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L’autofinanziamento ti permette di ridurre i debiti aziendali perché attinge da fonti di finanziamento interne. Non è facile da adottare come strategia per tenere in piedi la tua azienda. In questo articolo ti spiego come fare.
In tanti anni di esperienza a contatto con le PMI ho perso il conto delle volte in cui mi è stato chiesto dagli imprenditori “Dove trovo i soldi per mandare avanti l’attività?”.
Ognuno di loro mi pone questa domanda per le ragioni più disparate.
C’è chi necessita di denaro per pagare debiti, per anticipare spese, per far fronte a periodi di “magra” transitori o più gravi.
Altri hanno semplicemente bisogno di un’iniezione di liquidità per dare una spinta al proprio business e portarlo a un livello superiore.
A prescindere da quale sia la motivazione, una cosa è certa, tutte le aziende hanno bisogno di denaro per il proprio business, quello che tecnicamente si definisce fabbisogno finanziario.
Tutti gli imprenditori, ancor prima di avviare la propria attività, hanno l’esigenza di trovare capitali da immettere nella propria impresa, per sostenere investimenti e costi di gestione.
Diversamente, non potrebbero finanziare operazioni come la trasformazione di materie prime, la gestione delle risorse umane, lo scambio di informazioni e risorse con l’esterno, l’erogazione di servizi, le operazioni di ricerca e sviluppo.
In altre parole, senza risorse finanziarie sarebbe impossibile occuparsi della gestione aziendale, tutte le attività necessarie a raggiungere l’obiettivo imprenditoriale.
Questo li spinge a cercare denaro avvalendosi di fonti di finanziamento diverse.
Che sia al timone di un’impresa avviata, magari alla seconda o terza generazione, o debba ancora crearla, sono certo che anche tu stia attingendo denaro dalle varie tipologie di capitale che un imprenditore può sfruttare.
Ne esistono di diversi, infatti, ma quelli più comuni tra gli imprenditori sono il capitale proprio, i soldi dell’imprenditore e dei suoi soci finanziatori per intenderci, e il capitale di debito, tutti i crediti concessi da soggetti esterni all’azienda (banche, fornitori, ecc).
Quest’ultimo è molto spesso all’origine delle principali ansie e preoccupazioni degli imprenditori, soprattutto se consideri tra i crediti che si possono “ricavare” dall’esterno tutti i pagamenti in sospeso verso fornitori, fisco, dipendenti, quelli che insomma rientrano nei debiti di regolamento.
Doverli estinguere, senza avere la liquidità necessaria è una bella grana, lo so bene. È la ragione che spinge la maggior parte degli imprenditori a chiedere il mio supporto per risolvere i loro problemi di indebitamento.
Devi sapere, però, che esiste una fonte di finanziamento ancora poco conosciuta dagli imprenditori, che non rientra in nessuna delle tipologie appena nominate e che, se implementata, eviterebbe molti grattacapi al titolare d’azienda: l’autofinanziamento.
Ne avevi mai sentito parlare?
Te lo faccio conoscere più da vicino.
Cosa s’intende per autofinanziamento
L’autofinanziamento è una strategia per finanziare l’azienda a prescindere dal ricorso a fonti di finanziamento esterne.
Permette, infatti, di ricavare liquidità dall’attività che normalmente porta avanti l’impresa, senza dover necessariamente sfruttare risorse provenienti da parte di soggetti terzi.
Sono davvero pochi gli imprenditori che lo adottano consapevolmente nella gestione finanziaria aziendale. D’altra parte, richiede grande impegno e conoscenze molto specifiche perché porti i suoi risultati.
Io stesso ho dovuto sudare parecchio prima di elaborare un Metodo che fosse applicabile anche alle PMI.
L’autofinanziamento aziendale, infatti, attinge a molte procedure normalmente implementate dalle grandi multinazionali, le stesse che già segui sui social e leggi sui giornali.
Magari ti sei sempre chiesto questi come diavolo abbiano fatto a fare tanti soldi partendo da zero.
Tra le altre risposte, l’autofinanziamento è certamente una strada che hanno perseguito in maniera molto efficiente.
“Quindi, mi stai dicendo che posso fare a meno delle banche?”
