

In questo articolo ti svelo come riconoscere i segnali di crisi della tua azienda, e come intervenire velocemente per salvarla dal declino.
Sei appena arrivato nel tuo ufficio.
Saluti con uno svogliato buongiorno l’unica ragazza rimasta a darti una mano con le fatture e la contabilità e ti dirigi verso la tua scrivania. Come tutte le mattine accendi il computer e prima di lasciarti travolgere dalla frenesia delle tue giornate ti precipiti a controllare i conti correnti.
Apri la pagina dell’home banking e… niente.
Nessun nuovo incasso a dare un po’ di sollievo a quei saldi in profondo rosso ormai da mesi.
Ti ricorda una scena già vista, vero?
Il peso che senti sullo stomaco, lo stato di ansia che stai vivendo e il nervosismo che caratterizza l’inizio di ogni tua giornata che parte quasi sempre in questo modo, sono i primi segnali di crisi aziendale che l’istinto imprenditoriale ti manda.
Per non parlare di quella sensazione di pesantezza che ti prende poco prima di arrivare in azienda, ogni mattina. Quello sconforto, quella consapevolezza di dover risolvere problemi, di dover aggiustare il tiro per evitare che tutto crolli. Che quello che hai costruito con fatica e sacrifici ti si rivolti contro.
Un imprenditore riconosce a naso che le cose non stanno girando come dovrebbero ma la frenesia delle sue interminabili giornate, la mancanza di strumenti di controllo e l’assenza di una guida professionale competente non gli permettono di mettere a fuoco il problema.
Ci sono degli avvenimenti strettamente legati all’attività d’impresa che precedono la nascita delle difficoltà economiche, anche se alcuni di questi sono considerati talmente “normali” da passare inosservati.
Ascoltami bene, probabilmente non mi conosci ed è la prima volta che mi leggi, quindi ti chiedo scusa in anticipo perché con ogni probabilità ti sembrerò arrogante e pure un po’ spocchioso, ma fidati, è per il tuo bene.
Adesso analizzeremo singolarmente i 7 eventi che possono letteralmente mandare in frantumi la tua azienda, se non intervieni in maniera tempestiva e incisiva. Sarà brutalmente onesto e forse le mie parole ti feriranno, a tratti. Ma fidati se ti dico che mi ringrazierai non appena avrai capito l’importanza di queste pagine.
Evento n. 1: Rimandare il pagamento dei fornitori oltre i termini concordati
Uno dei primi segnali di pericolo arriva dalla gestione dei pagamenti per le forniture di beni e servizi. É un segnale difficile da comprendere, perché nel nostro paese è considerato quasi “normale” rimandare il pagamento di qualche fattura oltre le scadenze concordate.
Devi però fare attenzione alla differenza tra la normale gestione dei rapporti con i tuoi fornitori, che può prevedere una certa flessibilità nelle scadenze, e la necessità di rimandare il pagamento delle fatture.
Nel secondo caso ci sono dei problemi nella gestione della cassa, perché le entrate non riescono a pareggiare le uscite.
Potrebbero esserci problemi nei prezzi applicati ai beni o ai servizi che vendi oppure problemi nella gestione dei tempi di incasso e pagamento.
“Cosa fare per evitare di rimandare i pagamenti?”
Le azioni da fare sono essenzialmente due.
Da una parte devi rivedere il listino prezzi e l’elenco dei prodotti, per capire su quali prodotti lavori in perdita.
Dall’altra devi rivedere le condizioni di pagamento delle tue forniture in modo da allineare i tempi di pagamento a quelli di incasso.
Evento n. 2: Ritardare il pagamento degli stipendi
Il ritardo accumulato nel pagamento degli stipendi ai dipendenti oppure il mancato pagamento del tuo compenso mensile, se lavori da solo, è un segnale di difficoltà che molto spesso viene trascurato.
Più si accumulano giorni di ritardo, più forte è il grado di difficoltà.
Il malcontento in azienda cresce giorno per giorno, il personale lavora malvolentieri ed in poco tempo potresti arrivare a perdere gli uomini migliori.
Senza considerare il rischio di subire delle vertenze sindacali che potrebbero costarti molto denaro, se mal gestite.
In una situazione come questa, quando il ritardo inizia a superare la soglia del mese, è opportuno intervenire direttamente sul costo del personale, negoziando le condizioni di rientro dello scaduto.
Nei casi più gravi bisogna valutare i tagli di personale, anche se questo dovesse costarti molto in termini di sacrificio personale ed economico.
So bene che si tratta di scelte difficilissime e talvolta ingiuste, ma sono necessarie.
Come so che parlare in questi termini, crudi e diretti, sta attirando su di me la tua antipatia. Ma permettimi di spiegarti il “perché“.
