

Tabella dei Contenuti
Incontro spesso imprenditori che non capiscono uno strano fenomeno: lavorano e fatturano, ma i soldi scompaiono dalla cassa aziendale più velocemente di una nave nel Triangolo delle Bermuda.
In alcuni casi progettano investimenti che rimangono incompiuti, in altri sono costretti a rimandare i pagamenti, a chiudere bruscamente rapporti commerciali, a lasciare i dipendenti senza stipendio o rinunciare al loro compenso, pur di non far mancare nulla a nessuno.
Un po’ come ha fatto Angelo, titolare di una catena di caseifici che pur di pagare tutti ha smesso di ritagliarsi un compenso e ha iniziato a vivere con i soldi dello stipendio della moglie, che faceva l’insegnante.
In pratica lavorava solo per pagare gli altri (Stato, dipendenti, fornitori, banche, ecc.).
La cosa più strana, almeno per i non addetti ai lavori, è che se guardi i bilanci i soldi sembrano esserci.
C’è un utile e ci devi anche pagare le tasse.
Eppure, la liquidità diminuisce, non si fa in tempo a versarla che viene subito assorbita, manco qualcuno ci passasse il tubo dell’aspirapolvere ogni volta che un cliente ti paga.
Brutta sensazione, eh?
Le cose non devono per forza andare così.
I soldi non spariscono nel nulla.
Quello che manca alla maggior parte degli imprenditori è una visione chiara dello stato finanziario dell’azienda.
Ma come è possibile una cosa del genere?
È possibile semplicemente perché non è abitudine degli imprenditori misurare il cash flow aziendale, il flusso di cassa.
Alcuni lo confondono con l’utile riportato in bilancio.
Si tratta, tuttavia, di due modi completamente diversi di misurare le prestazioni aziendali.
L’utile, infatti, misura solo la differenza tra ricavi e costi registrati nel corso dell’anno, senza tenere conto del fatto che i soldi siano realmente entrati e usciti dalle casse aziendali.
Sai meglio di me che ogni volta che emetti una fattura verso i tuoi clienti, questa non viene subito pagata. Ti chiedono dilazioni su dilazioni, che costringono anche te a fare la stessa cosa con i tuoi pagamenti verso fornitori, Stato, dipendenti.
Lo scambio di documenti commerciali è una cosa, i flussi di cassa un altro e per la buona salute della tua azienda questi ultimi dovrebbero interessarti più dei primi.
Ma cosa significa cash flow e cos’è, in pratica, il flusso di cassa?
Cos’è il cash flow o flusso di cassa?
Il cash flow è l’ammontare delle risorse finanziarie nette prodotte da un’impresa in un determinato periodo, ed è misurato come differenza tra tutte le entrate e tutte le uscite.
In altre parole, misura come la liquidità aziendale varia in funzione dei risultati ottenuti dall’attività e delle scelte imprenditoriali, in termini di allocazione degli investimenti e di utilizzo delle fonti di finanziamento.
Il cash flow è uno degli indicatori fondamentali che devi ricavare dal tuo sistema di controllo di gestione, perché serve a misurare i soldi effettivamente disponibili sui conti correnti e a capire in che modo l’azienda incassa e spende denaro.
Non tenere sotto controllo questo dato, costantemente, è un po’ come portare la tua famiglia fuori a cena e non sapere esattamente quanto hai nel portafogli e quanto puoi permetterti di spendere. Rischi di ritrovarti a fine pasto costretto a fare una colletta tra i commensali per pagare il conto, se non vuoi ritrovarti a lavare piatti.
Al di là delle metafore, imparare a misurare il cash flow è determinante, se vuoi avere il controllo di gestione della tua azienda.
Il flusso di cassa è una delle grandezze finanziarie più importanti per un’azienda, al punto da condizionarne enormemente il successo o il fallimento.
Pensa che non molto tempo fa ho conosciuto Antonio, titolare di un birrificio nel Sud Italia. I suoi affari andavano bene, aveva agganciato diversi rivenditori e ristoranti su tutto il territorio nazionale e voleva fare il grande passo del lancio sul mercato estero, Est Europa, in particolare.
Uno sforzo che avrebbe richiesto necessariamente nuovi e grossi investimenti, per ampliare produzione, magazzini, rete distributiva, rete vendita, marketing. Un gran bel progetto, sulla carta almeno. Le premesse sembravano buone, i bilanci aziendali parlavano chiaro, l’azienda fatturava e chiudeva utili da capogiro, ogni anno. Era il momento.
Cosa è andato storto?
Tutto.
Antonio aveva preparato il piano industriale, misurato le variabili economiche e patrimoniali, ma non si era preoccupato per la cassa.
La sua azienda aveva alcuni problemi nell’impostazione del ciclo di cassa.
Sosteneva costi eccessivi per la produzione, molti clienti lo pagavano in tempi biblici, le banche risucchiavano buona parte dei flussi di cassa.
Ma l’azienda fatturava, le banche avevano i cordoni della borsa aperti, i soldi in cassa giravano e lui non si era accorto degli squilibri finanziari.
Il progetto di espansione ha fatto scoppiare la bolla.
Antonio ha accumulato debiti su debiti che lo hanno portato alla chiusura del birrificio nel giro di due anni.
Com’è successo?
Come capita spesso, l’imprenditore ha fatto il passo più lungo della gamba, il flusso di cassa operativo non ha permesso di coprire le uscite finanziarie per i nuovi investimenti e non ha trovato nessuna banca e nessun socio finanziatore disposto a fornirgli una stampella.
La mancanza di un sistema di controllo di gestione ha fatto la differenza.
Nessuno si era occupato di controllare i numeri, di monitorare le dinamiche del cash flow, prima di lanciare l’azienda verso una nuova avventura.
La misurazione dei flussi di cassa rappresenta uno strumento di analisi e controllo della struttura finanziaria aziendale imprescindibile per la scelta e la valutazione della convenienza degli investimenti.
Permette di analizzare come si comportano gli incassi e i pagamenti, la distanza che li separa dai ricavi e dai costi. Insomma, ti permette di sapere da dove arrivano i soldi e che fine fanno, quando ti sembra che stiano sparendo solo nel nulla.
L’analisi dei flussi di cassa ti permette di capire, dunque, qual è l’origine delle fonti di finanziamento aziendale, da quale delle aree della gestione aziendale deriva la liquidità, l’entità delle risorse disponibili, il modo in cui vengono utilizzate e di valutare la relazione esistente tra gli asset acquisiti dall’azienda e le fonti di finanziamento utilizzate per acquisirle.
Insomma, misurare il cash flow ti permette di avere una mappa chiara di come girano i soldi nella tua azienda.
Niente male no?
Come si calcola il flusso di cassa?
Credimi, è molto più semplice di quanto immagini.
Il cash flow si calcola facendo la differenza tra entrate e uscite impiegate per la gestione aziendale, in un determinato periodo di tempo.
Puoi farlo seguendo diversi metodi.
C’è il metodo sintetico, appena citato, il metodo rapido, che consiste nell’aggiungere al reddito operativo gli ammortamenti, la differenza del TFR, dei crediti e dei debiti.
E c’è il metodo integrale, che passa dal rendiconto finanziario, cioè, da uno schema di bilancio che permette di rilevare proprio le entrate e le uscite e raccordare il conto economico allo stato patrimoniale, misurando la variazione delle poste di quest’ultimo.
Il metodo più preciso, naturalmente, è proprio quello che prevede l’utilizzo del rendiconto finanziario.
“Cos’è? Non è mai sentito parlare!”
Non sei l’unico, la maggior parte degli imprenditori non lo ha mai visto, perché non è obbligatorio.
Ma è fondamentale per controllare le dinamiche del cash flow.
Il rendiconto finanziario è, infatti, uno schema di bilancio che riporta le variazioni dei flussi di cassa, calcolate come differenza tra voci dello stato patrimoniale.
Di fatto, fotografa le differenze esistenti tra due stati patrimoniali di periodi diversi.
Molto semplicemente, parte da un periodo A, in cui hai a disposizione una certa liquidità, per arrivare al periodo B, in cui il saldo delle disponibilità liquide è differente.
In mezzo ci sono tutte le variazioni che ti permettono di capire come mai c’è differenza tra l’importo iniziale e quello finale.
Normalmente, gli imprenditori non hanno traccia dei movimenti della liquidità aziendale, perché non hanno a disposizione il rendiconto finanziario.
Come ti dicevo prima, infatti, non è uno schema di bilancio obbligatorio.
Ma è fondamentale per fare impresa controllando i numeri, perché fornisce indicazioni sulla capacità dell’azienda di generare liquidità.
Ti aiuta a capire se la tua attività è in grado di autofinanziarsi o attinge costantemente da fonti di finanziamento esterne, e quale area della gestione sta assorbendo o generando liquidità.
Ti permette di capire perché il bilancio riporta un utile, ma sui conti correnti non ci sono soldi.
Tutti i fattori che influenzano il cash flow, infatti, vengono rilevati nel rendiconto finanziario.
Quali sono questi fattori?
Beh, innanzitutto, come ti ho già accennato, la capacità di autofinanziarsi della tua azienda, quindi i tempi di incasso e pagamento dei clienti, i tempi di pagamento debiti verso fornitori, dipendenti e Stato, i tempi di giacenza della merce in magazzino.
Ma anche la liquidità destinata al pagamento dei debiti e quella destinata ai soci per l’erogazione di dividendi.
Come si muove la liquidità aziendale?
Puoi scoprirlo solo se fai preparare il rendiconto finanziario almeno una volta ogni 3 mesi.
Tipologie di cash flow
Per completare il discorso e farti conoscere fino in fondo come “funziona” il flusso di cassa, devo specificarti che ne esistono di diverse tipologie, tutte importanti per sapere quanti soldi hai a disposizione, da dove vengono e dove vanno a finire.
Esiste, ad esempio, il flusso di cassa operativo, che misura il cash flow generato dall’attività caratteristica dell’azienda e ti aiuta a capire anche se e quanto la tua azienda si autofinanzia.
Il flusso di cassa operativo è fondamentale per comprendere se ci sono problemi nel modello di business, perché se perdi soldi a livello di cash flow operativo, devi riprogettare l’organizzazione se vuoi guadagnare facendo impresa.
Puoi ricavarlo tenendo conto degli incassi derivanti dai clienti e dal pagamento a dipendenti e fornitori.
Il cash flow degli investimenti, invece, misura la quantità di denaro spesa in investimenti a utilità pluriennale o ricavato dalla vendita degli asset non utilizzati. Serve a sapere se i soldi vengono spesi per comprare attrezzature realmente utili all’azienda o meno.
Questo è dato dai pagamenti derivanti dagli ammortamenti, per l’acquisto di immobilizzazioni, piuttosto che dagli incassi derivanti dalla vendita degli asset aziendali.
Poi c’è il cash flow finanziario, che è la misura della quantità di denaro che viene ricevuta dagli istituti di credito e dalle società finanziarie o restituita attraverso piani di rimborso rateale o pagamenti una tantum.
Misura quanti soldi vengono presi in prestito in un determinato lasso di tempo e quanto denaro viene utilizzato per pagare debiti finanziari.
Il cash flow straordinario, invece, misura la quantità di denaro generata dalle operazioni straordinarie riportate in bilancio. Ne sono un esempio le erogazioni a fondo perduto da parte dello Stato, ma anche i rimborsi assicurativi o i risarcimenti dei danni.
Il cash flow fiscale, poi, misura l’impatto delle tasse sulla cassa aziendale, cioè quanto il fisco assorbe nel corso di un determinato periodo o quanti soldi ottieni, ad esempio, con l’utilizzo del credito d’imposta.
Deriva, appunto, dai pagamenti che fai verso lo Stato e dagli eventuali rimborsi ottenuti.
Il cash flow da capitale, infine, misura le operazioni che hanno impatto sul patrimonio netto, in pratica dal pagamento di dividendi piuttosto che dagli aumenti di capitale a pagamento.
Alla luce di tutto ciò pare evidente come, avere a disposizione il rendiconto finanziario, ti permette di ricavare tutti questi dati e analizzare il flusso di cassa, per preparare una stima del fabbisogno finanziario.
Gestione del cash flow
Dopo averlo analizzato, bisogna anche imparare a gestire il flusso di cassa nel modo migliore, per non ritrovarsi senza soldi rendersene conto.
Qui, forse, il gioco si fa più duro, perché diventa un lavoro che richiede precisione, strategia, controllo e monitoraggio costanti.
Il compenso, però, è la drastica riduzione del rischio di crisi aziendale, almeno dal punto di vista finanziario, e una crescita sana e sostenibile per il tuo business.
Il gioco, insomma, vale la candela.
Per gestire in modo adeguato il cash flow in azienda, hai bisogno del budget di tesoreria, dello scadenziario incassi e pagamenti e di un sistema di controllo di gestione che ti permetta controllare l’azienda attraverso i numeri.
Per migliorarlo, invece, devi applicare i principi dell’autofinanziamento, ottimizzando le decisioni strategiche, ad esempio, in termini di concessione credito clienti, negoziazioni condizioni di acquisto con i fornitori, l’acquisto di denaro dalle banche e il pagamento delle scadenze fiscali e contributive.
Per fare buon cash flow, devi necessariamente aumentare la marginalità delle vendite e dilazionare le uscite.
Vuoi saperne su come fare gestione cash flow e come puoi migliorarlo, nella pratica?
Puoi saperne di più e fare domande iscrivendoti al nostro gruppo Aziende che si Finanziano da Sole™ su Facebook.
È il primo Gruppo Facebook in cui si parla di come gestire Finanza Aziendale in modo pratico per le PMI.
Iscrivendoti, potrai leggere pillole quotidiane di cultura finanziaria d’impresa spiegate con un linguaggio semplice e accessibile anche ai non addetti ai lavori.
Non solo, attraverso il gruppo condivido strumenti operativi, strategie di turnaround management e tecniche di controllo di gestione.
Hai poco tempo da dedicare ai social network, ma non vuoi perderti i miei aggiornamenti?
Iscriviti al Canale YouTube Giuseppe di Domenico, per ascoltare tutto quello che c’è da sapere sulla finanza aziendale per PMI, attraverso video della durata di pochi minuti.
Traendo spunto dai progetti che abbiamo realizzato e dai concetti racchiusi nel mio ultimo libro Aziende che si Finanziano da Sole, ti parlo di finanza, di aziende, di azioni da fare per realizzare un’azienda in grado di crescere e di espandersi senza bisogno di risorse esterne e solo sulla base dei propri flussi di cassa.
Lo faccio in modo chiaro, diretto e con esempi pratici tratti dai casi che abbiamo seguito.