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“Sto cercando una una soluzione ai problemi di liquidità della mia azienda e, dopo mesi sempre sul filo del rasoio, cercando di migliorare le cose, ora sono nella situazione in cui non so cosa fare. Non riesco a capire dove finiscono i soldi della mia azienda”.
Queste erano le prime righe della mail ricevuta qualche tempo fa da Andrea, titolare di una falegnameria industriale costituita in Piemonte negli anni ’40 dal nonno che, per la prima volta in ottant’anni di storia, era sull’orlo di una crisi di liquidità.
Calcolo cash flow case study
La sua mail continuava.
“Penso che la mia sia la storia di molti imprenditori che avete sentito… Ne ho lette diverse nel libro Aziende che si finanziano da sole… Si pensa sempre di migliorare le cose e si va avanti con tutta la forza che si ha, fino al momento in cui non ce la si fa più. Senza conoscenze non si sa da che parte andare e la paura più grande è che qualunque cosa si decide di fare può essere peggio, e si rimane bloccati”.
Come dargli torto.
Le storie degli imprenditori che assistiamo hanno tutte una trama comune.
Certo cambiano i dettagli, i protagonisti, le dimensioni dei problemi e la fase del ciclo di vita aziendale durante la quale gli eroi di queste storie entrano in contatto per la prima volta con noi, ma hanno tutte lo stesso filo conduttore.
L’azienda vive la sua vita ma qualcosa non funziona come dovrebbe.
Non ci sono abbastanza margini di profitto, i costi sono fuori controllo, la liquidità inizia a scarseggiare e l’imprenditore è costretto a fare ricorso alle banche sempre in maniera più “disinvolta”.
Fino a quando qualcosa si inceppa e inizia il declino.
Andrea si è imbattuto in un articolo del mio blog trovato su internet proprio nella fase iniziale della spirale negativa che solitamente conduce l’azienda alla crisi ed ha comprato (e letto) il libro Aziende che si finanziano da sole prima di contattarci.
L’azienda della sua famiglia è una falegnameria industriale attiva in Piemonte da quasi 80 anni che ha clienti in tutta Europa e processi di lavorazione d’avanguardia che privilegiano la qualità dei materiali e l’attenzione per le rifiniture al costo.
Negli anni si sono specializzati nella realizzazione di arredi per camere da letto, salotti e complementi d’arredo, con l’utilizzo di materiali naturali e a basso impatto ambientale.
Una vocazione tecnologica rara nel settore che, unita alla qualità della lavorazione tradizionale del legno, Andrea ha sposato pienamente negli ultimi 20 anni, da quando ha preso in mano le redini dell’azienda.
Ha compiuto molti sforzi e investito ingenti risorse per ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi e delle vernici utilizzate, senza perdere di vista l’attenzione verso le ergonomie degli arredi e il benessere degli utilizzatori finali, i suoi veri clienti.
Non si è mai dedicato allo sviluppo del brand ed alla commercializzazione diretta dei suoi prodotti, però.
Come la maggior parte delle aziende di produzione, non vendeva direttamente ai clienti finali, ma ad alcune catene di mobilifici e a diversi negozi di arredamento sparsi sul territorio nazionale, in Francia, in Germania ed in Svizzera.
Lavorava attraverso i distributori ed i grossisti, in maniera tradizionale.
Quella della sua famiglia era una grande azienda artigianale, insomma, con una grande storia alle spalle, una realtà conosciuta e apprezzata per l’etica e il livello qualitativamente elevato dei prodotti realizzati.
Negli ottant’anni che hanno caratterizzato la sua storia ha dovuto misurarsi con diverse ondate di crisi economica, uscendone sempre a testa alta.
Certamente l’ingresso delle grandi catene di mobilifici del nord Europa non ha reso la vita facile a suo padre, prima, e ad Andrea successivamente, togliendogli tutta la fascia medio-bassa del mercato, che si accontenta dei mobili fai-da-te e ha perso interesse per il mobilio di qualità.
Ma il loro buon nome, la fedeltà dei clienti più importanti, la capacità di reinventarsi sviluppando nuove linee al passo con i tempi e le esigenze del mercato, gli hanno comunque consentito di tener botta e mantenere salde le redini della sua azienda.
Il lavoro, in realtà, non mancava neanche quando Andrea ha richiesto la mia consulenza.