Il motivo per cui sono così diretto e poco comprensivo, deriva dal fatto che ne ho viste così tante da aver imparato che è molto più importante risolvere i problemi che crogiolarsi in essi.
Per i miei clienti è più utile avere una persona che li aiuti ad aggiustare le cose rotte che un amico che resta a guardarle con sguardo comprensivo mentre continuano a guastarsi.
Detto questo, andiamo avanti.
Evento n. 3: Non versare l’IVA e i contributi, non pagare le imposte e non rispettare le rateazioni con Equitalia
Il mancato versamento dell’imposta sul valore aggiunto o dei contributi previdenziali ti permette nel breve termine di mantenere in cassa la liquidità necessaria a pagare una parte delle spese di gestione della tua attività.
Ottieni lo stesso effetto se non paghi le imposte sul reddito della tua azienda oppure richiedi dei piani di rateazione fiscale all’Agenzia delle Entrate e non rispetti gli impegni presi.
Oltre ad essere un comportamento illecito e sanzionabile, è un segnale di difficoltà finanziaria abbastanza evidente per un’azienda, che può sfociare in una crisi evidente in breve tempo.
Dal punto di vista tecnico, il mancato pagamento delle imposte è una precisa scelta finanziaria.
In pratica decidi di utilizzare il debito fiscale come fonte di finanziamento alternativa al debito finanziario (quello verso le banche, per intenderci) e al debito commerciale (cioè i debiti verso i fornitori).
Per valutare la sostenibilità di queste scelte devi ragionare sulla capacità della tua azienda di ripagare il debito accumulato, anche successivamente alle scadenze previste dalle norme fiscali.
Strutturare programmi di rimborso delle imposte accumulate è una delle soluzioni migliori che tu possa mettere in piedi per arginare la difficoltà ad ottenere nuova liquidità ed allo stesso tempo un termometro molto valido per capire se le tue scelte stanno funzionando a dovere oppure no.
“Ma le banche così non mi concederanno più credito!”
Si, lo so che nel breve periodo accumulare il debito fiscale potrebbe portarti a non avere più accesso ai finanziamenti. Lo hai letto in giro, te lo ha detto tuo cugino oppure lo hai sentito dire da qualcuno dei nuovi dei “guru dei finanziamenti” che stanno infestando You Tube…
Tutto vero, se non fosse per un dettaglio.
Nello stato in cui ti trovi (e in cui si trovano il 94% dei piccoli imprenditori, quindi non sentirti troppo in colpa) quasi certamente non riusciresti comunque ad ottenere nuovi finanziamenti.
Le banche stanno chiudendo i rubinetti senza avvisare nessuno e sono molto attente ad ogni minimo segnale di difficoltà.
Nel caso in cui riuscissi ad ottenerli, sarebbero a condizioni tali per cui sarebbe meglio non averli.
Solo che il consulente che stai pagando per portare avanti la pratica o il guru dell’accesso al credito non te lo dirà mai. Altrimenti come fa ad incassare la sua commissione?
Evento n. 4: Non rispettare i piani di pagamento a rate dei finanziamenti o non riuscire a pagare gli interessi addebitati ogni trimestre
Quante volte ti è capitato di arrivare con i soldi contati per pagare le rate dei mutui e dei finanziamenti? E quanto spesso hai utilizzato i fidi di cassa per coprire quelle rate?
Non sto cercando di farti sentire in colpa. So che può capitare.
Pensa che una volta avevo una cliente (avevo perché adesso abbiamo finito il progetto di risanamento e lei continua a lavorare serenamente) che per pagare le rate dei mutui e dei finanziamenti utilizzava le carte di credito.
Si hai capito bene. Prelevava nel fine settimana il denaro contante con le carte di credito per versarlo il martedì mattina, in modo da avere i soldi per pagare le rate dei prestiti.
Cose da pazzi.
Ma veniamo alle strategie da utilizzare quando sei nella condizione di non riuscire più a pagare le rate (partendo dal presupposto che non userai carte di credito o fidi di cassa per pagarle).
Il piano di ammortamento di un mutuo o di un finanziamento dovrebbe essere proporzionato alle entrate che prevedi di ricavare dagli investimenti che questi soldi finanziano.
Per questo motivo, se non riesci a rispettare le scadenze previste dal piano è probabile che tu ti stia incamminando su un sentiero pericoloso che ti porterà ad una seria difficoltà economica.
Il segnale che ricavi dal mancato rispetto dei pagamenti delle rate è che il modo in cui hai scelto di investire quei soldi non rende abbastanza da ripagare i finanziamenti, secondo le modalità e i tempi che hai scelto (o sei stato costretto a scegliere) per il rimborso.
Corri il rischio di ritrovarti in poco tempo con problemi finanziari anche molto seri perché le difficoltà economiche della tua attività hanno un impatto diretto sui tuoi rapporti con il mondo bancario, compromettendo il tuo status di cliente affidabile.
