

Ogni giorno per un imprenditore è una sorta di mistero. Per quanto tu possa pianificare il lavoro della tua azienda, programmare l’agenda ed essere sempre pronto a sapere cosa fare e quando, gli imprevisti accadono quotidianamente.
Non sei mai sicuro di cosa potrebbe accadere da un momento all’altro, quale imprevisto potrebbe bloccare il tuo lavoro quotidiano, quale ostacolo potrebbe frapporsi tra te e quello che devi fare.
Luca non poteva aspettarsi quello che sarebbe successo, non aveva la benché minima idea che in una sola giornata tutto potesse cambiare così radicalmente.
Non era uno sprovveduto, erano anni che lavorava al successo della sua impresa, che si dedicava anima e corpo a lei, investendo tempo, soldi ed energie. In venti anni di lavoro ne maturi di esperienza, eppure nemmeno lui poteva aspettarsi quello che stava per accadere.
Alcuni dei problemi più grossi che un imprenditore si trova ad affrontare arrivano così all’improvviso.
Ma torniamo un secondo a Luca e a quello che è successo in quella normalissima mattina in cui si è diretto in ufficio, riepilogando mentalmente come sempre i compiti della giornata uno dietro l’altro.
Dopo aver salutato la ragazza dell’amministrazione, aver iniziato il consueto giro di telefonate ai clienti non paganti e dopo aver risolto i solito 2 o 3 casini prima di pranzo, il telefono squilla nel suo ufficio.
Era un suo amico di vecchia data, che casualmente era anche un ottimo fornitore dell’azienda, uno di quelli dal quale si serviva da anni e anni.
Dopo qualche convenevole teso e nervoso, dopo qualche “come sta tua moglie” e “come vanno le bambine”, dall’altra parte della cornetta scende il silenzio per un attimo, si sente un po’ d’imbarazzo nell’aria, e poi…
– “Senti Luca, mi dispiace dirlo, magari è un caso, so che non è niente per carità, ma l’assegno che mi hai consegnato per la fornitura dei materiali, quello da 3 mila euro circa, 2.800 mi sembra, beh mi è ritornato protestato.”
Silenzio d’altra parte.
– “Non è possibile. Il saldo del mio conto è dentro fido accordato…”
– “Guarda io non so cosa dire davvero, mi spiace, sai che siamo amici da anni, non voglio metterti, però ecco insomma le forniture risultano scoperte.”
– “Sì certo, scusa, guarda oggi passo in banca e vedo di risolvere, deve esserci stato un errore, tranquillo.”
Non era davvero possibile che le cose stessero così, il direttore di banca lo aveva autorizzato al telefono a sconfinare sul conto affidato… non poteva esserci un assegno protestato… aveva sempre avuto un ottimo rapporto con la banca… com’era potuto succedere?
Ok, sapeva di essere in attesa di alcuni incassi, che tardavano ad arrivare e che quindi il conto risultava scoperto, ma ne avevano parlato.
Quando Luca è arrivato da noi disperato per la situazione in cui era finito, ci ha raccontato tutto, e così abbiamo scoperto l’errore che lo aveva portato fino a quella imbarazzante telefonata.
L’errore che anche tu stai commettendo proprio in questo momento e che rischia di farti avere un assegno protestato
Non voglio girarci tanto intorno, voglio raccontarti la verità nuda e cruda.
Con decine di assegni in giro, con i fidi sempre al limite, Luca ha commesso un errore banale che gli è costato la revoca di tutti i fidi bancari ed una pioggia di decreti ingiuntivi.
Vuoi sapere di cosa si tratta?
Si è fidato della parola del direttore di banca, pensando di avere le spalle coperte in nome dei lunghi di rapporto con la tua filiale, ma si è sbagliato di grosso.
Sai cos’aveva fatto di così grave Luca?
Nulla. Gli erano semplicemente state addebitate spese bancarie per 3.700 euro e questo lo aveva fatto sconfinare, quindi, all’arrivo dell’assegno, il direttore avvertito dal sistema informatico aveva mandato in protesto il titolo, mettendolo in seria difficoltà.
Sarebbe bastata una telefonata.
Una telefonata avrebbe potuto cambiare tutto. Sarebbe bastato che il simpatico direttore avesse alzato la cornetta e tutto si sarebbe sistemato.
Non sto dicendo che il direttore è brutto e cattivo, a ben vedere quello che ha fatto è perfettamente legittimo, ha seguito una procedura.
Quello che sto dicendo invece è che
Se lavori con gli assegni o con i conti affidati, non puoi lasciare al direttore della tua banca la supervisione dei tuoi incassi e dei pagamenti.
Per lui un assegno protestato per mancanza di provvista è il risultato di una procedura portata avanti come da manuale, per te, come per Luca, si tratta di una valanga di m***da pronta a ricoprirti.
E non pensare che se capita puoi andare lì a farlo ragionare. Ci ha provato anche Luca e non è andata molto bene.
– “Mi scusi, ma perché non mi avete chiamato? Sono vostro cliente da 10 anni ormai. Avrei versato subito”.
– “Noi non siamo tenuti a telefonare a nessuno, ogni cliente deve essere conscio della sua situazione. Mi sono attenuto alla procedura standard”.
