

Fino a qualche anno fa le banche concedevano agli imprenditori la possibilità di utilizzare oltre le soglie gli affidamenti, di andare in sconfino almeno per brevi periodi di tempo. Lo sconfino bancario era un evento normale nella vita di un’azienda, non il primo segnale di un problema con le banche.
Nessuno si preoccupava dello sconfino in centrale rischi, c’era un certo lassismo a riguardo da parte degli istituti di credito, nessun controllo rigido e nessuna paura che tu non restituissi i soldi.
Il direttore non chiamava allarmato per sapere cosa stesse succedendo in azienda, non ti invitava a coprire lo scoperto in ogni modo possibile e anzi, a volte, ti proponeva perfino un allargamento temporaneo del fido. Lo scoperto di conto corrente non era considerato un segnale d’allarme da segnalare in Centrale Rischi.
Poi dall’estero sono arrivate notizie di banche che fallivano, i telegiornali hanno iniziato a gridare alla crisi, dall’America sono arrivate notizie terribili che hanno scosso il mondo fin dalle fondamenta. Gli schermi hanno iniziato a riempirsi di immagini di impiegati seduti su scatoloni contenenti ogni caro ricordo della loro vita.
In Italia sembravano tutti tranquilli: questa non è l’America. Così dicevano, ma la crisi è arrivata violenta anche qui e ha toccato chi come te fa impresa in modo onesto.
Non amo sprecare parole e passare il tempo a lamentarmi del sistema sbagliato etc etc etc, ciò che ritengo sia più utile fare è agire, per bene, per davvero e per farlo è necessario avere un percorso da seguire.
Proprio di questo piano preciso da mettere in atto intendo parlarti oggi.
Lo sconfino di conto corrente può diventare un enorme problema, difficile da gestire e da superare per la tua azienda, ed è di come affrontare gli sconfinamenti che tratteremo in questo articolo.
Partiamo da un presupposto imprescindibile.
C’è troppa rigidità nel sistema bancario e nel modo di fare dei funzionari degli istituti di credito, ma questo non toglie un dato di fatto: se la banca ti sta col fiato sul collo, non significa niente di buono per la tua azienda.
Non vuol dire che il direttore ce l’ha con te, né che si sia accanito sul tuo caso. Ma che sia giusto o non giusto il modo in cui si approccia alla tua attività e più nello specifico ai tuoi conti, rimane una verità fondamentale: lui segue le regole, quelle regole esistono e devi preoccuparti di questo.
Oggi le banche iniziano a guardare con gli occhi sgranati perfino le aziende che utilizzano gli affidamenti concessi per più dell’80% dell’importo affidato e il direttore è pronto, telefono alla mano, ad intervenire per evitare gli sforamenti.
Sconfinare è diventato un lusso per pochi, ma anche quei pochi hanno la corda molto, molto corta.
Le banche di oggi, con le regole di oggi, ti privano di quella minima flessibilità necessaria ad ogni imprenditore per andare avanti a lavorare con le linee di credito. È per questo che devi sganciare la tua azienda dalla necessità dei finanziamenti bancari.
Perché il 97% delle banche non offre agli imprenditori la flessibilità dello sconfino di conto corrente
Il motivo per cui le cose vanno così è da ricercare nell’introduzione di meccanismi di attribuzione e controllo del rating sempre più sofisticati che hanno portato le banche a ritenere sempre meno affidabili le aziende con determinate caratteristiche.
Se hai un’azienda con un capitale sociale vicino al minimo legale o quasi, se in società siete in due o tre persone, se sei l’amministratore unico della tua impresa, non sei in una condizione ideale.
Basta poco, un piccolo scoperto di conto, uno sconfino di poche migliaia di euro, a determinare la riduzione del tuo merito creditizio e quindi nell’abbassamento del punteggio che la banca ha assegnato alla tua azienda ed a te, come imprenditore.
Secondo i loro parametri non sei affidabile. La banca vuole evitare di rischiare.
I criteri per i quali afferma che tu sia inaffidabile sono troppo rigidi?
Certamente, ma non toglie che in quei dannati criteri tu rientri in pieno se sei arrivato a sconfinare.
Quando ti ritrovi in questa situazione di norma, i funzionari si attivano per prendere contromisure adatte a forzare il rientro e gli aggressivi recuperatori di credito sono pronti ad essere sguinzagliati al tuo inseguimento.
Ti trovi in bilico, sul filo del rasoio, basta una mossa per scatenare gli avvocati.
In questa fase è davvero fondamentale tu agisca nella maniera corretta per non accendere quella scintilla e trovarti a subire le prime azioni esecutive.
L’errore che tutti gli imprenditori commettono nell’affrontare il problema dello sconfino bancario
C’è un comportamento che la maggior parte degli imprenditori attua in queste circostanze e che devi assolutamente evitare.
Mi riferisco a quella irrinunciabile tendenza a fare finta che il problema non esista.