Pagare in ritardo una rata potrebbe sembrare una questione di poco conto, soprattutto se nel mese riesci a rientrare dello scoperto. Ma non è così.
Quella rata pagata in ritardo ti chiude una serie di possibilità nei confronti del sistema bancario. Ed è un deterioramento silenzioso, del quale non ti arrivano segnale di preallarme.
Quando ti rendi conto di essere in affanno nel pagamento dei tuoi prestiti devi intervenire subito, cercando di rinegoziare i termini contrattuali del piano dei pagamenti previsti.
Possibilmente, in maniera definitiva ed in funzione dei nuovi flussi di cassa prevedibili. Se le condizioni sono cambiate rispetto al momento in cui hai fatto le previsioni è necessario rivedere il piano di business e negoziare con la banca nuove condizioni, in linea con i flussi di cassa previsti.
Una sospensione temporanea del pagamento delle rate è una soluzioni tecnica che non risolve da sola il problema ma anzi lo peggiora, creando l’illusione di aver trovato una struttura finanziaria solida.
Centinaia sono i casi di persone che hanno iniziato a preoccuparsi del problema di mancanza di denaro quando stavano per scadere i termini della sospensione e non erano riusciti ad ottenere un proroga dalla banca.
Proroga che più vai avanti, più sarà difficile da ottenere.
Evento n. 5: Aumento del livello di indebitamento non correlato ad un corrispondente aumento del fatturato
Uno dei segnali più forti che precedono lo scoppio di una crisi aziendale è l’aumento dei debiti.
“Bella scoperta, ci voleva il grande esperto per dirmelo.”
Hai ragione, ma cerco di spiegare meglio cosa intendo.
Il segnale di una crisi alle porte è evidente quando il livello di indebitamento aumenta, ma non c’è un corrispondente aumento dei ricavi o degli utili tale da giustificare questo incremento del debito.
Solo che è un segnale difficile da cogliere.
Le variabili da includere nel calcolo sono molte e nessuno ti ha spiegato cosa controllare e come farlo.
Riuscire a capire che i debiti stanno aumentando senza una giustificazione di business e che la tua azienda potrebbe non sopravvivere all’ennesimo finanziamento, richiederebbe degli strumenti di controllo della cassa dei quali nessuna piccola azienda si è dotata.
Mi spiace deluderti.
I conti fatti dal ragioniere che ti tiene la contabilità e manda le dichiarazioni fiscali non serviranno a costruire un’azienda sana.
Quando i debiti verso le banche, i debiti verso fornitori e i debiti verso il fisco crescono senza un motivo reale e quindi non servono a finanziare la crescita del fatturato aziendale o gli investimenti produttivi, ma solo ad alimentare il fuoco che sta bruciando le tue riserve di denaro, che tu te ne renda conto o meno stai lanciando la tua azienda verso la tempesta perfetta.
Molti miei clienti mi raccontano di aver vissuto questa situazione come uno stato di difficoltà temporanea della propria liquidità e attribuiscono la paternità di questa lievitazione del debito ad eventi casuali, spesso drammatici, che hanno generato un bisogno improvviso di denaro.
Può succedere, senza dubbio, di trovarsi in situazioni del genere.
Un dipendente da licenziare, una fornitura che non puoi pagare perché il cliente non ti paga, un danno accidentale…
Ma se ti trovi in una condizione finanziaria non ordinaria, non puoi pensare di riuscire a rientrare del maggior debito senza mettere in atto degli interventi straordinari nella gestione delle entrate e delle uscite.
Rinegoziare i piani di pagamento, formulare piani di rientro dei debiti esistenti prima che le fatture insolute possano degenerare in una pioggia di decreti ingiuntivi, intervenire su ogni aspetto aziendale che comporta uscite di cassa, è l’unico modo concreto per riuscire a ritornare in una condizione di equilibrio finanziario.
L’alternativa è investire direttamente i tuoi risparmi e le tue risorse personali, se non lo hai già fatto, per coprire il buco nella cassa aziendale.
Evento n. 6: Non ti concedono più nuovi prestiti e linee di credito temporanee oppure la banca ti richiede garanzie non proporzionate alla cifra richiesta
Questo è il segnale dovrebbe mettere in allarme ogni imprenditore, perché impatta direttamente sulla capacità di mandare avanti l’azienda.
Perché è assolutamente necessario accedere al credito bancario?
No, normalmente no.
Ma un’azienda che ha nella struttura finanziaria il suo punto debole e che, nell’illusione di continuare a lavorare brucia tutta la cassa, non ha grosse aspettative di sopravvivenza quando viene meno il rapporto con le banche.
Il motivo è semplice.