Gli ordini non avevano subito particolari flessioni, come anche il fatturato.
“Da quello che vedo nei bilanci, l’azienda è sempre in utile, non registriamo perdite, i soldi entrano, i clienti mi pagano, non capisco perché ogni mese io faccia così fatica a pagare tutti? Sono 11 mesi ormai che non riesco a pagarmi lo stipendio”.
Mentre mi raccontava la sua storia, non riusciva a mascherare il senso di fallimento e delusione, per quanto, tutto sommato, non si trattasse certo di una situazione irreparabile.
L’azienda non era in crisi, non rischiava il fallimento, semplicemente si manteneva a galla.
Quello che però Andrea non riusciva proprio a mandare giù era il peggioramento della sua condizione economica personale.
Con un’azienda che sembrava navigare a gonfie vele, nonostante le bufere incontrate lungo il percorso, non gli era mai mancato nulla.
Sin da quando viveva con i suoi genitori, aveva sempre condotto uno stile di vita improntato sul duro lavoro, il senso della famiglia, i sani piaceri della vita e la grande passione per le auto d’epoca, ereditata da suo padre.
Le giornate passate tra i corridoi della falegnameria, l’odore del legno, le domeniche nella villa in campagna con i nonni o a scorazzare per le colline a bordo delle auto che suo padre aveva collezionato negli anni e gli aveva lasciato in eredità.
“Non posso accettare di doverle vendere, perché ormai non riesco più a mantenerle e mi servono i soldi per mandare avanti la mia famiglia. Sento che sto tradendo tutte le sue aspettative. Ha investito su di me come sulla falegnameria. Gli ho promesso di prendermene cura e adesso sono sul punto di vendere i suoi gioielli e affondare l’azienda che ha fatto crescere con tanti sacrifici. In tutto ciò, dottor Di Domenico, io vorrei capire che fine fanno i soldi che incassa l’azienda?”.
Il rendiconto finanziario ti permetterà di scoprire dove finiscono i soldi che entrano nelle casse aziendali
Quello di Andrea non è certo un caso isolato.
Molto di frequente mi capita di parlare con imprenditori che non riescono a capacitarsi di questo strano “fenomeno paranormale”: lavorano, fatturano ma i soldi in cassa sembrano non esserci.
In alcuni casi progettano investimenti che rimangono incompiuti, in altri semplicemente sono costretti a rimandare i pagamenti, lasciare i dipendenti senza stipendio o rinunciare al loro di stipendio, pur di non far mancare nulla a nessuno, come Andrea.
In molti altri casi, si rivolgono alle banche per coprire questa falla, peggiorando di fatto il loro indebitamento.
La cosa più strana è che guardando sommariamente i bilanci i soldi dovrebbero esserci.
C’è un utile e ci devo anche pagare le tasse.
Eppure la liquidità diminuisce, come se ci fosse un piccolo roditore nei conti correnti che rosicchia tutte le risorse e alla fine lascia solo gli spiccioli.
Beh, chiaramente le cose non stanno così.
I soldi non spariscono nel nulla, nessuno ti deruba, non ci sono maghi che fanno giochi di prestigio o piccoli roditori fantasma sul tuo conto corrente.
Calcolo cash flow, in cosa consiste
Quello che manca alla maggior parte degli imprenditori è una visione chiara dello stato finanziario dell’azienda. Una finestra in grado di restituire loro un prospetto realistico sulla liquidità concretamente disponibile nel presente e nel prossimo futuro.
Si tratta della misurazione del cash flow, dei flussi di cassa aziendali, che ti permettono di tenere sempre sotto controllo le entrate e le uscite di denaro dal conto corrente.
Il bilancio in formato civilistico, che il commercialista predispone puntualmente ogni anno, non rivela la mancanza di denaro perché non misura i flussi di cassa aziendali.
La ragione di questa “discrepanza” risiede nel fatto che il legislatore non ha alcun interesse a sapere dove siano i soldi che la tua azienda incassa, quanto piuttosto a evidenziare determinate grandezze utili, ad esempio a calcolare le tasse da farti pagare.
Non è un caso che anche aziende come quella di Andrea, che faticano a pagare le spese correnti, si ritrovino a versare tasse molto elevate.