In un certo senso sì, se questa diventa la tua unica fonte di finanziamento e metti la tua azienda nelle condizioni di camminare da sola sulle sue gambe.
Sfruttarlo, però, non vuol dire necessariamente fare a meno di altre fonti di liquidità.
Non è certo mia intenzione demonizzare i prestiti bancari.
Se sfruttati nel modo corretto, questi possono rappresentare la forza propulsiva in grado di spingere il tuo business molto in alto.
Se, però, li integri con fonti di finanziamento interne puoi ottimizzarli meglio, perché riduci il rischio di ritrovarti senza denaro o sommerso dai debiti.
L’autofinanziamento aziendale, inoltre, è una tecnologia finanziaria molto concreta, che si basa sul singolo modello di business dell’azienda, dal modo in cui l’hai progettata e la implementi.
Non solo, l’autofinanziamento in senso ampio si fonda su numerosi fattori che, mi rendo conto, spesso non sono a portata di mano di molti imprenditori perché non rientrano nelle loro competenze e nessuno glieli ha mai spiegati.
I 9 requisiti per autofinanziarsi
Un’azienda che si autofinanzia, infatti, deve avere una struttura finanziaria che si poggia su alcuni capisaldi fondamentali, che possono essere riassunti nei seguenti principi:
- cicli di cassa virtuosi, che prevedano l’incasso da parte dei clienti prima dei pagamenti ai fornitori,
- adattamento dei costi della PMI alla dinamica del fatturato,
- rinuncia all’acquisto d’immobili, se non strettamente necessario,
- uso del debito per effettuare investimenti a ROI positivo,
- investimento costante nella ricerca e diversificazione del parco clienti,
- diversificazione dei fornitori strategici,
- test di mercato prima del lancio di un prodotto o un nuovo progetto imprenditoriale,
- cicli di magazzino virtuosi, che non prevedano grandi quantità di stock in modo da evitare di bloccare capitale, rimanendo invendute,
- gestione finanziaria in base alla composizione dell’attivo.
Come si calcola l’autofinanziamento
“Sì, dotto’, ma come si calcola questo autofinanziamento?”, è un’altra domanda che spesso mi viene posta dagli imprenditori.
In realtà, l’autofinanziamento più che essere calcolato, si misura, per capire quanto sia rilevante tra le diverse fonti di finanziamento utilizzate dall’azienda.
Per farlo si può fare ricorso al margine operativo lordo, un valore che misura la redditività dell’impresa, ovvero la sua capacità di realizzare margini di guadagno.
Questo si ricava dalla riclassificazione del conto economico, riordinando le voci di bilancio secondo uno schema che tiene conto dei costi aziendali e del suo ciclo di cassa, quindi tempi di incasso, pagamenti, ammortamenti, rotazione di magazzino.
Il margine operativo lordo, però, non è sufficiente a misurarlo, perché trascura completamente un altro dato fondamentale, la capacità finanziaria dell’azienda, relativa ai suoi mezzi finanziari.
Quest’ultima, invece, si calcola partendo dal rendiconto finanziario, un altro strumento ancora poco sfruttato dagli imprenditori, se non da coloro che, per legge, sono tenuti a produrlo unitamente al Bilancio aziendale.
Al di là delle conoscenze specifiche che servono per misurare l’autofinanziamento, svolgere quest’attività fornisce un assist non indifferente per capire quanto autonoma sia la propria impresa rispetto ai finanziatori esterni.
Conoscere la rilevanza dell’autofinanziamento reale della propria azienda comporta senza dubbio vantaggi evidenti.
Perché adottare l’autofinanziamento
L’autofinanziamento permette di non bruciare risorse, di incrementare l’utile in bilancio e di preparare l’azienda a ottenerne ancora di più nei successivi round di finanziamento.
Nella fase di crescita è ideale perché consente di ridurre il rischio di credito per l’azienda e il rischio imprenditoriale a carico dei soci.
Non solo, l’autofinanziamento può essere implementato anche se l’azienda è in fase di declino.
Diventa, in questo caso, lo strumento finanziario perfetto per massimizzare la redditività della liquidità già investita e ridurre gli esborsi finanziari a servizio del debito accumulato.
Per giunta, l’autofinanziamento ti permette di sentirti più libero nelle scelte imprenditoriali, indipendente dai vincoli dei finanziamenti esterni, di ridurre gli errori nella gestione finanziaria e spingere l’azienda alla massima efficienza.