Credi che sia servito a qualcosa ricordare decenni di rapporto consolidato? O parlare di quanto una volta la banca fosse gestita in maniera molto più umana?
Al direttore interessava solo il suo lavoro.
Un protesto per la banca è poco più di una scocciatura. Per te può trattarsi dell’inizio della fine.
Ecco cosa succede dopo un assegno protestato
Un assegno protestato è come un sasso lanciato in uno stagno.
Il cerchio provocato dall’impatto si espande a perdita d’occhio senza che tu possa fare nulla per fermarlo.
Come da procedura, l’assegno protestato era stato immediatamente segnalato a tutto il sistema bancario, in Prefettura ed in Camera di Commercio.
Luca si era subito attivato per porre rimedio al problema. Ma non sarebbe bastato.
Per ottenere la cancellazione del protesto è necessario seguire una procedura precisa, facendosi carico dei relativi costi.
Ecco perché aveva pagato al beneficiario l’importo dichiarato nell’assegno, con l’aggiunta di una penale del 10%. Si era fatto rilasciare la liberatoria, l’aveva consegnata alla banca e protocollata in Prefettura. Il tutto nel più breve tempo possibile.
Da quel momento sarebbe partito il conto alla rovescia di un anno prima di venire riabilitati.
Ma i problemi non si erano limitati agli adempimenti burocratici.
Le altre banche, informate in merito, si erano tutelate richiedendo la restituzione di tutti i libretti degli assegni e avevano revocato gli affidamenti.
I fornitori avevano ricevuto l’allarme dai sistemi di informazione commerciale.
Cominciavano ad avere dubbi sulla solvibilità dell’imprenditore e avevano smesso di consegnare la merce se non in cambio di un pagamento in contanti.
Nel momento meno opportuno, quando aveva più bisogno di ossigeno, il sistema si era chiuso al riccio, lasciando Luca e la sua azienda in balia degli eventi.
Anche sua moglie era rimasta incastrata in questo ingranaggio.
Voleva aiutare il marito in difficoltà chiedendo, con la sua busta paga, un prestito personale ma, dopo aver presentato la domanda si era vista rigettare la domanda dalla finanziaria a causa del protesto del coniuge.
Cosa fare dunque?
Cosa devi fare se hai un assegno protestato o rischi il protesto
La gestione di un protesto è una di quelle operazioni che NON DEVI ritrovarti a fare.
Una volta avvenuto, devi riorganizzare la tua azienda dalle fondamenta.
Devi adattare il tuo modello di business alla nuova condizione, lavorando per creare una struttura solida che non si basi sulle banche, che non dipenda da esse, in grado di sopportare il rischio d’impresa e che non crolli al primo problema.
Per fare questo è necessario avere una cosa ben chiara in mente:
È necessario che tu conosca i numeri della tu azienda.
E non aspettare sia il commercialista a dirteli, non è il suo lavoro quello, lui devi farti pagare le tasse.
Devi essere tu o la tua amministrazione ad occuparsi di questa cosa.
Quindi se sei già in questa posizione, se hai un assegno protestato, non sai cosa fare né come gestire la faccenda devi attuare un piano per liberare la tua azienda dai debiti, per metterla nelle condizioni di autofinanziarla e per renderla libera dai problemi creati dai finanziamenti.
Con un piano ben strutturato, per avere gli strumenti necessari per metterlo in piedi e salvare tutto quello che hai creato fino ad oggi, ti servono delle informazioni fondamentali.
“Come lo elaboro?”
Certo non so come sia messa la tua azienda, quale sia la tua particolare condizione, che rischi corri, che posizioni scoperte hai, che punti di forza potresti usare in una trattativa con la banca.
Insomma, non conosco i tuoi problemi in particolare, ma quello che posso dirti è che aspettare che qualcosa si risolva NON è la strategia giusta in NESSUN caso.
Per darti più informazioni avrei bisogno di entrare nel dettaglio del tuo Business Plan per farti DAVVERO comprendere ciò che serve, per riuscire a capire come hai impostato tu i tuoi rapporti di fornitura, non lo posso sapere, lascio a te questo compito.
Per questo il mio percorso con ogni imprenditore che vuole salvare la sua azienda inizia sempre con un’analisi preliminare in cui si raccolgono tutti i materiali necessari a capire quale sia lo stato di salute dell’azienda e sopratutto cosa potrebbe succederle da un momento all’altro se continui sulla strada che stai intraprendendo.
Questo è quello che potremmo fare anche per te, definire e analizzare le tue linee di credito, il tuo fatturato, il tuo rapporto con in fornitori per far sì che tu sappia come e da dove iniziare per salvare il tuo business.
Con più di 1700 casi gestiti e circa 300 imprenditori in crisi seguiti quotidianamente (in media), siamo lo staff tecnico che i nostri clienti utilizzano per liberare la loro azienda dai debiti a partire proprio da quella prima valutazione.
Quello di cui avrebbe bisogno anche la tua azienda, adesso, prima che sia troppo tardi.
Pensi sia troppo tardi? Oppure troppo presto?
Lascia che sia un esperto a valutarlo.
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