Queste sono calcolate sugli utili e non sull’effettiva disponibilità di denaro di un imprenditore.
Allo stesso modo, molti imprenditori sono portati a confondere gli utili con i flussi di cassa, proprio perché nessuno ha mai dato loro una dritta in tal senso, fornendogli gli strumenti necessari a distinguere i due dati.
Il calcolo del cash flow è di cruciale importanza per conoscere perfettamente la quantità di denaro che esce e che entra dalle casse aziendali, sapere quanti soldi sono disponibili nell’immediato e nel prossimo futuro, quanti sono bloccati negli investimenti effettuati, quanti ne servono per le spese correnti e quanti alla fine rimangono per te e i tuoi soci.
L’analisi dei flussi di cassa è uno strumento imprescindibile per il benessere dell’azienda, la sua capacità di crescere e finanziarsi, l’unico in grado di fornirti la risposta alla domanda “Dove finiscono i soldi che entrano nelle casse della mia azienda”.
Misurare il cash flow grazie al rendiconto finanziario
Esistono due modalità operativa per calcolare il cash-flow aziendale: uno diretto ed uno indiretto.
Seguendo il metodo diretto, quello più laborioso per chi si occupa dell’amministrazione ogni entrata o uscita di cassa deve essere registrata e categorizzata in modo da far emergere i aggregati relativi:
- all’attività operativa (legata a quello che fai e ai rapporti di credito e debito che ne derivano),
- agli investimenti,
- al debito finanziario,
- alle operazioni straordinarie,
- al debito fiscale o al credito d’imposta
- ed alle operazioni sul capitale.
Si può fare? Sì.
É complicato? Assolutamente sì ed il rischio di commettere errori di calcolo è alto.
Il vantaggio di questa modalità di calcolo è che hai indicazioni estremamente precise sulle aree che generano liquidità e su quelle che la assorbono.
Un altro vantaggio importante è legato al fatto che non hai bisogno di un bilancio completo per ottenere il controllo dei tuoi flussi di cassa, perché ti bastano le registrazioni contabili e la movimentazione dei conti correnti.
Quindi attraverso questo metodo puoi avere un livello di controllo paragonabile a quello di un’azienda nella quale l’imprenditore ha a disposizione bilanci completi di conto economico e stato patrimoniale ogni mese e non una volta l’anno, sei mesi dopo la chiusura dell’esercizio.
Esiste un’alternativa, il metodo indiretto, che consiste nel ricavare queste grandezze direttamente dal bilancio aziendale.
Ma per ricavare i dati devi:
- chiedere bilanci aggiornati (nel conto economico e nello stato patrimoniale) ogni fine mese;
- farti riclassificare i bilanci
- chiedere il rendiconto finanziario
Il rendiconto finanziario è un prospetto opzionale nella maggior parte dei bilanci che permette di raccordare i risultati economici con la manifestazione finanziaria dei ricavi e delle spese, determinando i flussi di cassa di ciascuna area della gestione aziendale.
Analizzandolo puoi conoscere il saldo tra denaro che entra e denaro che esce dalle casse della tua azienda, suddiviso per area.
Dal rendiconto finanziario puoi ricavare questi parametri.
#1 Il Cash Flow Operativo
I flussi di cassa operativi riguardano la gestione aziendale, in altre parole quanto denaro viene generato e bruciato dall’attività caratteristica della tua azienda, da quello che produci e vendi, insomma.
Averlo sotto controllo, ti aiuta a capire se ci sono problemi nel modello di business e se il modo in cui gestisci incassi e pagamenti va bene o ti porta a bruciare denaro. In quest’ultimo caso si rende necessario riprogettare l’azienda.
#2 Il Cash Flow da Investimenti
Raccogliere informazioni sui flussi di cassa generati dagli investimenti ti permette di capire se hai comprato beni o attrezzatura realmente utili alla tua azienda o sono rimasti inutilizzati.
Allo stesso modo ti consentono di sapere a quanto ammonta la liquidità investita o incassata, nel caso tu abbia rivenduto qualcuno di questi beni, che non utilizzavi da tempo.
Il cash flow degli investimenti, infatti, misura esattamente la liquidità impiegata negli investimenti che hanno utilità pluriennale (ad es. capannone, attrezzature, macchinari), nel preciso istante in cui è entrata o uscita dal tuo conto corrente.