Nella fase grave, ma non gravissima, quando arrivano pagamenti che comportano lo sconfino il direttore di banca ti chiama, con tono poco tranquillizzante, avvisandoti che il tuo conto corrente è “fuori” di qualche centinaia di euro e che devi rientrare necessariamente, altrimenti scatteranno le segnalazioni.
In questo momento devi preoccuparti ed intervenire sulla tua azienda per evitare che la situzione precipiti.
“Come faccio ad accorgermi che è precipitata?”
La fase peggiore arriva quando il direttore non ti chiama più per farti rientrare, ma per dirti che non farà passare gli addebiti sul tuo conto, anche se si tratta di assegni emessi.
Già. Più di una volta mi è capitato di gestire emergenze nelle quali dover negoziare la copertura degli assegni per evitare che la situazione di crisi aziendale diventasse irrisolvibile.
Il protesto del titolo segna l’inizio della fine del tuo rapporto con la banca e l’inizio di un incubo per un imprenditore.
Non fraintendermi. Non voglio spaventarti.
Lo so che per te è difficile per te in questa fase anche solo renderti conto di quello che sta per succedere.
Nel senso che, sei ormai abituato da tempo a vivere questo rapporto conflittuale con la banca e sei rassegnato a vedere che l’istituto di credito non collabora. Lo sconfino bancario è solo un altro problema da aggiungere ad una lista già lunga.
Ma è diverso, questo può davvero significare fine per te.
La tua azienda ha già subito il tracollo del fatturato e tu sei già in quella fase in cui giri come una trottola cercando di tappare i buchi. Un giorno paghi un fornitore, il giorno dopo copri la rata di un finanziamento, quello successivo una rata di Equitalia…
Le azioni che gli imprenditori come te fanno in questa fase sono confuse e i soldi, pochi o tanti che siano, si disperdono in mille rivoli.
La cattiva notizia è che ogni giorno che passi in questa condizione ti costerà molto, nel senso che dovrai fare parecchie rinunce per riuscire a tenere in piedi la tua attività ovvero a non arrivare alla chiusura definitiva dell’azienda.
La buona notizia è che esiste un modo per venirne fuori e adesso ti spiego come fare.
Come evitare che lo sconfino bancario diventi un problema irrisolvibile per la tua azienda
Quello che devi fare è studiare un piano per concentrare le tue poche energie, aumentare il più possibile la marginalità delle vendite e negoziare accordi con tutti i fornitori essenziali.
Le banche non ti aiuteranno e potrebbero addirittura arrivare a non darti più la possibilità di utilizzare i conti correnti. Devi quindi mettere in piedi un sistema articolato per poter continuare a lavorare, mentre cerchi una soluzione per rientrare del debito accumulato.
Ci sono di certo delle aree nella tua azienda dalle quali potresti trarre molto di più, potresti spremere la liquidità che ti serve e riuscire ad andare avanti.
Non è facile, nessuno dice il contrario, ma è il momento di scegliere fra ciò che è facile e quello che può davvero salvare la tua azienda.
Se sei uno di quegli imprenditori con i quali ho a che fare normalmente, uno di quello che crede nel suo sogno imprenditoriale e che farebbe qualsiasi cosa per tenerlo in piedi allora è arrivato il momento di agire per davvero.
Non puoi più pensare di procedere per tentativi, perché il prossimo potrebbe essere davvero l’ultimo che fai.
Aspettare che sia la banca a fare il primo passo o presentare proposte prive di senso non ti aiuterà, ma se avrai la fortuna di farti assistere da un professionista capace di negoziare con le banche accordi transattivi in condizioni critiche beh… la tua azienda può sopravvivere e finanziare, con i soldi risparmiati, anche i progetti futuri.
Certo non so come sia messa la tua azienda, quale sia la tua particolare condizione, che rischi corri, che posizioni scoperte hai, che punti di forza potresti usare in una trattativa con la banca.
Insomma, non conosco i tuoi problemi in particolare, ma quello che posso dirti è che aspettare che qualcosa si risolva NON è la strategia giusta in NESSUN caso.
Per darti più informazioni avrei bisogno di entrare nel dettaglio del tuo Business Plan per farti DAVVERO comprendere ciò che serve, per riuscire a capire come hai impostato tu i tuoi rapporti di fornitura, non lo posso sapere, lascio a te questo compito.
Per questo il mio percorso con ogni imprenditore che vuole salvare la sua azienda inizia sempre con un’analisi preliminare in cui si raccolgono tutti i materiali necessari a capire quale sia lo stato di salute dell’azienda e sopratutto cosa potrebbe succederle da un momento all’altro se continui sulla strada che stai intraprendendo.
Questo è quello che potremmo fare anche per te, definire e analizzare le tue linee di credito, il tuo fatturato, il tuo rapporto con in fornitori per far sì che tu sappia come e da dove iniziare per salvare il tuo business.
Con più di 1700 casi gestiti e circa 300 imprenditori in crisi seguiti quotidianamente (in media), siamo lo staff tecnico che i nostri clienti utilizzano per liberare la loro azienda dai debiti a partire proprio da quella prima valutazione.
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