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La crisi d’azienda si può presentare in mille forme diverse.
E non arriva mai all’improvviso.
Di solito ci sono dei segnali che un imprenditore riconosce, anche se fa fatica ad accettarli.
Andrea e Michela sono marito e moglie, ma anche imprenditori.
Una di quelle coppie che ha lavorato una vita intera, fianco a fianco con i loro operai, per costruire l’azienda di famiglia e il futuro dei propri figli.
Impegnati nell’industria leggera, hanno fatto crescere la loro “creatura” come se fosse un figlio.
Dalla produzione artigianale a quella industriale, da un operaio a quindici, dal capannone piccolo a quello più grande…
Qualche anno fa è arrivato il momento della scelta sbagliata.
Una di quelle scelte che quando le fai sembrano la cosa più giusta del mondo ma che, guardando indietro, diventa la causa di tutti i mali che stai vivendo oggi.
Nel loro caso è stata l’acquisizione di un ramo d’azienda con una produzione che apparentemente avrebbe completato il loro catalogo.
Quando un consiglio sbagliato, dato dalla persona giusta, ti porta a fare una serie di errori a catena che mettono l’azienda in crisi
Hanno acquistato tutto in blocco.
Macchinari, portafoglio clienti, dipendenti e relativi debiti per il trattamento di fine rapporto. Per completare l’operazione hanno richiesto (e ottenuto) specifici finanziamenti.
Questo era il modo in cui il loro commercialista ha impostato l’operazione.
A causa di questo investimento sono passati da una posizione finanziaria florida ad una di tensione economica che ha portato, in un arco temporale piuttosto breve, allo stallo dell’azienda.
Le linee di credito sono state tirate al massimo possibile per coprire i costi della gestione ordinaria dell’azienda, Andrea e Michela hanno perso il controllo sui dipendenti acquisiti, che ha iniziato a lasciare l’azienda (volontariamente o su “invito”) e si sono iniziati a perdere i primi clienti importanti.
Alcuni oggi sono clienti dei loro ex operai.
Il calo del fatturato che ne è derivato li ha portati a rinunciare man mano agli investimenti necessari ad acquisire nuova clientela.
Niente più fiere, niente più missioni esplorative nei paesi in via di sviluppo, niente più contatti con le camere di commercio e niente più investimenti promozionali.
Lo sviluppo commerciale, che prima era affidato ad agenti sparsi nei cinque continenti supportati da Michela, è stato completamente abbandonato.
Ma in poco tempo queste scelte si pagano…
Sempre meno fatturato, sempre più difficoltà ad ottenere linee di credito, sempre più problemi ad essere regolari nei pagamenti, sempre più difficile riuscire a rispettare le scadenze.
I problemi hanno iniziato ad accumularsi, uno dietro l’altro.
Strati di nuvole che si sono accumulati fino a diventare sempre più nere e cariche di pioggia.
Andrea e Michela hanno smesso di fare scelte, per evitare di fare errori.
Si sono bloccati nella speranza che la tempesta passasse, pronti a raccogliere i pezzi e a sistemare le macerie.
Ma un imprenditore non può agire in questo modo, perché le conseguenze possono essere devastanti e possono portare a danni senza rimedio.
Ecco come un’impresa sana diventa un’azienda in crisi e qual è l’errore più grande che puoi fare quando ti accorgi dei primi segnali
I problemi finanziari di ogni imprenditore affondano le proprie radici nel mondo reale, quello fatto di bulloni, trapani e carpenteria.
Per Andrea e Michela il problema è nato dall’acquisto del ramo d’azienda.
In generale, comunque, le scelte imprenditoriali si riversano nei conti dell’azienda e come un corpo immerso nell’acqua, ricevono una resistenza uguale e contraria.
In realtà, l’impatto dei problemi finanziari può essere molto più violento delle conseguenze degli errori imprenditoriali, perché un imprenditore come te è legato mani e piedi alla sua azienda.
Un investimento in un impianto produttivo che si rileva inutile, l’acquisto straordinario di materie prime in previsione di un importante ordine che non va in porto, la scelta sbagliata delle modalità di finanziamento di un particolare macchinario, i costi dello sviluppo di un nuovo prodotto che non ottiene il successo sperato…
Ognuna di queste scelte può portare al collasso la tua azienda, se non reagisci nel modo giusto.
Se non ti sforzi di superare quel blocco mentale che ti impedisce di ammettere di aver sbagliato, non riconosci di trovarti in una situazione che non sei preparato ad affrontare e non ti rendi conto della necessità di cambiare rotta, anche a costo di abbandonare il percorso già iniziato, puoi ritrovarti in meno tempo di quello che credi con le spalle al muro.
Rischi di trascinare a fondo tutto quello che di buono hai costruito negli anni.
Lasciare che gli errori imprenditoriali abbiano impatto senza controllo sui conti aziendali è una delle scelte peggiori che tu possa fare per la tua attività, per te e per la tua famiglia.
L’impatto finanziario degli incidenti di percorso, se non adeguatamente controllato, non solo mette a rischio le possibilità di sviluppo futuro della tua attività, a causa della mancanza di denaro per fare gli investimenti necessari, ma può avere un impatto patrimoniale devastante.