#3 Il Cash Flow Finanziario
Quest’ultimo, invece, misura la quantità di denaro che hai ricevuto o restituito alle banche o alle società finanziarie.
Nello specifico ti aiuta a determinare quanti soldi hai speso per pagare i debiti bancari, quanto, invece, hai ricevuto dai finanziamenti o altre forme di anticipo liquidità.
Si tratta di informazioni non rilevabili nel conto economico, da cui emergono solo gli interessi e gli oneri finanziari dei mutui attivati e non quanto capitale hai ricevuto o stai restituendo.
Queste informazioni sono cruciali per conoscere esattamente la quantità di denaro che viene drenata dalla tua attività operativa, per ripagare il debito.
Spesso, si nasconde proprio qui il vero problema, senza che alcun imprenditore possa rendersene conto perché sprovvisto di questo strumento di monitoraggio finanziario.
#4 Il Cash Flow Straordinario
Riguarda principalmente la misurazione della liquidità generata dalle operazioni straordinarie effettuate in azienda.
Pensa, ad esempio, ad un risarcimento assicurativo o ad eventuali spese legali per una causa in corso.
Si tratta di eventi straordinari, che si verificano raramente nel corso della storia aziendale, ma che, in un modo o nell’altro, implicano l’entrata o l’uscita di denaro dalle casse aziendali e per questo vanno prese in considerazione.
#5 Il Cash Flow Fiscale
I flussi di cassa che riguardano il pagamento delle tasse ti aiutano a tenere il polso dell’impatto reale che il fisco ha sulle casse della tua impresa.
Da questa analisi riesci a comprendere facilmente quanta liquidità viene assorbita dal carico fiscale e quanta di rende nuovamente disponibile a seguito di eventuali crediti d’imposta.
#6 Il Cash Flow da Capitale
Infine, non certo per importanza, è necessario passare al setaccio anche i flussi di cassa che riguardano il capitale aziendale.
La sua misurazione restituisce un’idea chiara dell’impatto che hanno sul patrimonio la distribuzione di utili e l’aumento di capitale da parte di soci nuovi o già esistenti.
Per riuscire a mantenere un quadro sempre chiaro e aggiornato della situazione finanziaria, l’ideale è eseguire analisi piuttosto frequenti, anche se con tempi differenti per le diverse tipologie di cash flow.
Generalmente, per i miei assistiti, seguiamo tempistiche che spaziano dai 3 mesi per il monitoraggio del cash flow operativo, ai 6 mesi per il cash flow da investimenti e finanziario, fino a un anno per il cash flow straordinario, fiscale e da capitale.
La misurazione del cash flow per sapere dove vanno i soldi
L’aspetto più interessante della misurazione dei flussi di cassa risiede proprio nel monitoraggio delle sue dinamiche e dell’impatto che ha la strategia di gestione che stai seguendo sulla liquidità aziendale.
Se, ad esempio, hai investito denaro nell’acquisto di nuovi macchinari o per sviluppare nuovi progetti per la tua impresa, il monitoraggio del cash flow ti consente di tenere d’occhio quanti dei soldi spesi derivano dai flussi di cassa operativi e quanto invece è stato recuperato incrementando l’indebitamento nei confronti delle banche, piuttosto che del fisco o dei fornitori.
Passando al setaccio i flussi di cassa dell’azienda di Andrea, ci siamo resi subito conto della ragione che aveva condotto la sua impresa a ristagnare piuttosto che a crescere finanziariamente.
I costanti investimenti effettuati per ampliare le linee produttive e renderle a basso impatto ambientale avevano assorbito parecchia della liquidità accantonata, inducendolo ad incrementare le richieste di finanziamenti bancarie ed erodere così il denaro utilizzato per le spese correnti, i flussi di cassa operativi.
Nel corso del tempo, gli incassi che la sua falegnameria ha generato venivano assorbiti da queste spese ulteriori, senza che la cosa potesse mai balzare agli occhi di Andrea e del suo amministrativo, semplicemente perché quest’ultimo non aveva mai analizzato la situazione aziendale partendo dai numeri.
Con questi presupporti molte delle decisione prese negli ultimi anni avevano seguito più il suo fiuto imprenditoriale che la consapevolezza della reale capacità finanziaria dell’azienda.