Un’azienda ha bisogno di una certa quantità di liquidità per lavorare, mese dopo mese. Materie prime, semilavorati, manodopera, energia sono tutte componenti essenziali per realizzare il prodotto o il servizio da vendere e, nella maggior parte dei modelli di business, questi investimenti devono essere fatti prima di incassare le fatture dai clienti.
Per questa ragione è necessaria la liquidità di cassa. Ma perché arriva il punto in cui non ti concedono più prestiti?
Quando le cose non vanno bene, normalmente le fonti di finanziamento bancarie vengono completamente utilizzate e il debito si mantiene vicino alla soglia massima concessa, per un certo periodo di tempo.
In pratica utilizzi completamente i fidi e l’anticipo fatture, al punto che ottieni nuova liquidità solo quando le vecchie fatture vengono pagate. In una condizione del genere la banca, molto prima di te, inizia a considerare la tua attività in seria difficoltà economica, perché non è in grado di ripristinare la propria cassa con la normale attività operativa.
E se l’azienda è in difficoltà, non vengono erogati più nuovi finanziamenti, se non a determinate condizioni.
A meno di segnalazioni negative in centrale rischi, la banca potrebbe decidere di concederti comunque un ulteriore finanziamento, pretendendo delle garanzie non proporzionate al prestito concesso.
Ad esempio, potrebbero concederti un mutuo ipotecario di importo nettamente inferiore al valore dell’immobile messo a garanzia, oppure una linea di credito temporanea garantita da soggetti esterni all’attività d’impresa.
In una situazione del genere è necessario rinegoziare in maniera sostanziale le condizioni dei rapporti di credito esistenti, sfruttando adeguatamente le garanzie, patrimoniali e non.
La concessione di ipoteche volontarie o la firma di titoli a garanzia degli impegni assunti sono strumenti di negoziazione potenti, ma devono essere fatti pesare in maniera adeguata.
Evento n. 7: La banca non ti permette di sforare, nemmeno di poco, le soglie degli affidamenti concessi
L’ultimo segnale della crisi, non per importanza ma per gravità, è l’impossibilità di sforare di pochi euro gli affidamenti concessi.
La banca ti priva di quella minima flessibilità necessaria ad andare avanti. Succede quasi sempre così.
Nella fase grave, ma non gravissima, quando arrivano pagamenti che comportano lo sforamento delle soglie di fido il direttore di banca ti chiama, con tono poco tranquillizzante, avvisandoti che il tuo conto corrente è “fuori” di qualche centinaia di euro e che devi rientrare necessariamente, altrimenti scatteranno le segnalazioni (si, ma quali?).
La fase peggiore arriva però quando il direttore non ti chiama più per farti rientrare, ma per dirti che non farà passare gli addebiti sul tuo conto, anche se si tratta di assegni emessi.
L’imprenditore viene macchiato dal protesto per l’assegno o la cambiale insoluta e inizia la fase di crisi conclamata.
Se sei già vicino ad una situazione del genere, ho una buona e una cattiva notizia. Iniziamo con quella buona.
Si possono ancora trovare soluzioni per rimediare al disastro.
La cattiva notizia è che ti costeranno molto, nel senso che dovrai fare parecchie rinunce per riuscire a tenere in piedi la tua attività ovvero a non arrivare alla chiusura definitiva dell’azienda.
In questa fase potresti arrivare a non avere più la possibilità di utilizzare i conti correnti e devi quindi mettere in piedi un sistema articolato per poter continuare a lavorare, mentre cerchi una soluzione per rientrare del debito accumulato.
Ora hai due strade davanti a te
Puoi ignorare tutto quello che hai letto in questo articolo e tornare ad affrontare i problemi della tua azienda come hai fatto fino ad ora. Continua ad ignorare i segnali di crisi più deboli e a mandare avanti la tua azienda “a sensazione”.
Puoi addirittura esagerare. Lascia che siano tua moglie o tua madre ad occuparsi dei conti della tua azienda.
Oppure puoi fermarti a riflettere su quello che hai appena letto e sulla mossa giusta da fare adesso.
Ogni giorno porto avanti con il mio staff i piani di ristrutturazione finanziaria di centinaia di clienti che si trovavano in una situazione di difficoltà come quella che stai attraversando tu.
Applichiamo il nostro Sistema di Gestione dei Debiti™, un metodo di lavoro testato su più di 1.600 casi reali, che minimizza il rischio di commettere errori e ti evita di bruciare i pochi soldi che hai in soluzioni inutili o addirittura dannose, che anziché migliorare la tua condizione economica la peggiorano senza rimedio.
Ma ti conviene sbrigarti a decidere.
Più tardi inizia il processo di risanamento della tua azienda, più sarà costoso e difficile da realizzare.
Ad maiora
Giuseppe