Se anche tu, come molti tuoi colleghi imprenditori, hai investito una parte dei risparmi tirati fuori con il sudore dalla tua attività per acquistare uno o più immobili, potresti ritrovarti a perderli senza possibilità di difesa.
Questo anche nel caso in cui tu abbia finito di pagare i mutui e non abbia concesso altre ipoteche.
Semplicemente perché hai firmato delle fideiussioni che, anche se non consentono a nessun creditore di aggredire direttamente i tuoi immobili, permettono ad ogni intermediario di avviare delle procedure mirate a portarti via la casa per recuperare i crediti garantiti dalla firma.
Quali sono le contromisure tipiche che ogni imprenditore prende quando hai l’azienda in crisi
Andrea e Michela erano in una situazione del genere.
Ma non sono nati ieri.
Proprio come te, sono da anni nel loro settore e non sono degli imprenditori sprovveduti.
Hanno fatto quello che sapevano di poter fare.
La prima cosa è stata quella di cercare nuove forme di credito tramite i canali tradizionali.
Bilanci in mano, documenti personali nella cartellina e via in giro per le banche ad iniziare l’iter di richiesta dei finanziamenti. Una via crucis per elemosinare un po’ di respiro.
Purtroppo, solo porte sbattute in faccia.
Il secondo passaggio è stato quello di tentare la strada dei consorzi di garanzia.
Strutture private che, dietro il pagamento di una commissione di ingresso più o meno impegnativa, garantiscono una parte del tuo debito nei confronti della banca.
In questo modo, in teoria, la strada di accesso al credito è un più semplice.
Ma anche in questo caso, nonostante le promesse, non hanno avuto risultati.
Il terzo tentativo è quello di cercare finanziamenti statali.
Bandi di concorso, linee di credito agevolate o finanziamenti a fondo perduto condizionati al rispetto di determinati requisiti.
Il percorso per accedere a queste sovvenzioni passa necessariamente dalla consulenza di società che fanno questo per mestiere. La burocrazia che c’è dietro questi finanziamenti è un muro invalicabile per chi non ci lavora 24 ore al giorno.
Solo che un’azienda tradizionale, una realtà industriale, non ha i requisiti per accedere ai bandi per lo sviluppo di attività innovative.
Infatti anche questo è stato un buco nell’acqua.
Ecco la cura che ti permette di salvare la tua “creatura” da quella brutta malattia chiamata crisi aziendale, senza rimetterci più soldi di quelli che hai già investito
Nonostante i passi da gigante che la medicina ha fatto negli ultimi 150 anni, l’unico modo per salvare la vita di una persona quando uno degli arti va in cancrena é l’amputazione della parte in necrosi.
Questa cosa vale anche per le aziende.
Esiste una soluzione per far uscire la tua azienda dallo stallo in cui si trova, anche se “c’è la crisi e non si vende più come prima” e le banche non ti sono più amiche, senza cercare nuovi soci finanziatori.
Per salvare il lavoro di una vita, quando sei in una situazione come quella di Andrea e Michela, l’unica strada é quella di concentrare le energie sulle parti produttive dell’azienda, abbandonando il più velocemente possibile tutto il resto.
Quando le risorse economiche scarseggiano, non puoi fare altro che focalizzare la tua attenzione sui rami aziendali funzionanti, dismettendo tutto quello che non ti produce margini positivi o è addirittura in perdita.
Se sei disponibile a fare questo salto mentale, sei già a metà del percorso di risanamento.
Gli altri due passaggi necessari sono questi.
Devi neutralizzare il rischio patrimoniale, tramite iniziative che non comportino alterazioni degli equilibri in essere ma riducano l’impatto delle azioni aggressive sui tuoi beni.
Mi raccomando, fai molta attenzione a questo punto.
Bisogna fare attenzione a non mettere in atto azioni non legittime oppure revocabili.
Un fondo patrimoniale, fatto in questa fase della tua vita lavorativa, non solo sarebbe revocabile senza grossi sforzi, ma sarebbe un segnale negativo per le tue controparti.
Ti invito a non affidarti al fai da te, ma a cercare la soluzione giusta con l’aiuto di uno Specialista.
Per questo pezzo, è fondamentale.
L’altro passo da compiere é quello della riorganizzazione delle linee di credito.
Una volta messo a posto l’aspetto produttivo e messo al sicuro quello patrimoniale puoi dedicarti alla sistemazione dell’aspetto finanziario della tua azienda.
Impostare le trattative per ridurre il peso degli oneri finanziari, rimodulare i piani di ammortamento dei finanziamenti, trasformare le linee di credito più costose in formule a basso impatto sul conto economico e concludere accordi bancari sostenibili, sono risultati raggiungibili tramite sistemi di negoziazione professionale.
Devi solo deciderti a prendere il toro per le corna e agire nel modo giusto, senza trascurare i debiti e i problemi che trascinano dentro la tua vita.
Una trattativa gestita in modo professionale, facendo leva su tutti i punti di forza di cui puoi disporre, ti permetterà di evitare conseguenze che possono arrivare al tracollo economico tuo e della tua attività.
Ti farà piacere sapere che si possono negoziare le condizioni di qualsiasi posizione debitoria in maniera professionale, utilizzando tutte le armi disponibili per ottenere l’equilibrio economico necessario.
Sono soluzioni che devono essere tagliate su misura per il tuo caso specifico, studiate ed adattate da uno Specialista.
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