Le informazioni che derivano, invece, dal monitoraggio dei flussi di cassa aziendali consentono a ogni imprenditore di formulare scelte consapevoli, basate sui numeri, più che sull’urgenza o la normale intraprendenza, come spesso mi capita di assistere.
Ma l’analisi del cash flow non è utile solo in una prospettiva a ritroso, ma anche rivolta al futuro, specie se legata alla realizzazione del budget aziendale.
Questo raffronto, infatti, ti permette di verificare in anticipo se la tua azienda è in grado di sostenere gli investimenti che hai progettato.
Puoi, di fatto, rivedere la tua strategia ed apportare eventuali correttivi operativi per raggiungere gli obiettivi aziendali senza ritrovarti in affanno di liquidità, come successo ad Andrea.
Come ti dicevo prima, dal punto di vista operativo, calcolare i flussi di cassa aziendale per i non addetti ai lavori, non è semplicissimo.
É necessario passare in rassegna tutti i suoi componenti, partendo dai dati di Bilancio e riclassificarli.
Questi ultimi infatti vanno depurati dagli effetti delle politiche contabili adottate e riclassificati, appunto, per realizzare un documento molto importante, di cui qualunque imprenditore dovrebbe disporre, a prescindere dall’obbligo legale o meno: il Rendiconto Finanziario.
In questo modo potrai comprendere quale area della tua azienda sta generando risorse finanziarie e quale ne sta assorbendo, se l’azienda è sana o si rende necessario porre rimedio.
Mi rendo perfettamente conto di averti appena travolto con una valanga di nuove informazioni, che nessun consulente ti aveva mai rivelato prima.
Sono anche consapevole del fatto che il lavoro necessario per stare dietro alla gestione finanziaria di una PMI non è così semplice per chi, fino ad ora, si è occupato di tutt’altro, come gestire la propria azienda e assicurarsi che i prodotti fossero venduti, il denaro incassato e le spese onorate.
Per questa ragione ho pubblicato il libro Aziende che si Finanziano da Sole, per rendere accessibili le procedure per una corretta gestione finanziaria della propria azienda anche ai non addetti ai lavori.
So bene quanto spesso gli imprenditori siano costretti a barcamenarsi tra consulenti e amministrativi poco chiari, disinteressati ad approfondire determinati aspetti gestionali dell’azienda, fornendo fascicoli e documenti dal linguaggio spesso incomprensibile e quindi perfettamente inutile ai fini strategici e decisionali.
Ne ho visti tanti, troppi ritrovarsi nella stessa situazione di Andrea o anche peggio, e avere le mani legate semplicemente perché non sapevano dove guardare, non avevano gli strumenti giusti, chiedevano supporto e non lo ricevevano da chi, invece, avrebbe dovuto darlo.
In questo quadro così ostile anche all’imprenditore più ferrato, non potevo rimanere a guardare.
Il mio impegno quotidiano è quindi quello di rendere accessibile anche ai non addetti ai lavori gli aspetti più rilevanti di una sana gestione finanziaria della propria impresa.
Il libro Aziende che si Finanziano da Sole è stato scritto proprio per questo.
Vuoi approfondire questo tema?
Nel mio libro Aziende che si finanziano da sole ho affrontato questo e altri temi in maniera più dettagliata, con esempi pratici presi dai progetti che abbiamo realizzato.
È un libro in cui si parla di finanza, di aziende, di azioni da fare per realizzare un’azienda in grado di crescere e di espandersi senza bisogno di risorse esterne e solo sulla base dei propri flussi di cassa.
Ma si parla anche di come applicare queste procedure alle aziende che attraversano dei momenti difficili, come quelle che tanti imprenditori stanno attraversando in questo periodo.
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Aziende che si Finanziano da Sole
Il manuale che permetterà alla tua azienda di arrivare a finanziarsi da sola senza sottostare ai capricci delle banche, danneggiare i fornitori, cercare soldi dagli investitori e senza evadere le tasse attraverso stratagemmi strani.
Vuoi conoscere la procedura che applichiamo per i nostri assistiti?
Ho spiegato a livello operativo la procedura per realizzare l’analisi dei ricavi e dei margini di profitto anche all’interno del DI DOMENICO FINANCIAL CLUB, il primo club riservato agli imprenditori che vogliono controllare l’azienda attraverso i numeri.
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