Questi e tanti altri sono i vantaggi legati all’autofinanziamento, rispetto a tutte le altre fonti da cui puoi attingere per ricavare risorse da destinare alla tua azienda.
Se hai qualche minuto da spendere, ti invito a consultare il nostro libro delle testimonianze, in modo da toccare con mano e leggere direttamente dalla “penna” degli imprenditori che abbiamo seguito, quali sono i benefici di un’azienda in grado di autofinanziarsi.
L’impegno per l’autofinanziamento
Devo essere sincero con te, non tutte le aziende che supportiamo implementando le tecniche dell’autofinanziamento, a distanza di tempo riescono ancora a camminare sulle loro gambe.
Come tutte le belle notizie, anche questa presenta il risvolto della medaglia.
A fronte di tutti i suoi vantaggi, ci sono anche svantaggi legati a questa fonte di finanziamento.
Autofinanziamento: i contro
Il primo di tutti, quello su cui buona parte degli imprenditori ha difficoltà, è proprio l’impegno che l’autofinanziamento richiede per essere portato avanti in maniera efficiente.
Gestire un’azienda che si autofinanzia è molto più impegnativo che sfruttare i finanziamenti esterni, non ne ho mai fatto mistero, e molti a un certo punto gettano la spugna.
Funziona un po’ come quando decidi di rivolgerti a un nutrizionista per perdere peso e sentirti più in forma.
Fintanto che vieni seguito dal medico, tutto fila liscio.
Hai la giusta motivazione per farcela.
Ci riesci, acquisisci abitudini alimentari più sane, ti senti meglio, sei più snello, quei tuoi vecchi jeans si riabbottonano e ti senti più sicuro di te.
Ma siamo sinceri, quanti riescono a mantenere questo nuovo stile di vita più sano a lungo, diciamo anche per sempre?
Pochi.
Il fatto stesso di non avvertire più i disturbi iniziali legati al sovrappeso fa sentire forti, fa credere che tornando a “sgarrare ogni tanto” non succederà nulla.
Solo che poi, sgarra oggi e sgarra domani, si torna al punto di partenza.
Con molti miei assististi è capitata la stessa cosa.
Ci incontriamo per la prima volta che sono in lacrime, pronti a tutto pur di non perdere il frutto di una vita di sacrifici.
Li supportiamo, insegniamo loro il nostro Metodo Di Domenico™, lo applichiamo e vediamo le loro aziende rinascere e spiccare il volo, ma dopo qualche anno, diversi di loro gettano la spugna.
Lo fanno perché l’azienda che si autofinanzia richiede uno sforzo che non sempre riescono a sopportare.
Le variabili da tenere sotto controllo sono tante, come hai visto.
Bisogna aggiustare sempre il tiro, modificare accordi, sostituire fornitori, cercare continuamente clienti, fare marketing e promozione, rinforzare la rete vendita, adattare i costi al fatturato, scegliere in maniera oculata quali investimenti effettuare, quali scartare e a quali rinunciare completamente.
Seguire le tecniche dell’autofinanziamento vuol dire spesso fare a pugni col proprio credo, con i metodi di gestione implementati fino a quel momento, che magari vanno avanti da generazioni.
Significa, in alcuni casi, rinunciare anche a dei progetti che si avevano in mente da anni, solo perché si scopre che il ritorno sugli investimenti necessari è minimo o nullo e non sarebbero profittevoli per le finanze dell’azienda.
Abbracciare l’autofinanziamento aziendale vuol dire anche questo.
Ti senti pronto a implementare l’autofinanziamento aziendale?
Sei disposto a impegnarti per risolvere i problemi di liquidità della tua azienda e vederla spiccare il volo come merita?
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Traendo spunto dai progetti che abbiamo realizzato e dai concetti racchiusi nel mio libro Aziende che si Finanziano da Sole, ti parlo di finanza, di aziende, di azioni da fare per realizzare un’azienda in grado di crescere e di espandersi senza bisogno di risorse esterne e solo sulla base dei propri flussi di cassa.
Lo faccio in modo chiaro, diretto e con esempi pratici tratti dai casi che abbiamo seguito: