le interessa qual è stato il problema, cosa ti sta bloccando, quali particolari difficoltà ti hanno fermato.
Ciò che le rimane in mente è che i tuoi numeri, quelle maledette cifre sono uguali a quelle di qualcun altro, questo è il pensiero che ferma un ente finanziario dal concederti una nuova linea di credito.
Se ti dicono di NO dunque, è necessario tu ti faccia delle domande, il problema va molto più in profondità rispetto al semplice finanziamento rifiutato.
Il problema è che per la banca tu risulti inaffidabile.
Il rifiuto di una nuova linea di credito o la richiesta di garanzie irragionevoli sono i segnali che dovrebbero allarmarti di più.
Da un certo punto di vista è come se la banca mettesse al tuo servizio i suoi strumenti. Sembra strano, vero? Ma è esattamente così. Se ti rifiutano un prestito, significa che nei loro sistemi sei marchiato a fuoco e se è così hai un problema.
Prima di continuare con l’articolo e spiegarti come dovresti agire in casi come questo, come risollevarti e uscire dal buco nero in cui sei finito, è necessario fare una precisazione: non è strettamente necessario accedere al credito bancario.
Anzi, molto spesso sarebbe meglio riuscire a lavorare senza le banche, ma non stiamo parlando del mondo dei “se” e dei “ma”, i fatti sono che hai bisogno di liquidità proveniente dalle banche ora come ora, se invece sei interessato a creare una struttura libera dalle catene di finanziarie ed istituti di credito, allora ti consiglio di leggere questa pagina ==> http://aziendechesifinanzianodasole.com/libro/
Ma torniamo a noi, alla tua azienda a cui hanno negato l’accesso al credito bancario, al tuo sguardo perso davanti all’impiegato, ai tuoi pensieri che si rincorrono cercando una motivazione razionale a ciò che è appena accaduto.
Se hai avuto problemi di credito bancario rifiutato significa che la tua azienda ha nella struttura finanziaria il suo punto debole e che molto probabilmente, nell’illusione di continuare a lavorare, tu stia in realtà bruciando tutta la cassa.
Praticamente stai girando a vuoto, come un criceto in una ruota.
Se avessi una struttura solida, ben organizzata, ferma e stabile allora potresti dire addio al credito bancario, ma il paradosso è che in quel caso sarebbero proprio le banche a volerti. Se tu non avessi bisogno di loro, sarebbero già a bussare alla tua porta.
Un’azienda ha bisogno di una certa quantità di liquidità per lavorare, mese dopo mese.
Materie prime, semilavorati, manodopera, energia sono tutte componenti essenziali per realizzare il prodotto o il servizio da vendere.
Nella maggior parte dei modelli di business queste spese vengono fatte PRIMA che il cliente paghi, prima che abbia sborsato anche solo un euro a dire il vero.
A questo serve la liquidità di cassa. Per poter investire le tue risorse in azioni che porteranno beneficio economico poi.
Quello che è importante tu capisca ora sono le motivazioni che ti spingono a trovarti con la banca che ti sbatte solo e soltanto porte in faccia.
Quando le cose non vanno bene, normalmente, le fonti di finanziamento bancarie vengono completamente utilizzate e il debito si mantiene vicino alla soglia massima concessa, per un certo periodo di tempo.
In pratica utilizzi completamente i fidi e l’anticipo fatture, al punto che ottieni nuova liquidità solo quando le vecchie fatture vengono pagate.
In una condizione del genere la banca, molto prima di te, inizia a considerare la tua attività in seria difficoltà economica.
Se con il tuo lavoro non riesci a ripristinare la cassa, non sarai considerato affidabile.
E se l’azienda è in difficoltà, non verranno erogati più nuovi finanziamenti, se non a determinate condizioni.
A meno di segnalazioni negative in centrale rischi, la banca potrebbe decidere di concederti comunque un ulteriore finanziamento, pretendendo delle garanzie non proporzionate al prestito concesso.
Ad esempio, potrebbero concederti un mutuo ipotecario di importo nettamente inferiore al valore dell’immobile messo a garanzia, oppure una linea di credito temporanea garantita da soggetti esterni all’attività d’impresa.
È un rischio per te, certo, ma non hai molta scelta, lo so che prendere la decisione giusta sembra impossibile, ma non lo è, capire esattamente ciò che devi fare non è una missione assurda.
In una situazione del genere è necessario rinegoziare in maniera sostanziale le condizioni dei rapporti di credito esistenti, sfruttando adeguatamente le garanzie, patrimoniali e non.
“Come posso farlo senza commettere errori?”
Non è facile, nessuno dice il contrario, ma è il momento di scegliere fra ciò che è facile e quello che può davvero salvare la tua azienda.
Cosa puoi fare adesso se non hai accesso al credito bancario
Se sei uno di quegli imprenditori con i quali ho a che fare normalmente, uno di quello che crede nel suo sogno imprenditoriale e che farebbe qualsiasi cosa per tenerlo in piedi allora è arrivato il momento di agire per davvero.
Non puoi più pensare di procedere per tentativi, perché il prossimo potrebbe essere davvero l’ultimo che fai.
Aspettare che sia la banca a fare il primo passo o presentare proposte prive di senso non ti aiuterà, ma se avrai la fortuna di farti assistere da un professionista capace di negoziare con le banche accordi transattivi in condizioni critiche beh… la tua azienda può sopravvivere e finanziare, con i soldi risparmiati, anche i progetti futuri.
Certo non so come sia messa la tua azienda, quale sia la tua particolare condizione, che rischi corri, che posizioni scoperte hai, che punti di forza potresti usare in una trattativa con la banca.
Insomma, non conosco i tuoi problemi in particolare, ma quello che posso dirti è che aspettare che qualcosa si risolva NON è la strategia giusta in NESSUN caso.
Per darti più informazioni avrei bisogno di entrare nel dettaglio del tuo Business Plan per farti DAVVERO comprendere ciò che serve, per riuscire a capire come hai impostato tu i tuoi rapporti di fornitura, non lo posso sapere, lascio a te questo compito.
Per questo il mio percorso con ogni imprenditore che vuole salvare la sua azienda inizia sempre con un’analisi preliminare in cui si raccolgono tutti i materiali necessari a capire quale sia lo stato di salute dell’azienda e sopratutto cosa potrebbe succederle da un momento all’altro se continui sulla strada che stai intraprendendo.
Questo è quello che potremmo fare anche per te, definire e analizzare le tue linee di credito, il tuo fatturato, il tuo rapporto con in fornitori per far sì che tu sappia come e da dove iniziare per salvare il tuo business.
Con più di 1700 casi gestiti e circa 300 imprenditori in crisi seguiti quotidianamente (in media), siamo lo staff tecnico che i nostri clienti utilizzano per liberare la loro azienda dai debiti a partire proprio da quella prima valutazione.
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